L’abbazia di San Salvatore nel Monte Amiata fu una delle più ricche e potenti nell’alto medioevo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 giugno 2003 18:59
L’abbazia di San Salvatore nel Monte Amiata fu una delle più ricche e potenti nell’alto medioevo

Una delle prime del centro Italia, sicuramente la più importante della Toscana meridionale. A confermarlo oggi alcune recenti scoperte paleografiche che attribuiscono alla biblioteca abbaziale una ventina di codici manoscritti dell’XI secolo, la fase di maggiore espansione per il monastero amiatino. L’annuncio è stato dato a Siena nel corso del convegno “La Tuscia nell’alto e pieno medioevo” organizzato dalla Provincia insieme all’Università di Siena e altre istituzioni di ricerca e enti locali.

I lavori proseguono domani a Abbadia San Salvatore. Il professore americano Michael Gorman, paleografo codicologo, ha presentato il suo studio sui codici amiatini nel quale attribuisce per la prima volta l’origine amiatina a preziosi volumi oggi conservati nelle biblioteche più importanti d’Italia e d’Europa.
<

Confermando l’importanza del fondo monastico all’epoca>>, ha detto il professor Gorman.
L’abbazia ebbe grande influenza in tutta l’area da Montepulciano sino a Tarquinia, alla bassa Maremma e al monte Amiata. In mille anni di storia (venne sciolta dal Granduca Leopoldo nel 1780) non subì mai danni rilevanti né distruzioni, e questo ha permesso la conservazioni sino ad oggi di molti e importanti documenti. L’archivio è oggi conservato alla Biblioteca di Siena, mentre di questi codici non se ne conosceva l’esistenza.

Il nucleo è conservato alla Biblioteca Vaticana, proveniente dal fondo di Palazzo Barberini; altri codici sono sparsi tra la biblioteca cassanatense di Roma, la biblioteca del duomo di Perugia, quella Laurenziana di Firenze.
Oggetto dei volumi le opere di padri della chiesa, da Gregorio a Isidoro a Beda, e opere del rinascimento carolingio tra cui Alcuino (consigliere di Carlo Magno), Rabano Mauro e Aimone di Auxerre, grandi autori dell’epoca.
<

Questo lavoro voleva colmare una lacuna: che l’abbazia aveva possibilità economica di produrre certe pubblicazioni>>.
Il lavoro del professor Michael Gorman è stato oggetto di una pubblicazione alla fine del 2002 “Manuscript Books at Monte Amiata in the eleventh century”. Non è stato ancora pubblicato in Italia.
Il convegno è organizzato in memoria di Wilhelm Kurze, scomparso nel 2002, e che basò molti dei suoi studi sulla Toscana e Abbadia San Salvatore dell’alto medioevo sul rapporto tra fonti e storia dei territorio.

Domani è in programma ad Abbadia San Salvatore una sessione di lavori con interventi di Giovanni Cherubini (Università di Firenze), Carlo Citter, Franco Cambi e Italo Moretti (Università di Siena), e Amleto Spicciani (Università di Pisa) e Paolo Delogu (Università La Sapienza di Roma).

In evidenza