"Un altro passo fondamentale per il futuro della centrale del latte si compie oggi con l'ingresso della Regione e degli altri soggetti pubblici nella Mukki. Questa novità porta all'azienda nuove risorse fresche che permetteranno di completare in serenità il nuovo stabilimento di Firenze. L'impegno dei soggetti istituzionali che hanno competenze legate all'agricoltura, per la Mukki è una garanzia per tutto il territorio affinché si preservi il legame unico fra centrale del latte e comunità locali toscane che è il vero valore su cui si è basato il passato e su cui si basa il futuro dell'azienda.
I soggetti istituzionali che hanno deciso di investire sulla Mukki hanno sposato le linee di indirizzo definite dai Comuni di Firenze, Pistoia e Livorno proprietari dell'azienda. Questa univocità di indirizzi è un grande valore che complementa sul piano strategico il grande investimento del nuovo stabilimento sul livello strutturale".
Questo il commento dell'assessore Simone Tani alle aziende partecipate alla firma del protocollo d'intesa per ricapitalizzazione della centrale del latte di Firenze, Pistoia e Livorno, siglato stamani presso la Regione Toscana.
«Sono state accettate tutte le richieste che abbiamo sempre fatto in merito alla Centrale del Latte: l'aumento di capitale per dare una certezza per la costruzione del nuovo stabilimento e inizio della privatizzazione solo dopo che lo stabilimento sarà terminato.
Questa è l'ennesima dimostrazione che le opposizioni lavorano per il bene della città e le loro proposte non possono che essere ascoltate». Questo il giudizio del capogruppo di Azione per Firenze sulla firma del protocollo per l'aumento di capitale della società partecipata dal Comune di Firenze. «In questo modo - ha spiegato Toccafondi - si pongono le condizioni economiche per la realizzazione del nuovo stabilimento della Mukki. Regione Toscana, Provincia di Firenze, Comunità montana del Mugello e Camera di Commercio di Firenze si sono impegnate a sottoscrivere l'emissione di un prestito obbligazionario convertibile, per 5 milioni di euro».
«Questo - ha concluso Toccafondi - era un importante, e non scontato, passo per garantire tutti i soggetti interessati e, soprattutto, i dipendenti dell'azienda, i lavoratori dell'indotto e gli allevatori. Nell'accordo per l'aumento di capitale, inoltre, non dovrebbero essere state inserite date per l'inizio della privatizzazione. Il percorso per la cessione delle quote pubbliche, come si legge dal protocollo firmato e come abbiamo sempre richiesto, dovrà quindi essere avviato solo dopo che il nuovo stabilimento di produzione a Novoli sarà terminato».