Ambiente: i prodotti di Ecoespanso non corrispondono al progetto originario

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 giugno 2003 13:42
Ambiente: i prodotti di Ecoespanso non corrispondono al progetto originario

L’impianto di Ecoespanso marcia ancora a potenzialità inferiori a quelle di progetto. Inoltre, nel processo produttivo, durante le indagine effettuate, non veniva aggiunta argilla e quindi il prodotto finale non è quello previsto dal progetto e oggetto di ammissione al finanziamento comunitario. Ancora, la presenza di cromo esavalente nei filtri a maniche in quantitativi notevolmente diversi non dà garanzie sui controlli effettuati sulle emissioni, in quanto i medesimi non sono mai stati eseguiti nelle condizioni peggiori.

Questo è quanto ha messo in rilievo una recente indagine svolta dall’Arpat sull’impianto di Ecoespanso a Santa Croce sull’Arno, che si occupa di trattamento dei fanghi provenienti da attività conciarie. I risultati sono stati comunicati nella seduta della VI Commissione, presieduta da Sirio Bussolotti (Ds), dall’assessore regionale all’ambiente Tommaso Franci. Franci ha risposto in Commissione a tre interrogazioni sull’argomento, presentate rispettivamente dal consigliere Piero Pizzi (Forza Italia), dai consiglieri Marco Carraresi e Franco Banchi (Udc) e dal consigliere Luciano Ghelli (Comunisti italiani).

Franci ha anche comunicato che il responsabile regionale del Fondo Fesr ha recentemente inviato il rapporto della Commissione europea in seguito a una missione di conrollo, in cui si afferma che attualmente non sussistono le condizioni per il completamento del finanziamento. Dovrà quindi essere fatta una nuova perizia per stabilire definitivamente se la funzionalità dell’impianto è idonea per il raggiungimento degli obiettivi ambientali per i quali era stato concesso il finanziamento. Inoltre partirà, nell’ambito del Comitato di sorveglianza, una commissione di indagine sul progetto Ecoespanso.

Piero Pizzi ha dichiarato che, adesso, risulta chiaro a tutti e si evince anche dalla risposta dell’assessore che l’impianto non è in grado di rispondere alle finalità originarie, e che quindi le preoccupazioni erano fondate. In attesa delle risposte del comitato tecnico è dunque necessario capire che cosa è attualmente questo impianto. Franco Banchi ha rivendicato la primogenitura nell’aver sollevato la questione all’attenzione della Regione, mentre Luciano Ghelli, dichiarandosi soddisfatto della risposta, ha sollecitato il massimo rigore istituzionale nei controlli.

(cem)

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