Ambiente: il 50% dei Toscani respira aria inquinata

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 gennaio 2004 13:55
Ambiente: il 50% dei Toscani respira aria inquinata

FIRENZE- I cittadini toscani respirano un’aria un pò meno inquinata anche se ancora molto resta da fare. E’ ciò che emerge dalla nuova classificazione della qualità dell’aria toscana, resa nota proprio alla vigilia dell’applicazione delle misure regionali antismog.
Situazione positiva per quello che riguarda la presenza nell’aria di monossido di carbonio, di biossido di zolfo e di piombo, sostanze in calo rispetto a due anni fa. Stazionari i livelli di biossido di azoto e di benzene.

Trend crescente negativo invece per le Pm10, un problema generalizzato l’ozono. Questo il quadro di massima che emerge dalla valutazione della qualità dell’aria nel territorio regionale, l’86 per cento del quale risulta caratterizzato da un buon livello qualitativo con valori inferiori a quelli limite e solo sporadici rischi di superamento. Tale area, denominata “zona di mantenimento”, comprende un totale di 255 comuni in cui risiede il 50 per cento della popolazione. Nel rimanente 14 per cento del territorio, 32 comuni dove risiede l’altro 50 per cento di abitanti, rientrano le aree critiche, classificate come “zone di risanamento”, quelle dove l’amministrazione regionale deve intervenire: si tratta dell’area metropolitana di Firenze, Prato, Pistoia e del comprensorio empolese, dell’area livornese-pisana e di quella del cuoio, e della piana lucchese.

In tutti questi contesti si registrano livelli superiori ai valori limite e sforamenti anche dei margini di tolleranza temporanei. Analizzando più nel dettaglio la nuova classificazione, “uno strumento fondamentale per impostare le fasi dei programmi per il risanamento o il mantenimento della qualità dell’aria nel territorio toscano” e confrontandola nei limiti del possibile con i dati del 2001 (basati su parametri diversi e con un numero di siti di rilevamento inferiore), si osserva che sono solo tre i comuni, tutti in provincia di Livorno, in cui la concentrazione nell’aria del biossido di zolfo (SO2) è lievemente più alta, mentre il resto del territorio è collocato nella fascia di qualità “buona”, un fatto dovuto al decremento del contenuto di zolfo nei combustibili liquidi.

Lo stesso vale per il monossido di carbonio (CO), strettamente collegato al traffico, e questo significa che hanno avuto effetto sia l’introduzione di veicoli che rispettano norme più restrittive sulle emissioni che gli interventi obbligatori di manutenzione dei veicoli e degli impianti di riscaldamento. Ulteriormente diminuiti in tutto il territorio regionale, dopo il divieto di vendita della benzina super, anche i livelli di concentrazione nell’aria del piombo (Pb). Meno positivo il quadro relativo ai livelli di di benzene (C6H6), e soprattutto di biossido di azoto (NO2).

Per il benzene il superamento dei valori limite è piu alto nei comuni di Firenze e Grosseto, in fascia D, e in quelli di Prato e Livorno (fascia C), ma 34 comuni riportano una qualifica di “sufficiente”. Per l’NO2 il superamento dei valori limite riguarda 15 comuni, con sforamento dei margini di tolleranza temporanei in 4, Montemurlo, Poggio a Caiano, Firenze, Empoli. Nella precedente classificazione i comuni nelle fasce “insufficiente ” (C) e “ scadente” (D) erano 8, ma era inferiore anche il numero dei siti di rilevamento.

Ma il vero punto dolente del quadro è costituito dalle PM10: in quasi tutte le postazioni si registrano superamenti del valore limite giornaliero, pari a 50 microgrammi per metro cubo, e il loro numero è spesso ben superiore a quello di 35 microgrammi consentito a partire dal 2005 nel corso di un anno. Nessun comune riesce a rientrare nella fascia A, mentre sono 20 i comuni con qualità dell’aria insufficiente o scadente in base ai valori in vigore dal 2005, un dato che riguarda il 39 per cento della popolazione.

Il numero dei comuni sale ulteriormente se si applicano i parametri in vigore dal 2010. E sale in questo caso fino al 45 per cento di popolazione coinvolta. Per quanto attiene infine l’ozono, anche tale sostanza si conferma come un problema generalizzato su tutto il territorio regionale. Nessun comune toscano rientra nella prima fascia qualitativa.

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