C'e' addirittura una interrogazione parlamentare con quasi un centinaio di firme contro Stalin a Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 febbraio 2003 19:16
C'e' addirittura una interrogazione parlamentare con quasi un centinaio di firme contro Stalin a Firenze

Spicca in primo piano il capogruppo di Alleanza Nazionale alla Camera, Ignazio La Russa, sul caso Stalin a Firenze. Cioe' una manifestazione che si dovrebbe tenere i primi di marzo per celebrare i 50 anni della morte dell'ex-dittatore sovietico.
A convocarla il Partito marxista-leninista italiano che, di queste posizioni, non e' certamente nuovo e non le ha mai nascoste.
La fiamma e' stata data dal quotidiano "Libero" che, ricordandoci tutti i crimini che Stalin e stalinismo hanno voluto dire nel passato, si è inalberato per un presunto finanziamento di questa iniziativa da parte del Comune di Firenze e della Regione Toscana: la manifestazione del Pmli si dovrebbe tenere nel Palazzo dei Congressi di Firenze, nella cui proprieta' compaiono anche queste due istituzioni.
Nessun provvedimento preventivo contro la manifestazione del partito marxista leninista in ricordo di Stalin, prevista il 2 marzo al Palazzo dei congressi di Firenze.

''La manifestazione cosi' come e' stata presentata, allo stato attuale, non si pone contro i principi del nostro ordinamento'' ha affermato Carlo Giovanardi, ministro dei Rapporti con il parlamento, in risposta, durante un question time, a un'interrogazione di An.
«Una cerimonia in Palazzo Vecchio per ricordare tutte le vittime del terrore di Stalin». E' la richiesta avanzata dal capogruppo di Forza Italia Rodolfo Cigliana in risposta alla manifestazione "Rendiamo onore a Stalin", indetta dal partito marxista-leninista, che si terrà il 2 marzo al palazzo dei Congresssi «La sinistra toscana e fiorentina, dal molteplice volto - ha rilevato Cigliana - conferma ancora una volta la vera natura della sua ideologia: implacabile nel fare uso della città per i suoi interessi di parte, determinata nel condurre le sue strategie fino a rinnegare i sacri principi della libertà e della democrazia, fredda nel manipolare e trasformare la storia fino a negare l'evidenza dei fatti, provocatrice nella scelta delle iniziative da adottare ieri per celebrare la lotta al fascismo e piangere le vittime del nazismo, domani per consentire la celebrazione nostalgica dello stalinismo e la riabilitazione di Stalin, uno dei più efferati carnefici della storia del novecento».

«Martini e Domenici, i grandi Signori della Toscana e di Firenze, tacciono - ha aggiunto il capogruppo di Forza Italia - ma tacciono anche i fiorentini. Addolora questo silenzio addolora comunque la condiscendenza espressa dai falsi intellettuali fautori del potere consolidato della sinistra. Ma addolora ancora di più l'atteggiamento permissivo e disponibile al dialogo di quei "saggi" oggi tanto di moda, schiavi di un modernismo di principio disposto ad ogni tipo di trasformismo. Dopo questa iniziativa chiederò che in consiglio comunale il sindaco Domenici organizzi una cerimonia di commemorazione delle vittime perseguitate, dei caduti nei gulag e negli ospedali psichiatrici siberiani in cui il dittatore Stalin ha sacrificato milioni di vittime: comunisti, ma anche ebrei; quegli ebrei che il sindaco ha ricordato nel Salone dei Duecento, nell'occasione della "giornata della memoria".

Ma gli ebrei stessi preferiscono forse che siano ricordate solo le loro vittime del nazifascismo? non spetta la memoria alle loro vittime dello stalinismo?» «Dopo questa iniziativa - ha concluso Cigliana - chiederò che venga intitolata a queste vittime dimenticate, sepolte dall'egoismo violento della ideologia comunista, una piazza o un largo o una via: come è stato fatto per i caduti nei lager e per i caduti nelle foibe. Nessuno può permettersi di dimenticare le vittime: e guai a chi vuole permettersi di celebrare i carnefici.

I ghiacci della Siberia sono lontani: ma i ghiacci conservano i corpi nel tempo e restituiscono alla storia dei figli quelle tragedie che la storia dei padri ha cercato e cerca di cancellare».
"Noi non sappiamo se il Pmli paghi la sala per la sua conferenza -commenta Vincenzo Donvito, presidente Aduc- ma ci sembra altamente probabile che la paghi, visto il tipo di struttura, che non e' la sala del Comune o della Regione o del Quartiere dove chiunque, dietro domandina, va a fare i propri incontri pubblici.

Comunque questo aspetto strumentale, ci interessa poco e lo lasciamo a chi ha sollevato il problema, giornalisticamente e istituzionalmente.
Quello che ci interessa -e anche molto- e' il fatto che ad una organizzazione legale, come lo e' il Pmli fino a prova contraria, si voglia impedire di manifestare e riunirsi, cosi' come avviene per qualunque altra organizzazione. Denigrare il contenuto della manifestazione? Ognuno e' libero di farlo, anche andando a distribuire volantini all'ingresso della stessa, perche' la strada e' di tutti.
Se c'e' qualcuno che sostiene che questa difesa del diritto di manifestare il proprio pensiero e' una difesa dello stalinismo, e' sicuramente qualcuno che fa finta di giocare in democrazia e liberta'.
Per quanto ci riguarda siamo quotidianamente offesi da chi crede che noi difendiamo il nazismo, il fascismo, gli storici delle Brigate Rosse, i leghisti a suo tempo, cioe' chiunque cerchi di parlare e manifestare in modo civico il proprio pensiero.

Perche' distinguiamo in modo netto il crimine dalle idee e dalla politica. Queste ultime sono una manifestazione del pensiero, mentre il crimine e' la violazione di una legge. A meno che, sempre il solito qualcuno, non voglia sancire per legge quali siano i pensieri giusti e quelli sbagliati.
Non ci stancheremo mai di ripetere che il primo emendamento del 1791 della Costituzione Usa dovrebbe diventare un punto di riferimento per tutto il mondo che si voglia chiamare libero: Il Congresso non potra' fare alcuna legge per il riconoscimento di qualsiasi religione, o per proibirne il libero culto; o per limitare la liberta' di parola o di stampa; o il diritto che hanno i cittadini di riunirsi in forma pacifica e di inoltrare petizioni al governo per la riparazione di torti subiti.
L'alternativa e' creare vittime, martiri e presunti innocenti all'esilio o in carcere.

Cioe' degli eroi -per qualcuno- che sono da emulare per potersi riconoscere in quelle idee, anche e soprattutto nelle forme estreme in cui sono costretti ad esprimersi a fronte di divieti e mancanza di spazi. Mentre crediamo che tutti abbiamo bisogno solo di persone che possono anche pensare in modo diverso dal nostro, ipotizzando anche modelli diversi di societa'.
E questo lo sosteniamo a maggior ragione per la nostra attivita', perche' dove non c'e' liberta' di pensiero e di idee, non ci puo' essere liberta' economica e diritti per ognuno".

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