Mazzarri: “Dovevo dare spazio a Danilevicius”. E il diesse del Catania “Anche Protti ha detto che il rigore non c’era”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 dicembre 2003 23:58
Mazzarri: “Dovevo dare spazio a Danilevicius”. E il diesse del Catania “Anche Protti ha detto che il rigore non c’era”

LIVORNO - Reazioni molto differenti, nel dopopartita a Livorno, fra amaranto e rossoblu. Il primo a presentarsi in sala stampa, come al solito, è stato il tecnico livornese Walter Mazzarri, soddisfatto a metà della prova dei suoi. Ecco il commento: “Non abbiamo giocato come altre volte, è innegabile che negli ultimi tempi battiamo un po’ in testa, ma è giusto riconoscere anche i meriti degli avversari, quando ci sono, ed oggi il Catania ha ben figurato”. E poi: “Noi eravamo in formazione rimaneggiata.

Comunque sia, non cerchiamo scusanti. Dobbiamo recuperare lo smalto di qualche settimana fa. Questo è innegabile”. Sull’assetto tattico: “La partita odierna mi ha ulteriormente convinto che noi, per il modulo di gioco che abbiamo, dobbiamo giocare sempre con una torre e la nostra torre, quanto manca Lucarelli, è Danilevicius. Noi oggi abbiamo giocato senza torri e questo è stato un regalo che abbiamo fatto ai nostri avversari. Lucarelli era indisponibile ed io fatto ho fatto un tentativo diverso, giocando con Biliotti e Rabito al fianco di Protti, poi inserendo anche Matteini, ma non è stata una scelta azzeccata, anzi questo mi è servito a convincermi che la mossa forse più giusta era dare spazio a Danilevicius”.

Telegrafico il presidente Aldo Spinelli: “I catanesi contestano perché dicono che il fallo su Protti sarebbe stato commesso fuori area. Invece il rigore era sacrosanto. Sul nostro gol non c’è nulla da dire”. Quasi telegrafico anche il portiere Nicola Pavarini: “Sul primo gol non ho potuto fare granché. Mascara era solo ed aveva spazio. Ho cercato di oppormi, ma inutilmente. Un discorso analogo può esser fatto anche sulla rete di Sadivec. Piuttosto vorrei far presente che qualcuno di noi è stato aggredito nel caos del finale di gara”.

In effetti Alex Doga, nel parapiglia, è stato duramente colpito al volto da qualcuno, non si sa se da un giocatore ospite o da qualcuno dello staff societario del Catania. L’unica cosa certa è che Doga ha dovuto far ricorso alle cure mediche. Anche per questo, forse, il clima in casa del Catania, dopo il match, era molto teso e pesante. I dirigenti della squadra etnea sono apparsi furibondi. Ma nulla hanno detto dei disordini. Sibillino il direttore sportivo Guido Angelozzi, l’unico che ha parlato: “E’ stato un incontro pilotato.

Il Catania ha fatto una grande gara, ma per fattori indipendenti da noi e anche dal Livorno non abbiamo potuto portare a casa la partita come invece avremmo meritato. Se non ci vogliono in serie B, ce lo dicano apertamente, ma ogni domenica non possono toglierci o negarci qualcosa”. E ancora: “Parlo solo io non perché siamo in silenzio stampa, i giocatori sono liberi di fare quello che credono, ma ora loro sono già scappati per andare a prendere l’aereo. Io ho una macchina noleggiata e li raggiungo fra poco”.

Infine la conclusione sul rigore fischiato per il fallo di Stendardo su Protti. C’era, non c’era? Il diesse catanese non ha dubbi: “Me l’ha confidato anche Protti che non c’era. Cioè, voglio dire, il fallo c’era, ma Stendardo l’ha fatto fuori dall’area, quindi non c’era il rigore perché era solo punizione”. Tralasciamo ogni commento. Però ci sarebbe piaciuto riportare anche il parere di Igor Protti, ma del re dei goleador amaranto, purtroppo, in sala stampa non si è vista neppure l’ombra.

Una cosa però è certa: se avremo il commento di Protti, è sicuro, riporteremo anche la sua versione dei fatti. (Marco Ceccarini)

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