Propeller Livorno: saranno presentate le linee guida per i Piani Regolatori Portuali.
Intervengono Tato' dirigente generale del Ministero infrastrutture e Canepa della Commissione ministreriale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 novembre 2003 23:47
Propeller Livorno:  saranno presentate le linee guida per i Piani Regolatori Portuali.<BR> Intervengono Tato' dirigente generale del Ministero infrastrutture e Canepa della Commissione  ministreriale

Livorno- Si parlera' del futuro dei porti lunedi' 10 novembre al Propeller di Livorno e in particolare della bozza conclusiva del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sulle “linee guida per la realizzazione dei Piani regolatori portuali” elaborata dal gruppo di lavoro all’interno del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e coordinato dal dott. Annamaria Tato’, dirigente generale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Quasi definitivo anche il parere della Commissione, istituita con decreto dal ministro Pietro Lunardi lo scorso maggio, con il compito di esaminare e discutere la bozza delle “linee guida” che andra’ a supportare l’art.

5 (programmazione e realizzazione delle opere portuali. Piano Regolatore Portuale) della legge n. 84/1994 (legge sul riordino dei porti che ha istituito le Autorita’Portuali).
Le “linee guida” sono finalizzate, alla luce delle problematiche affiorate fino ad ora, all’attuazione della legge n.84/1994 per superare incertezze e diversita’ di interpretazione relative ai metodi, contenuti, efficacia e strumenti attuativi del Piano regolatore Portuale. Le “linee guida” sono rivolte alle Autorita’ Portuali (23 porti maggiori in Italia), alle Autorita’ Marittime ( in tutti gli altri porti che non hanno L’Autorita’ competente) e agli organismi chiamati ed esprimere valutazioni e pareri sul PRP.


La legislazione vigente in materia di Piani Regolatori Portuali (art.5 legge 84/1994) si e’ rivelata troppo rigida: nella prospettiva di un porto che cambia, si evolve e che cerca di modificarsi e di confrontarsi continuamente con le nuove esigenze, sia commerciali, logistiche, di sicurezza e rispondere alle richieste del mercato e alle sue rapide trasformazioni c’e’ bisogno di velocita’ di trasformazione per competere con i porti di tutto il mondo e anche i criteri ispiratori delle scelte di un Piano devono tener conto dei corretti standard internazionali.
La legge fino ad adesso non ha offerto flessibilita’.

La procedura infatti per approvare le varianti al PRP e’ la stessa di un nuovo PRP.
Per approvare un PRP e le sua varianti la procedura amministrativa prevede:
§ L’intesa con il Comune interessato
§ L’adozione del piano da parte dell’Autorita’ Portuale
§ Il parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici
§ Il parere relativo all’ impatto ambientale dal Ministero dell’Ambiente e dall’assessorato regionale competente.
§ L’approvazione da parte della Regione.
Tutti questi Enti hanno bisogno di un approccio metodologico piu’ flessibile ed omogeneo che consenta alla pianificazione portuale di potersi adattare con rapidita’ al variare dei bisogni e degli obiettivi strategici.

Tanto piu’ che i porti di oggi non sono piu’ solo sosta per lo scarico e carico delle merci. Oggi l’area portuale e’ sempre piu’ l’anello di una catena trasportistica continua. Ecco perche’ si sente l’esigenza di piazzali sempre piu’ ampi, di bacini piu’ profondi, e interconnessioni piu’ efficienti : servono spazi sempre piu’ flessibili da riorganizzare rapidamente.
Il porto e la sua citta’.
Il porto non e’ piu’ inteso come lo scalo terminale delle merci, ma e’ il nodo di una rete intermodale complessa, estesa al territorio circostante che comprende i servizi, le professonalita’ e le qualita’ insediative e ambientali del sistema urbano circostante.

Un porto a se stante non e’ piu’ in grado di essere competitivo senza il territorio che lo circonda, con il suo potenziale intermodale e di servizio. Eppure la velocita’ di trasformazione delle aree portuali rispetto a quelle urbane e’ uno dei fattori che lo porta ad essere un sistema chiuso e separato dalla citta’. La progressiva incompatibilita’ di molte attivita’ portuali, vuoi per la rumorosita’, vuoi per ragioni di sicurezza e di controllo doganale stanno spingendo sempre di piu’ alcune aree portuali verso il decentramento.
A questo proposito molte sono state le amministrazioni Comunali che hanno riscoperto e riqualificato aree portuali ed edifici dismessi a ridosso della citta’ e ne hanno fatto centri di iniziative culturali e di recupero urbano.
Nella relazione del gruppo di lavoro del Ministero si legge che l’esperienza degli anni piu’ recenti dimostra la difficolta’ nella composizione di interessi a volta contrastanti e di situazioni critiche che si vengono a creare tra Ammnistrazioni Comunali e Autorita’ Portuali.

Per superare tali problematiche si suggerisce di confrontarsi con il sistema infrastrutturale, con la sua sfera economica e ragionare in termini di complessita’, di integrazione, e riconoscere al porto la sua identita’ e autonomia.
Anche dal punto di vista procedurale si osserva che e’ proprio l’intesa con il Comune che rappresenta il vero e proprio “snodo” critico del procedimento.
L’intesa tra i due soggetti deve tener conto della coerenza con il piano urbanistico comunale, quando sono difformi non resta che apportare modifiche al PRP o adottare delle varianti ai Piani regolatori urbani.


La serata si terra' allo Yacth club di Livorno alla Spianata del Molo Mediceo alle h.19.30 circa. Introduce la conferenza Giovanni La Letta, presidente del Propeller club di Livorno.

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