Salute mentale: l’assessore Enrico Rossi replica a Vito D’Anza della Consulta Toscana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 gennaio 2003 06:50
Salute mentale: l’assessore Enrico Rossi replica a Vito D’Anza della Consulta Toscana

FIRENZE- “Sui problemi della salute mentale la Regione Toscana non ha mai abbassato la guardia. Anzi, proprio in questi ultimi tempi ha lavorato intensamente per monitorare più da vicino la situazione, cercare un rapporto sempre più stretto con gli utenti, le famiglie, le associazioni, migliorare il funzionamento dei servizi”. L’assessore regionale per il diritto alla salute Enrico Rossi replica alle accuse lanciate da Vito D’Anza, della Consulta toscana per la salute mentale, che in una lettera aperta allo stesso assessore ha denunciato il fatto che il ruolo della Toscana, “che ha rappresentato un riferimento nazionale per la sanità in generale e quindi anche per la salute mentale”, si sia ora “molto appannato”, e che nella nostra regione si sia registrato “dapprima un rallentamento e poi un completo arresto del processo riformatore”.
“Convocherò immediatamente la Consulta, per farmi riferire in modo circostanziato dove e come sono state rilevate le disfunzioni denunciate da D'Anza – ha annunciato Enrico Rossi – Contemporaneamente, però, voglio sottolineare che pur tra mille difficoltà, in un momento in cui a livello nazionale si sta facendo strada la proposta di azzeramento della legge di riforma Basaglia e di ripristino degli ospedali psichiatrici, la Regione Toscana sta lavorando intensamente per rendere invece la riforma sempre più attuale e aderente alla realtà”.

Negli ultimi due anni, ricorda l’assessore, la Regione ha costituito un organismo di coordinamento tecnico di cui fanno parte tutti i responsabili dei Dipartimenti di salute mentale. Ha cercato una collaborazione sempre più stretta con gli utenti, le famiglie, le associazioni: i due importanti appuntamenti del 2001 ad Arezzo e del novembre 2002 a Firenze avevano il duplice obiettivo, da un lato di riaffermare la tensione ideale della Regione su questi temi, dall’altro di stabilire un rapporto diretto con l’utenza, da cui derivasse una rappresentazione delle cose positive, ma anche dei limiti, per cercare insieme le soluzioni.

“E proprio alla luce delle informazioni emerse dal confronto con l’utenza – dichiara l’assessore Rossi – non posso certo condividere i giudizi drastici espressi da D’Anza”.
“Proprio per difendere l’impostazione democratica dell’approccio ai temi della salute mentale, in divergenza dalla linea che si sta affermando a livello nazionale – ribadisce l’assessore – la Regione ha delineato un percorso operativo di grande rilancio di questi temi”. In questa strategia rientrano la preparazione di una legge regionale che consolidi i principi a cui la Regione si atterrà per garantire i diritti delle persone, e la predisposizione di linee guida e programmi operativi per la realizzazione degli indirizzi fissati dal Piano Sanitario Regionale 2002-2004, con particolare riferimento all’estensione delle strutture di salute mentale (centri diurni, case famiglia, residenze psichiatriche, affidi familiari e altre forme), e ad una più chiara definizione dei compiti dei Dipartimenti di salute mentale, ivi comprese le risorse necessarie.
“In ogni caso – conclude l’assessore – provvederò a convocare immediatamente la Consulta e a riaprire il confronto avviato con le associazioni”.

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