Dibattito sul ruolo delle Comunità montane

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 agosto 2003 19:08
Dibattito sul ruolo delle Comunità montane

In molti Consigli Comunale della Valdisieve ma dell'intera Regione si è aperta durante il mese di luglio una discussione promossa dall'Uncem Regionale in merito al ruolo delle Comunità Montane e dei Comuni montani all'interno della bozza di Statuto regionale.
Anche a Pontassieve nel primo Consiglio Comunale dopo la pausa estiva si discuterà dello Statuto Regionale ed in modo particolare del ruolo delle Comunità Montane.
Sul tema riceviamo e volentieri pubblichiamo da Massimo Zazzeri -Capogruppo Ds Comunità Montana “Montagna Fiorentina”- e Leonardo Pasquini -Capogruppo Ds Comune di Pontassieve:
"Anche a Pontassieve i gruppi di maggioranza hanno presentato un ordine del giorno che sostiene il ruolo delle CC.MM.

in Toscana. Esse -si legge nel documento- operano allo scopo di promuovere la valorizzazione delle zone montane, l'esercizio associato delle funzioni comunali, sono soggetti della programmazione regionale, concorrono alla formazione del piano territoriale di coordinamento e agli atti di programmazione provinciale e sono destinatarie non solo di funzioni comunali ma anche dell'esercizio di funzioni amministrative regionali e provinciali. La Regione Toscana fino dai primi anni ’70, nel disciplinare l'ordinamento di questi enti, nel definirne il ruolo e i compiti ha attribuito una posizione di rilievo alle CC.MM.

attribuendo loro direttamente funzioni amministrative, particolarmente in materia di attività produttive extragricole, agricoltura, bonifica integrale e montana, foreste, patrimonio agricolo forestale regionale, prodotti del sottobosco, risorse faunistiche, agriturismo.
Questo ente locale ha come fine la realizzazione degli interventi che vanno al di là delle possibilità dei singoli comuni a causa della loro limitata dimensione territoriale delle scarse risorse umane, tecniche e finanziarie soprattutto in montagna dove sono presenti la maggioranza dei “piccoli comuni”.

L’individuazione della CC.MM. come forma associativa dei comuni ribadita nelle varie leggi nazionali (dalla legge 142/90 alle leggi Bassanini al T.U. sugli enti locali, ai recenti emendamenti approvati dalla Camera al disegno La Loggia) e confermata dalle nostre leggi regionali, non toglie nulla alla loro specifica funzionalità di enti di riferimento per lo sviluppo della montagna in coerenza con le indicazioni che emergono dalla legge 97 del 1994.
In relazione alla disciplina delle comunità montane la normativa toscana risulta saldamente basata sui principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza, gli stessi principi ora inseriti nella nuova Costituzione.
Le CC.MM.

hanno costituito e costituiscono nella loro esperienza trentennale un modello importante di un’esperienza sovracomunale che non si limita all’intervento di settore, ma abbraccia una più estesa funzione di governo per lo sviluppo dell’intero territorio montano.
La valorizzazione della montagna non può che avvenire tramite le CC.MM., predisponendo e attuando i piani pluriennali di sviluppo come strumento di programmazione che definisce gli indirizzi politici e gli obiettivi strategici dell'ente e individua gli strumenti, le opere e gli interventi idonei a realizzarli.

La Regione Toscana ha già operato un riconoscimento delle CC.MM. come soggetti del decentramento amministrativo e delle politiche di programmazione. Da una parte ciò implica riconoscere e favorire il ruolo primario delle CC.MM. in quanto soggetti per la gestione associata dei servizi dei comuni, dall’altra implica anche per il futuro il riconoscimento del ruolo delle CC.MM. come soggetto principale per la programmazione e la promozione dello sviluppo dei territori montani. Nel dare attuazione al Tit.

V della Costituzione nonché nell’elaborazione del nuovo statuto, la regione deve essere impegnata non solo a mantenere ma anche a sviluppare tale ruolo delle comunità montane, esaltando la sua natura di unione di comuni, di ente locale costituito fra comuni montani e anche non montani, in un armonico quadro di rapporti interistituzionali ed in applicazione dei principi di sussidiarietà, adeguatezza e differenziazione.
Il ruolo delle CC.MM. dovrà essere rafforzato per esprimere nel migliore dei modi la natura di ente locale chiamato a curare gli interessi complessivi delle popolazioni montane e il carattere associativo finalizzato alla gestione associata di funzioni e servizi dei piccoli comuni montani (servizi alle persone, alle imprese, alla collettività).
Alle CC.MM.

non è stato riconosciuto quel rango costituzionale che la riforma del Tit. V ha riconosciuto agli altri enti locali. L’esclusione non comporta però l’estromissione della montagna dall’ambito dei principi costituzionali perché resta in vigore l’art. 44 della Costituzione. In merito a quanto sopra ricordato, la nuova formulazione dell’art. 72 proposta dal CdAL (ripetizione art. 118 Cost. !!) che individua la Comunità montana solo come forma associativa dei comuni (comma 2), appare riduttiva rispetto alla disposizione prevista nella bozza tecnica dello statuto dove le CC.MM.

sono enti locali alle quali possono essere conferite direttamente funzioni amministrative regionali.
Relativamente a questi argomenti oggetto dell'ordine del giorno, che tra l'altro sono stati ampiamente discussi all'interno degli Stati generali di Vallombrosa di un mese or sono;
Chiediamo che anche il Consiglio Comunale di Pontassieve si pronunci in merito al ruolo che dovranno avere le Comunità Montane nel prossimo Statuto Regione della Toscana. Accogliamo a questo proposito l'invito che ci è stato fatto dall'Uncem regionale di portare in discussione nei Consigli Comunali le proposte che l'Uncem ha formulato in merito alla bozza presentata ed attualmente in discussione presso la Commissione Statuto del Consiglio Regionale.

Reputiamo indispensabile riconoscere il ruolo insostituibile che hanno le Comunità Montane in Toscana; pensiamo che esse debbano partecipare a pieno titolo al sistema delle autonomie locali quale soggetto politico istituzionale, per la salvaguardia, la valorizzazione, lo sviluppo economico e sociale del territorio montano, della popolazione ivi insediata anche a sostegno dei piccoli comuni".

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