Regione e Comuni toscani finanzieranno i progetti d'emergenza e di ricostruzione dei movimenti per l'acqua

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 marzo 2003 20:05
Regione e Comuni toscani finanzieranno i progetti d'emergenza e di ricostruzione dei movimenti per l'acqua

FIRENZE- La Regione Toscana si coordinerà con i propri Comuni, attraverso progetti di cooperazione decentrata, per finanziare gli interventi della missione di pace in Iraq promossa dalle associazioni e dai movimenti per l'acqua presenti al Forum alternativo di Firenze, in collaborazione con l'ong "Un ponte per". Lo ha annunciato il presidente della Regione Claudio Martini nel corso dell'incontro degli Enti Locali con i delegati del Forum dell'acqua in corso a Firenze.
Il Comitato italiano per un Contratto mondiale dell'acqua aveva promosso, in occasione del Forum di Firenze, una missione in Iraq per verificare la possibilità di realizzare un impianto di potabilizzazione dell'acqua e un sistema di autobotti per consentire l'accesso all'acqua potabile ai cittadini della periferia di Bassora.


"Fabio Alberti, presidente dell'ong Un Ponte Per è tornato ieri dall'Iraq - ha spiegato Lisa Clark di Rete Lilliput, tra i referenti delle missioni in corso - e ha confermato che i fondi sono già a nostra disposizione, e che c'è anche possibilità di realizzare più progetti per l'accesso all'acqua, sia per le forniture d'urgenza nel corso del conflitto, sia per la ricostruzione dopo i pesanti bombardamenti che ragionevolmente prevediamo. Come pacifisti è nostro dovere essere, come anche in passato, al fianco delle vittime civili anche durante il conflitto".
"In collaborazione con i Comuni della mia Regione - ha dichiarato Claudio Martini - è mia intenzione sostenere i progetti per l'acqua che le associazioni vorranno promuovere in Iraq".

Un passo concreto e costruttivo, nato dalla collaborazione tra istituzioni e società civile, per la costruzione di una pace possibile grazie alla garanzia dei diritti fondamentali.

Un Tavolo nazionale permanente di confronto tra Enti locali e movimenti sui servizi d'acqua, per monitorare il fenomeno delle privatizzazioni e garantire il diritto all'acqua per tutti. Inoltre l'impegno preso da Claudio Martini per l'organizzazione un seminario di riflessione sulla gestione dei servizi idrici fra Enti locali e organizzatori del Forum alternativo mondiale dell’acqua, nell'ambito del Forum Sociale Europeo che si terrà a Parigi nel novembre prossimo.

Questi i risultati più rilevanti del confronto tra Enti locali e società civile nel corso del 1° Forum Alternativo Mondiale dell'acqua di Firenze.
Risultati nazionali, ma anche locali: “La Regione Toscana si impegna per organizzare un seminario di riflessione sulla gestione dei servizi idrici fra la giunta e gli organizzatori del Forum alternativo mondiale dell’acqua”. Questa la proposta di Claudio Martini, presidente della Toscana, annunciata nel corso della tavola rotonda “Il ruolo e gli impegni dei poteri locali”.

La dimostrazione che il dialogo fra enti locali e cittadini, come è più volte stato ribadito nel corso del seminario, è necessario per creare politiche idriche basate sul principio di “acqua come bene comune”.
Confronto aperto, e molte critiche, rispetto al processo di cogestione pubblica-privata delle risorse idriche attuato in molte regioni italiane, Toscana compresa. “Non auguro a nessuno il cosiddetto ‘modello toscano’ " ha detto Roberto Renai, consigliere comunale di Pian Castagnaio (Si), descrivendo il funzionamento dell’Ato 4.

Un’autorità di ambito dove “è stato detto ai cittadini che devono consumare una maggiore quantità di acqua, - ha spiegato - passando dai 200 litri al giorno a 320, altrimenti la tariffa non può mantenersi bassa e competitiva”.
“Proprietà pubblica delle risorse idriche significa anche gestione pubblica – ha sottolineato Paolo Cerutti, sindaco del comune lombardo di Magreglio – fuori da questa logica si parla di privatizzazione”. E sulla questione la Lombardia si esprimerà entro il 2004, grazie al referendum abrogativo della legge regionale sulla privatizzazione della gestione, approvato grazie all’impegno di 150 comuni della regione (su un totale di 1500).

Una lotta trasversale, che nella volontà di mantenere pubblica la gestione dell’acqua, è riuscita ad unire comuni di diverso orientamento politico.
Diversa la storia del Trentino illustrata da Roberto Pinter, vicepresidente della Provincia autonoma di Trento. Una zona, questa, che dopo aver subito le decisioni del governo italiano sulle concessioni e lo sfruttamento delle risorse idriche, senza peraltro vedere alcun profitto, ha ottenuto nel 1999 la Carta di autonomia, che ha concesso alla provincia il demanio idrico.
Ai sindaci italiani, ma non solo, è stato invece rivolto un appello dal francese Jacques Perreux, primo cittadino del comune di Marne La Vallée.

“Se volete che un altro mondo sia possibile – ha detto – non importate la gestione pubblico-privato francese”. E’ invece ancora possibile un percorso diverso, vale a dire il passaggio da privato a pubblico. “A Grenoble, dove dopo la scoperta della corruzione della giunta di destra, si è fatto ritorno alla municipalizzazione – ha spiegato Perreux – i costi dell’acqua sono diminuiti del 44%!”. Riprendendo gli spunti offerti da Emilio Molinari, presidente del Comitato Italiano Acqua, fra la strada che porta alla mercificazione dell’acqua e quella che chiede di riscrivere la nozione di diritto all’acqua come bene comune, il sindaco di la Marne è stato chiaro riguardo alla sua scelta.

Ha infatti proposto direttamente ai servizi pubblici esistenti (pari ancora al 95% in tutto il mondo) di mettersi in rete, “perché con le strutture pubbliche che ancora esistono, - ha detto - possiamo proclamare l’acqua un diritto di tutti, e “liberare” quel 5% di acqua ormai privatizzata”.
Anche i parlamentari dei Paesi europei presenti al Forum hanno preso l'impegno di sostenere le proposte lanciate dalle associazioni presenti al 1° Forum mondiale dell'acqua, attraverso una Carta di principi in base alla quale costituire un vero e proprio Parlamento Mondiale dell'acqua.

"Da nessuna parte -afferma un comunicato dell'Associazione di volontariato Idra- nei comunicati stampa del I° Forum Alternativo Mondiale dell'Acqua alla Fortezza da Basso a Firenze, siamo riusciti a trovare un cenno allo scempio idrico in corso da anni a pochissimi chilometri dal capoluogo toscano.
Eppure ogni minuto secondo che passa - e ormai da mesi - se ne vanno dalla falda dell'Appennino 350-400 litri di ottima acqua di montagna.

Sono le cifre che descrivono le perdite di uno solo dei tanti cantieri (Marzano, Comune di Borgo S. Lorenzo) aperti nei Siti di Importanza Comunitaria per la costruzione della linea ferroviaria ad Alta Velo-Voracità TAV Spa, fra Bologna-Firenze. Una cantierizzazione che sta prosciugando i territori attraversati e al tempo stesso le casse dello Stato (inizialmente l'erario avrebbe dovuto contribuire col 40% della spesa, per un totale di 850 miliardi di vecchie lire: oggi il costo pubblico è pressoché decuplicato, avendo raggiunto la cifra di almeno 8.250 miliardi!).
Come mai i problemi ambientali, quanto più sono vicini e concreti, sembrano evaporare dalle coscienze di questi nobili consessi? Con quale stato d'animo i promotori hanno potuto chiedere e offrire ospitalità alle istituzioni maggiormente responsabili delle scelte legate a questa doppia emorragia di risorse (territoriali e finanziarie), come la Giunta Regionale toscana? Perché nessun atto di denuncia è stato sollevato al riguardo dalle tribune di questo autorevole Forum? E che senso si dovrebbe ragionevolmente attribuire a messaggi come quello indirizzato al Forum dal Capo dello Stato, secondo il quale "la gestione sostenibile delle risorse idriche rappresenta una delle più importanti sfide" - leggiamo nelle cronache - , quando lo stesso Carlo Azeglio Ciampi, informato del disastro ambientale in atto da anni in Mugello e sollecitato ad intervenire, non ha risposto una sola riga al riguardo, spettatore apparentemente impassibile della vera e propria guerra portata all'acqua dalla pessima progettazione e cantierizzazione TAV?
Se questo di Firenze è un Forum alternativo, cosa sarebbe stato un Forum ordinario? Ancora una volta purtroppo, commenta l'associazione di volontariato ecologista Idra, sorge legittimo il dubbio che i grandi temi servano da mero fondale per passerelle di parte.

Parlando di acqua e di interessi generali, in Toscana e nel Paese, non sarà peregrino ricordare che il progetto TAV, sgradito alle popolazioni del Piemonte, della Lombardia, del Veneto, della Liguria, dell'Emilia-Romagna e della Toscana, interferisce gravemente proprio con quell'ambiente e quelle risorse idriche che nel Forum Mondiale Alternativo si dichiara di voler tutelare con la proposizione di politiche appropriate.

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