Tornano i "Monologhi della vagina" con una serata speciale. Il 3 marzo si svolgerà il "V-day"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 febbraio 2003 07:01
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Il "V-day" a Firenze sarà una grande manifestazione culturale, di solidarietà e di denuncia della violenza sulle donne. Dopo Roma e Parma, la terza edizione del "V-day" grazie alla promozione dell'assessorato alla pubblica istruzione e pari opportunità si svolgerà a Firenze il prossimo 3 marzo al Teatro Saschall sul Lungarno Aldo Moro dove 22 attrici ma anche cantanti e noti personaggi televisivi, si alterneranno sul palco con il testo di Eve Ensler, che sarà presente alla manifestazione. La regia è affidata a Emanuela Giordano.

Fra le novità, anche la prima recitazione dal vivo di Ornella Muti ma insieme a lei, saliranno sul palco Maruska Albertazzi, Angela Baraldi, Katia Beni, Anita Caprioli, Stefania Casini, Maria Cassi, Dodi Conti, Lella Costa, Serena Dandini, Orsetta de' Rossi, Simonetta Gianfelici, Emanuela Grmalda, Sabrina Knaflitz, Anna Meacci, Eliana Miglio, Agnese Nano, Romina Power, Francesca Reggiani e Tosca. I prezzi dei biglietti saranno di 20,00 - 30,00 - 40,00 euro oltre ai diritti di prevendita. Il ricavato della serata sarà devoluto a quattro organizzazioni toscane che si occupano di violenza contro le donne: "Artemisia - Centro donne contro la violenza Catia Franci di Firenze"; "Rawa-Afghanistan"; "Centro Antiviolenza La Nara Prato"; "Centro Donna Grosseto".

In contemporanea, saranno più di 800 le manifestazioni che si svolgeranno in tutto il mondo per il "V-day". Nato dalle conversazioni che Eve Ensler ha avuto con le donne che l'hanno avvicinata al termine delle prime rappresentazioni dei "Monologhi della vagina", "V-Day" vuole sensibilizzare sui diversi tipi di violenza subite dalle donne. L'autrice, vista la risposta delle donne che l'avvicinavano, iniziò a utilizzare i suoi spettacoli per raccogliere fondi a favore di organizzazioni che si battono per porre fine a queste violenze.

In poco tempo si è creato un vero e proprio movimento capace di raccogliere in soli cinque anni, dal 1998, oltre 13 milioni e mezzo di dollari poi utilizzati per aiutare tutte quelle organizzazioni che, nel mondo, sviluppano il proprio lavoro sul campo, sensibilizzando prima di tutto l'opinione pubblica contro le violenze (stupro, incesto, mutilazioni genitali, schiavitù sessuale) subite dalle donne. "La violenza sulle donne non nasce certo nei nostri giorni, ed è inutile ricordare che probabilmente è nata con l'uomo.

Quello che invece deve farci riflettere - ha spiegato l'assessore Daniela Lastri - è che negli ultimi anni, a fianco di chi apertamente combatte ogni forma di violenza, c'è chi mette in campo maldestri tentativi per dimostrare che la violenza sulle donne, almeno nei Paesi così detti sviluppati non c'è più. Una dimostrazione di pressappochismo ma anche la voglia di considerare alcune realtà, come la prostituzione, un fenomeno che fa parte della società". Con questa serata, si anticipano i temi che saranno affrontati l'8 marzo in occasione della Festa della donna.

"Mi piacerebbe che la serata fosse dedicata ad Amina Lawal la ragazza nigeriana che è stata condannata alla lapidazione - ha sottolineato la regista Emanuela Giodano - . Credo che si tratti di un'esperienza di cultura globale. Non è una passerella per le attrici: tutte saranno sul palco contemporaneamente e si ascolteranno. Saranno toccate tutte le sfumature della femminilità". "Pensiamo alle difficoltà riscontrate in Italia o ai tentativi di rivedere la Legge Merlin messe in atto da questo Governo che, per il momento, togliendo loro i finanziamenti, tenta di cancellare associazioni nate grazie ai provvedimenti presi nella passata legislatura - ha proseguito l'assessore Lastri -.

Pensiamo poi al fenomeno dell'infibulazione, una pratica di violenza contro le donne che purtroppo in questi ultimi anni è presente anche da noi". Il "V-Day" è quindi un momento importante per raccogliere fondi per queste associazioni che sono impegnate da sempre contro la violenza alle donne ma nelle nostre intenzioni, così come in quelle di chi lo ha ideato, deve essere prima di tutto un momento di solidarietà, di denuncia e di sensibilizzazione.

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