Il nuovo ordinamento della dirigenza regionale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 luglio 2003 12:24
Il nuovo ordinamento della dirigenza regionale

Firenze- Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza, con il voto d’astensione del centro destra e quello contrario di Rifondazione Comunista, la legge di nuovo ordinamento della dirigenza e della struttura operativa della Regione Toscana. Per gli articoli che riguardano la nuova organizzazione della dirigenza del Consiglio regionale si è registrato il voto favorevole anche dei gruppi di centro destra. Le modifiche apportate al modello organizzativo della Regione Toscana consentono di adeguarsi a nuove forme organizzative e competenze, superando le criticità emerse da un recente studio effettuato.

La Direzione Generale diventa la fascia alta dirigenziale con funzioni di coordinamento che sostituiscono gli attuali coordinatori, il Comitato tecnico della programmazione garantisce le integrazioni delle politiche e la trasversalità degli interventi. Le strutture di massima dimensione a supporto degli organi di governo sono la Direzione generale della presidenza, le altre Direzioni generali, l’Avvocatura. Nuovi assetti delle segreterie dei Direttori Generali, con competenze giuridiche, programmatiche, comunicative, di staff, con potenziamento dei servizi professionali di supporto.

La finalità è muoversi per obiettivi e progetti in modo trasversale ed integrato. Viene istituito anche un livello intermedio di dirigenza responsabile di area di coordinamento che assicura l’integrazione di ambiti di competenze omogenee o di funzioni trasversali. Si punta alla valorizzazione del personale attraverso la formazione dei quadri alti. Il direttore generale del Consiglio regionale assume la denominazione di Segretario generale del consiglio. Le novità introdotte dalla presente legge si applicano anche agli enti ed alle aziende regionali, nonchè all’Irpet, all’Ars, all’Apet, all’Artea, alle Aziende regionali per il diritto alla studio universitario.

“ La proposta di nuovo modello organizzativo della dirigenza della Regione Toscana, per una maggiore integrazione delle politiche, è stata estesa anche agli uffici del Consiglio regionale - ha ricordato Enrico Cecchetti (DS), vicepresidente del Consiglio regionale- per consentire di adeguarsi alle recenti novità istituzionali e rispondere alle esigenze legislative, d’indirizzo, controllo e rappresentanza. Altre modifiche saranno successivamente introdotte per la struttura consiliare con l’approvazione del nuovo Statuto.” “ Le integrazioni apportate alla legge relative agli uffici del Consiglio regionale- secondo Jacopo Ferri (Forza Italia)- sono positive, l’unico dubbio è sui tempi di introduzione del nuovo modello organizzativo, forse sarebbe stato più opportuno attendere l’approvazione del nuovo Statuto.” Giovanni Barbagli (Rifondazione Comunista) ha avanzato notevoli perplessità su una proposta innovativa, per rendere più efficiente la macchina amministrativa regionale, nata da uno studio commissionato all’esterno, le forti critiche dei sindacati e i costi molto alti che comportano i cambiamenti dirigenziali adottati, che riducono oggettivamente le risorse disponibili per il resto del comparto.

Barbagli non condivide neppure la scelta di affidare incarichi extra organico e la troppa autonomia lasciata al Segretario generale nella gestione del budget e delle risorse disponibili. Franco Banchi (UDC) ha dichiarato il voto d’astensione, affermando che sarebbe stato opportuno attendere il varo definitivo del nuovo Statuto prima di procedere alla riorganizzazione dirigenziale. “ E’ importante intervenire sul modello organizzativo per raggiungere risultati sempre più efficaci- secondo l’assessore regionale Carla Guidi- il Consiglio regionale ha problematiche diverse, ma è significativo che adotti il modello regionale, procedendo in sintonia con la giunta almeno fino all’approvazione del nuovo Statuto.

L’operazione attuata è quella di razionalizzare il ruolo della dirigenza, cercando di contenere al massimo il numero dell’alta dirigenza. Il processo riorganizzativo avrà un costo, ma ci saranno comunque risorse disponibili anche per la qualificazione delle professionalità esistenti e la valorizzazione complessiva del personale.”(RF)

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