Diminuire la dipendenza dall’estero e permettere la conversione delle centrali esistenti
Inquinamento: la risposta arriva dai motocicli a metano

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 settembre 2003 08:29
Diminuire la dipendenza dall’estero e permettere la conversione delle centrali esistenti<BR>Inquinamento: la risposta arriva dai motocicli a metano

FIRENZE- Sviluppo delle fonti rinnovabili e meno inquinanti, indipendenza dall’estero e no al nucleare. E’ questo, in sintesi, il percorso nel quale dovrebbe incamminarsi la Toscana nello scenario nazionale nel prossimo futuro in tema di politica energetica. E’ quanto ha dichiarato Tommaso Franci, assessore regionale all’ambiente, intervenendo sul black-out che ha colpito l’Italia. “La politica energetica della Regione – ha dichiarato Franci – ha come obiettivo di lungo periodo lo sviluppo delle fonti rinnovabili.

In questa fase di transizione occorre puntare a ristrutturare e ammodernare le centrali termoelettriche esistenti per migliorarne potenza ed efficienza ambientale sostituendo quelle ad olio combustibile con impianti a gas. In quest’ottica – ha proseguito – uno dei problemi da risolvere è quello legato alle autorizzazioni, che vanno attuate nell’arco di 12 mesi oppure decadere, non possono prevalere le ragioni del mercato. In Toscana, già da quattro anni, è stato autorizzato il raddoppio di due centrali Enel, quelle di Livorno e Cavriglia, attraverso la trasformazione in impianti a ciclo combinato.

I lavori non sono ancora partiti e vorremmo sollecitarne la realizzazione al più presto. Esiste anche l’autorizzazione per una centrale a turbogas a Rosignano”.
In Toscana attualmente esistono 4 grandi centrali termoelettriche: una a Piombino (Torre del Sale) con un potenza produttiva di 1280 Mw, una a Cavriglia (Santa Barbara) con una potenza di 250 Mw, un’altra a Livorno (Marzocco, 310 Mw) e la quarta è a Rosignano (Rosen 1) con 300 Mw di potenza. Le prime tre sono a olio combustibile, la quarta è a gas, come l’altra centrale, più piccola (100Mw) a Porcari.

All’offerta di energia elettrica concorre anche per il 22% la geotermia, che permette, con l’idroelettrica, di raggiungere una quota del 28 per cento di produzione da fonti rinnovabili che pone la Toscana è sopra al target europeo per il 2010. Il deficit tra domanda e offerta di energia elettrica da impianti sul territorio è dell’8%.
“L’incidente – ha aggiunto Franci - non è dovuto alla mancanza di potenza installata, ma ad un errore di gestione della rete che a sua volta è dovuto ad una errata impostazione della politica di approvvigionamento energetico, che punta sull’importazione dall’estero, perché costa meno, invece che dotarsi di adeguate strutture di produzione.

Ciò rende il nostro sistema dipendente da altri paesi produttori e insicuro. Una scelta scellerata. Il nucleare? Aprire nuove centrali nucleari è irrealistico, anche economicamente parlando. Nessun imprenditore in Italia o all’estero, che agisca con criteri di mercato, si muoverebbe in questa direzione. E’ molto meno costoso investire nelle centrali a ciclo combinato o nell’eolico”.
“La Toscana ha fatto la sua parte. Di recente abbiamo dato il via libera al potenziamento di due centrali elettriche, che sono ferme per responsabilità naizonali.

Abbiamo espresso anche parere positivo sull’impianto di Rosignano. Dire che tra le cause dei ritardi nel potenziamento delle centrali ci sarebbe anche l’opposizione degli enti locali mi sembra un’accusa risibile”. E’ quanto ha sottolineato il presidente della Toscana Claudio Martini ieri, a margine dell’assemblea regionale delle cooperative sociali della Legacoop, in risposta alle dichiarazioni del ministro per le attività produttive Antonio Marzano.
“Non vorrei – ha concluso Martini – che il governo cercasse in questo modo di nascondere le proprie responsabilità e volesse solo portare avanti politiche energetiche irrispettose dell’ambiente”.


Sono arrivati con un pò di ritardo rispetto alla tabella di marcia ma alla fine ce l’hanno fatta. Guidati da Sauro Turroni, senatore e vice presidente della commissione ambiente del senato, Cesarino Romani, assessore all’ambiente della Provincia di Rimini, e dal professor Roberto Rossi, il curatore del progetto, i tre scooter a metano realizzati da alcuni ragazzi dell'Istituto professionale Leon Battista Alberti di Rimini hanno fatto il loro arrivo a Firenze, provenienti da Bologna e diretti a Roma.

Si tratta di tre esemplari unici al mondo, realizzati apportando alcune modifiche a normali scooter a benzina. I motocicli, realizzati grazie al contributo della Provincia di Rimini, sono in grado di percorrere 120 km con un pieno, di eliminare la produzione di polveri sottili e di ridurre del 50 per cento la produzione di CO2 rispetto ad un motore a benzina. “E’ da apprezzare l’iniziativa di questi ragazzi – ha dichiarato l’assessore all’ambiente Tommaso Franci, presente all’arrivo dei mezzi – perché tutte le sperimentazioni sui mezzi di trasporto che permettono di realizzare veicoli a basso impatto ambientale sono da incoraggiare.

I costi? Credo che sia solo un problema di grandi numeri, come accade per la maggior parte delle tecnologie. Questi motocicli permetterebbero di ammortizzare il prezzo inziale grazie al basso del metano, uno dei combustibili meno inquinanti in assoluto”. I mezzi sono poi ripartiti in direzione di Roma per essere presentati al Ministro dell’Ambiente Altero Matteoli.

In evidenza