Le autonomie funzionali all’interno del nuovo statuto della Regione Toscana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 giugno 2003 07:03
Le autonomie funzionali all’interno del nuovo statuto della Regione Toscana

Sistema camerale ed università si candidano a ricoprire ruoli funzionali alle esigenze dei sistemi produttivi e chiedono di avere la loro giusta collocazione nelle ”Carte fondamentali” che lo Stato e la Regione si stanno per dare.
E’ questo, in estrema sintesi, l’obiettivo con il quale, Unioncamere e alcune Università della Toscana, hanno promosso ieri un convegno dal tema “Le autonomie funzionali all’interno del nuovo statuto della regione Toscana”.
L’espressione Autonomie funzionali, lo ricordiamo, trae origine dalla cosiddetta ‘legge Bassanini’, che vi annoverò, appunto, Università e Camere di Commercio, quali Enti a valenza istituzionale, dedicati ed espressione , da un lato, della cultura e della ricerca, dall’altro, dell’economia e dell’imprenditorialità.


Nel momento in cui le regioni stanno discutendo sulla modifica del titolo V, parte seconda della nostra Costituzione, e andranno a dotarsi dello strumento statutario, le Camere di commercio e le università chiedono di non rimanerne estranee. “Il riconoscimento del ruolo positivo delle autonomie funzionali - ha affermato il presidente di Unioncamere Toscana Pierfrancesco Pacini - è, non solo un segno di consapevolezza e maturità nella crescita complessiva del sistema locale, ma, anche, una dimostrazione di forza e di progresso nella democrazia”.
Attraverso queste è infatti possibile dar voce e spazio a quelle comunità di cittadini che, seppur particolari, sono essenziali per lo sviluppo del benessere economico e culturale.
Secondo Pacini, in un moderno concetto di attenzione alla società, vi è assoluta sintonia tra l’autonomia istituzionale, che si situa a livello massimo della rappresentatività generale, e l’autonomia funzionale, che si esprime e si riconosce nello sviluppo e nella cura di una comunità particolare/settoriale e che, in quanto tale, può apportare benefici contributi nella vita politico-amministrativa territoriale.
Ecco perché il sistema camerale rivendica uno spazio negli statuti regionali e, in virtù di una cooperazione che sempre si è manifestata ad ogni livello, attendono dalla Regione Toscana una risposta positiva alle istanze che propongono.
Così, il sistema camerale si candida a ricoprire ruoli nuovi e funzionali alle esigenze dei sistemi produttivi, facendosi interprete e stimolo: nello sviluppo e nella gestione delle logiche produttive e della nuova economia; rispetto alle dinamiche derivanti dalla partecipazione alla comunit‡ dellíUnione Europea; relativamente all’etica nel business; allíinterno dei processi di e-government, finalizzati ad una semplificazione e trasparenza dellíazione pubblica nei confronti dei cittadini-utenti , e nella collaborazione tra Camere di Commercio ed associazionismo di rappresentanza. “Che lo statuto, coraggiosamente, ne dia atto - ha concluso Pacini - e possa pertanto prevedere l’attribuzione, per delega, al sistema camerale di funzioni amministrative regionali o locali, la partecipazione propositiva ed attuativa ai programmi di sviluppo e alla vita delle altre Autonomie locali, così da favorire la promozione, e l’aggregazione, delle componenti socio-economiche dell’intero territorio”.

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