Seatec battezza la prima associazione nazionale degli artigiani della nautica da diporto

Redazione Nove da Firenze
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22 febbraio 2003 08:53
Seatec battezza la prima associazione  nazionale degli artigiani della nautica da diporto

Carrara – Seatec tiene a battesimo la prima associazione italiana delle aziende artigiane che operano nella nautica da diporto. L’iniziativa sarà presentata ufficialmente oggi dal Vice presidente Nazionale di CNA, Cristina Bandinelli, in chiusura della prima Rassegna della componentistica per la nautica che per tre giorni ha riunito a Marina di Carrara un ricco parquet di operatori (100 gli espositori per un totale di 150 marchi) e i rappresentanti delle categorie economiche. Fin qui accorpati nei vari settori di riferimento (nella chimica i produttori di scafi in vetroresina, tra i metalmeccanici quelli delle componenti metalliche, con il mobile quelli delle parti in legno), gli artigiani della nautica da diporto avranno ora un loro specifico comparto.

“La nascita di un’organizzazione associativa a tutti i livelli territoriali dal provinciale al regionale al nazionale”, ricorda Cristina Bandinelli, “permetterà alle aziende del settore di avere maggiore spinta e impulso per poter affrontare tutte le tematiche legate al settore della nautica da diporto. Sia che si tratti di reperire aree per nuovi insediamenti, oppure di formazione professionale di personale altamente qualificato sempre più richiesto, o ancora di promozione dei prodotti a livello nazionale o internazionale con la creazione di una vera e propria rete di aziende specializzate”.

L’iniziativa contribuirà tra l’altro a dare al settore un profilo quantitativamente più credibile. Consentirà ovvero di sapere con maggior certezza quante aziende vi operano, con quanti dipendenti e collaboratori e quale sia il giro d’affari reale. “L’esigenza di costituire un’associazione di mestiere che raggruppi tutti gli operatori del settore era davvero molto sentita sia dai nostri associati che, in generale, dagli imprenditori del settore”, spiega Giuliana Valteroni, direttore della CNA di Massa Carrara, la prima in Italia a dar vita, nell’aprile scorso, a un’associazione nautica a livello provinciale.

Oggi ne fanno parte oltre 50 aziende (cantieri di megayacht, allestitori di interni, impiantisti di vario genere, alla costruzione di scafi in vetro resina).
Il getto è filiforme, acqua mista a polvere di silicio. Ma la potenza con cui viene sparato ne fa una bisturi capace di tagliare senza sforzo e senza sbavature anche materiali durissimi: 5 mila e più atmosfere, l’equivalente della pressione esercitata da una colonna d’acqua alta 50 chilometri, che consentono di trattare anche marmo e acciaio come se fossero cera.
Delle meraviglie consentite da questa e simili tecnologie è pieno Seatec, il Salone della componentistica navale e per la nautica da diporto in corso fino a domani a Marina di Carrara.

Raffinatissime mappe nautiche elettroniche, gru tascabili, marmi intarsiati superleggeri e perfino un imputo specialissimo che consente di far carburante escludendo l’acqua o altre impurità, ovvero un’assicurazione per non farsi fregare da benzinai troppo furbi.
Per lo più si tratta di manufatti di gran lusso. Il costo delle materie prime, già assai alto, è infatti moltiplicato da tecnica e applicazioni. Manufatti da love boats o da superbarche miliardarie, ovvero i megayacht di cui l’Italia e in particolare la Versilia sono da anni i primi e indiscussi produttori al mondo.
Le lastre dei marmi più pregiati possono dunque acquistare sottigliezze quasi cartacee (anche 2 millimetri), rinforzate da strutture in alluminio a nido d’ape e da fondi in lega di carbonio.

Il tutto di una leggerezza estrema (10 chili al metro quadro) ideale per la nautica. Le espongono soprattutto aziende specializzate di Carrara (la Adolfo Forti Marmi, la Furrer, la Bertozzi, la Paliotti, la Corsi & Niccolai), ma anche liguri (Zunino). Il costo è sui 350 Euro al metro quadro, ma le particolari esigenze di architetti e progettisti finiscono spesso per raddoppiarlo.
La gru tascabile si chiama Magic ed è fresca reduce dal Mets di Amsterdam dove ha vinto il primo premio per l’innovazione.

Figlia della fantasia italiana (la produce a Bergamo il gruppo Besenzoni) è progettata per movimentare a poppa tender e altri piccoli natanti d’appoggio. E’ in acciaio, telecomandabile, ha un braccio telescopico di 2 metri e può sollevare e ruotare 300 chili. La particolarità è che sta tutta in un contenitore alto appena 57 centimetri, largo 40 e profondo 47.
La C-Map di Fosco Bianchetti espone invece le sue carte nautiche elettroniche. Sede a Carrara, staff di 450 tecnici e filiali in 22 Paesi, è leader mondiale del settore.

La Marina italiana, che ha appena acquistato 75 nuovi sistemi, naviga da anni con C-Map. Così come stanno navigando con C-Map le stesse portaerei e l’aviazione Usa in attesa del D-Day anti Saddam nelle acque del Golfo e dell’Oceano Indiano. Il business più recente di C-Map è con l’ammiragliato inglese. L’ultima innovazione si chiama invece C-Forecast, un sistema satellitare che fornisce in tempo reale la progressione delle condizioni meteo lungo la rotta che si sta seguendo.
Infine l’imbuto per carburanti.

Per l’Italia è una novità assoluta presentata a Seatec dalla Smart Tech Tunnel –Swetec. La caratteristica consiste in un filtro a rete teflon con maglie da 127 micron capace di bloccare non solo le impurità, ma anche l’acqua. Se l’imbuto funziona con i serbatoi delle barche, con gli opportuni accorgimenti può funzionare anche con le auto. E allora difendersi dai benzinai troppo furbi non sarà più un problema.

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