Luci ed ombre nei punti nascita della Toscana
Nell’ambito dell’inchiesta in atto la commissione regionale Sanità ha visitato l’ospedale di Figline e quello di Ponte a Niccheri

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 giugno 2003 11:18
Luci ed ombre nei punti nascita della Toscana<BR>Nell’ambito dell’inchiesta in atto la commissione regionale Sanità ha visitato l’ospedale di Figline e quello di Ponte a Niccheri

FIRENZE – Una doppia visita che ha chiarito le idee. Questa è l’opinione comune di Annamaria Celesti di Forza Italia e di Giovanni Barbagli di Rifondazione comunista, rispettivamente vicepresidente e commissario della Quarta commissione alla Sanità e sicurezza sociale, all’indomani della trasferta presso i punti nascita ed i reparti materno infantile degli ospedali Serristori a Figline Valdarno e Santa Maria Annunziata di Ponte a Niccheri a Bagno a Ripoli, effettuata nell’ambito dell’indagine conoscitiva sui punti nascita e sul settore materno infantile in Toscana che la Quarta commissione, presieduta da Federico Gelli della Margherita, ha ormai in corso di svolgimento da circa un mese.

Ad accompagnare la Celesti e Barbagli prima a Figline e poi a Ponte a Niccheri sono stati i consiglieri Pieraldo Ciucchi dei Socialisti democratici, Franco Banchi e Marco Carraresi dell’Unione democratica di centro, nonché il direttore generale dell’azienda sanitaria 10 di Firenze, Paolo Menichetti, sotto la cui giurisdizione rientrano i due ospedali. Secondo la Celesti la doppia visita ha confermato che in Toscana esiste una situazione a macchia di leopardo con reparti di eccellenza ed altri che invece offrono livelli di criticità tanto da non rispondere agli obiettivi previsti.

Per quanto riguarda Ponte a Niccheri, pur con delle carenze strutturali, ad esempio i servizi igienici insufficienti e la sala parto da ristrutturare, la situazione del punto nascita è di buon livello, mentre addirittura migliore è la condizione generale del reparto di ostetricia, con la conseguenza che il reparto di degenza può essere considerato il vero punto di forza del sistema perché strutturato in modo che la mamma possa tenere il suo bambino nel pieno rispetto della privacy. A Figline invece, sempre secondo la Celesti, la situazione è più problematica ed anche se è in corso una radicale riorganizzazione della struttura, che comporterà una trasformazione della stessa concezione del parto, occorre vedere quali saranno i risultati della scelta di andare verso la realizzazione di un punto nascita imperniato sulle figure delle ostetriche.

In altre parole, bisognerà vedere se le donne gradiranno o meno un tipo di parto in cui le ostetriche svolgeranno il ruolo chiave e fondamentale senza l’ausilio del medico se non in casi particolari e straordinari. Con tutto ciò la Celesti ha concluso affermando che l’organizzazione che sta mettendo in atto l’azienda sanitaria di Firenze per quanto riguarda la figura dell’ostetrica rappresenta il raggiungimento di un obiettivo, nell’ambito del progetto sui servizi consultoriali nel percorso nascita e l’assistenza territoriale in gravidanza e puerperio, che è quello secondo cui la donna deve essere presa in carico dal momento in cui inizia la gravidanza fino a quando ritorna a casa col bambino.

Anche Barbagli ha evidenziato, per quel che riguarda un discorso generale, che la doppia visita ha offerto spunti interessanti ed ha chiarito molte idee. Nel caso del Serristori, secondo il consigliere regionale di Rifondazione, questa visita assumeva un significato particolare perché doveva servire, come poi è realmente accaduto, a comprendere che cosa si è verificato negli ultimi tempi, dal momento che è in atto la trasformazione del punto nascita con l’attivazione della casa del parto il cui fine, ha sottolineato Barbagli, è demedicalizzare il percorso nascita dando alle ostetriche il potere di decidere anche quando è necessario o meno l’intervento del medico.

Occorrerà vedere, secondo Barbagli, quale sarà la risposta della popolazione, perché è chiaro che un percorso nascita del genere non può sostituire quello tradizionale e comunque deve essere una libera scelta della donna partoriente. Ad ogni modo, nel complesso, Barbagli si è detto soddisfatto per le informazioni e le indicazioni ottenute dalla missione a Figline ed a Ponte a Niccheri e proprio rispetto a quest’ultimo ospedale ha voluto evidenziare il buon livello di assistenza, fatte salve alcune critiche relative a problemi di natura strutturale.

(mc)

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