Incontro a Firenze organizzato dal Colap sulle professioni non ordinistiche

Redazione Nove da Firenze
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15 ottobre 2003 19:07
Incontro a Firenze organizzato dal Colap sulle professioni non ordinistiche

FIRENZE- La Toscana fa scuola tra le professioni intellettuali non regolamentate, quelle prive di un ordine ma che spesso si riconoscono in un’associazione. Erano quarantasei quelle rappresentate ieri sera nella Sala degli affreschi del Consiglio regionale, per un convegno organizzato dal Colap che è il coordinamento che raccorda queste libere professioni intellettuali. “Dopo la riforma del titolo V della Costituzione le professioni sono diventate una materia concorrente: attendiamo dal governo i principi generali – commenta l’assessore all’organizzazione della Toscana, Carla Guidi - Abbiamo però deciso nel frattempo di riconoscere giuridicamente le associazioni di queste professioni.

La legge ce lo consente, visto che si tratta, rispetto agli ordini, di istituti di diritto privato. Col riconoscimento saranno più tutelati i professionisti ma anche i consumatori e gli utenti, visto che tra i capisaldi ci sarà il rispetto di un codice deontologico, sanzioni certe per chi lo viola e la qualità assicurata da una formazione continuata nel tempo”. La Toscana è tra le prime Regioni che si è mossa su questo terreno. Tra l’altro è capofila e coordinatrice nazionale per quanto riguarda le professioni intellettuali all’interno della Conferenza delle Regioni e sta elaborando una propria proposta.

E ieri a Firenze c’erano rappresentanti anche di altre realtà territoriali, interessati al modello toscano.
Secondo la fotografia scattata dal Censis sono circa 5 milioni gli italiani che esercitano professioni intellettuali nella penisola. Un milione e 700 mila sono iscritti ad un ordine, tre milioni e 250 mila appartengono alle professioni cosiddette non regolamentate. In Toscana quest’ultimi sono circa 500 mila. Si tratta di informatici, interpreti, consulenti di orientamento al lavoro e consulenti fiscali e finanziari.

Ma ci sono, tra i tanti, anche pedagogisti, massaggiatori e podologi, reflessologi, enologi, musicisti, tributaristi, restauratori e riabilitatori, pranoterapeuti, dietisti, pubblicitari, esperti di marketing e rappresentanti di commercio.

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