Ieri sera Stefano Bollani al pianoforte con l’Orchestra della Toscana per la prima esecuzione del suo Concertone a Fabbrica Europa (Stazione Leopolda)

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 maggio 2003 07:40
Ieri sera Stefano Bollani al pianoforte con l’Orchestra della Toscana per la prima esecuzione del suo Concertone a Fabbrica Europa (Stazione Leopolda)

In prima nazionale ieri sera il nuovo progetto di Stefano Bollani, un’originale sinfonia jazz orchestrata in collaborazione con Paolo Silvestri, che ha curato gli arrangiamenti e ha diretto l'Orchestra, in un concerto che aveva come solisti anche Ares Tavolazzi e Walter Poli. Un concerto per pianoforte, contrabbasso, batteria e orchestra la cui struttura è in 4 tempi come in un concerto classico: allegro, adagio, scherzo, allegretto. Nella prima settimana di settembre i musicisti registreranno il Concertone per l'etichetta francese Label Blue.

Il disco sarà in uscita all'inizio del 2004.
Spazio gremito da un pubblico giovane e appassionato e tuttavia non adatto acusticamente all’occasione e con molti rumori circostanti, la stazione Leopolda ieri sera ha offerto a Bollani un banco di prova non facile. A gennaio Bollani ha ricevuto il premio della prestigiosa rivista giapponese Swing Journal: New Stars Award. E davvero sembra che il talento italiano sia in una fase cruciale della sua carriera. Un momento in cui sia indispensabile il confronto con grandi interpreti, per metter in atto quel salto di qualità, che necessariamente deve contrassegnare, ad esempio con un inconfondibile stile proprio, la musica di un solista.
Sono più di tre anni che Bollani, Tavolazzi e Paoli hanno dato vita a questa formazione con la quale stanno incidendo in Giappone per la Venus Records.

Con Paolo Silvestri c'è una collaborazione ormai consolidata: hanno già lavorato insieme in Vento di Barbara Casini, la scorsa estate con Gino Paoli, per Toscana Musiche, e nell'omaggio a Gershwin con Rava e Gato Barbieri. La musica del pianista Bollani vive all’insegna dell’ironia, di un marcato sapore italiano, di un piacevole e frizzante rapporto con il passato, caratteristiche evidenti anche nella musica per orchestra eseguita ieri sera. Come miglior talento del jazz ha vinto il referendum della rivista Musica Jazz nel 1998 e il Django d’or italiano nel 2000.

Nel 2002 ha vinto il Premio Positano come miglior musicista jazz. Però adesso deve fare grande attenzione a selezionare le occasioni e le scelte. Ma soprattutto dovrà cercare stimoli importanti. Che non significa grandi complessi musicali, quanto forte passione interpretativa, come quella che abbiamo apprezzato settimane fa al Nazionale di Quarrata, nel suo duetto pianistico con Antonello Salis.
Fondata nel 1980, l’ORT è considerata una tra le migliori orchestre da camera in Italia. Ma ieri sera, l’atteggiamento, lo spirito dell’orchestrazione che spesso non amalgamava la musica del trio e delle sezioni dell’orchestra, l’originalità melodica, non si potevano definire il meglio del repertorio né di Bollani, né dell’ORT.

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