Cantieri Alta Velocità sulla tratta appenninica Bologna-Firenze: mancano all'appello altre 900.000 tonnellate di materiali per terminare i lavori

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 maggio 2003 10:03
Cantieri Alta Velocità sulla tratta appenninica Bologna-Firenze: mancano all'appello altre 900.000 tonnellate di materiali per terminare i lavori

Risulta talmente macroscopica (900.000, non è chiaro se tonnellate o metri cubi) la nuova richiesta di inerti da parte della TAV per la cantierizzazione della tratta Firenze-Bologna, che non si può fare a meno di tornare a interrogarsi con severa preoccupazione sull'affidabilità degli studi preventivi alla realizzazione dell'Alta Velocità. La quantità di materiali necessaria a realizzare l'opera è un dato di rilevanza significativa, considerati i risvolti ambientali pesantissimi, e ormai ben noti, conseguenti all'estrazione, alla lavorazione e alla movimentazione dei medesimi.

Tanto da far sorgere il sospetto che una 'sottostima' di tale entità rispetto alle necessità prospettate all'inizio dei lavori, se non dovuta a pressappochismo progettuale, possa essere stata a suo tempo indotta dal timore di non creare troppo sconcerto tra le comunità mugellane sul reale impatto dell'opera.
Del resto, questo supplemento di inerti richiesto al Mugello non è il primo, dopo la chiusura della Conferenza di servizi nel '95 e l'approvazione dei siti e degli ingenti quantitativi da prelevare nella stessa regione.

Fra questi spiccava lungo la Sieve Cardetole, con la movimentazione dei suoi 2.400.000 metri cubi di inerti (1.500.000 da estrarre, 900.000 da ricollocare), in una zona che rientrava nelle aree di naturale esondazione del fiume, in spazi già individuati dall’Autorità di Bacino come casse di laminazione, sui più fertili campi della vallata, fonte di foraggio biologico per le mucche produttrici del latte Biomukki e non lontano dai pozzi dell'acquedotto di Borgo San Lorenzo (dalla parte opposta della Sieve).
A questi quantitativi fissati in Conferenza di servizi furono addizionati nel '98, provocando un ampliamento della cava di Cardetole, i materiali aggiuntivi richiesti per la cantierizzazione dell'ultimo tronco della tratta, quello che collega il Mugello a Firenze (la cosiddetta 'tratta sospesa' Firenze Castello), approvata il 28.7.'98.
Ancora una volta l'Associazione di volontariato Idra che monitora da anni i lavori, si chiede e gira la domanda al sindaco Bolognesi: "Su quale base di affidabilità fu redatta la V.I.A.

che ha così pesantemente sottostimato le necessità dell'opera? Ed è davvero opportuno che a 'togliere le castagne dal fuoco' a un'opera così faraonica e arrogante come la TAV siano le popolazioni del Mugello, attraverso i loro amministratori? Non sarebbe invece il caso di chiedere il conto a chi si è reso responsabile di tutte queste ingegnerie progettuali?". E ancora, scrive Idra al primo cittadino di Vicchio, "la richiesta ufficiale di TAV sarà corredata da un adeguato studio di impatto ambientale sull'area in riva al fiume Sieve indicata come potenzialmente estrattiva?".
Non è questione di poco conto, se si pensa alle conseguenze sugli equilibri fluviali che potrà provocare l'apertura di questo nuovo fronte all'esterno dell'area già 'TAVvelenata' del Mugello, e se si considera che le 450.000 tonnellate richieste a Vicchio dovrebbero essere comunque conferite all'impianto di trattamento di Cardetole (nel Comune di Borgo di San Lorenzo), con un continuo andirivieni di mezzi pesanti.

Chi si occuperà di impedire che i cittadini siano costretti a convivere con una nuova "pista di cantiere" (con fango d'inverno e polvere d'estate)?
Se è vero poi che gli esponenti della TAV hanno riferito questo nuovo fabbisogno alle necessità relative al completamento dell’opera per ultimare quanto prima gli interventi di messa in sicurezza delle gallerie, sorge spontanea un'altra domanda: di che tipo di messa in sicurezza stiamo parlando? 900.000 tonnellate di inerti sono infatti una cifra grossa se si pensa a errati calcoli progettuali, ma sembrano davvero pochini se si dovesse metter mano alla vera "messa in sicurezza della galleria", che per 60 km fra Paterno e Bologna corre senza il tunnel di soccorso…
E ancora: si tratta di 900.000 tonnellate o invece di 900.000 metri cubi (unità di grandezza alla quale si fa in genere riferimento quando si parla di inerti)? Va tenuto presente che 900.000 metri cubi peserebbero assai di più di 900.000 tonnellate: fra 1.200.000 e 1.600.000 tonnellate.

Senza contare lo strato di suolo fertile superficiale (il 'cappellaccio') che, nel caso della quota parte di prelievo lungo la Sieve, andrebbe rimosso e allocato altrove prima delle attività di estrazione degli inerti utilizzabili per l'Alta Velocità.
Idra chiede al sindaco ragguagli anche su un altro punto: gli organi di controllo - in particolare l'Osservatorio Ambientale Locale e l'Osservatorio Ambientale Nazionale - sono stati messi al corrente di questa richiesta? sono stati messi in grado di esprimere un parere tecnico? è possibile conoscerne i contenuti?
Idra chiede al primo cittadino di Vicchio, che - si legge - ha promesso che la decisione finale sarà presa di concerto con i cittadini, di poter consultare da subito - e tempestivamente in futuro - ogni documentazione relativa a questo nuovo capitolo della "storia infinita TAV", così da portare all'amministrazione mugellana il contributo della propria lunga esperienza di associazione di volontariato impegnata sul fronte della tutela dell'ambiente.
E infine, un pensiero alla storia di questa terra.

Il 2003 è l'anno dei festeggiamenti dedicati a don Lorenzo Milani in occasione dell'ottantesimo dalla nascita. Nella lettera al sindaco Alessandro Bolognesi, Idra si domanda "se una cava da 450.000 tonnellate (o metri cubi?) nel Comune che lo vide protagonista - insieme con i suoi "ragazzi" - della ricerca di un modo possibile di essere cittadini responsabili e consapevoli, sia il genere di regalo che il priore di Barbiana avrebbe gradito. Se accondiscendere alle esigenze di un'opera che dissangua l'erario e il territorio sarebbe una scelta coerente col messaggio che don Milani ha voluto lasciare a tutti noi attraverso la sua azione di uomo e di educatore".

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