«Salvaguardare la fiorentinità della Cassa di Risparmio». E' quanto chiede una risoluzione presentata da Luigi Morelli (Udeur). «La riforma della legge Amato dei primi anni '90 - scrive Morelli - ha modificato profondamente gli assetti delle banche di diritto pubblico introducendo la nascita degli enti morali, nuovi soggetti di riferimento degli assetti societari. La legge ha previsto l'obbligo per i nuovi enti a mantenere la partecipazione nelle società bancarie nella misura inferiore al 50% per impedirne il controllo di maggioranza».
«Anche la Cassa di Risparmio di Firenze, a seguito dell'applicazione della legge - prosegue la risoluzione - vede oggi il seguente assetto societario: la "Fondazione Cassa di Risparmio Firenze" con il 41,798 %, l'IMI S. Paolo di Torino con il 19,533%, BNP Paribas con il 6,856 %, la Cassa di Risparmio Pistoia e Pescia con il 3,810 % e altri soci con il 28,003 %. Fatto importante, al di là del peso societario, è l'esistenza di "patti parasociali", tra l'ente cassa e la San Paolo di Torino che attribuiscono la gestione strategica a quest'ultima».
Secondo Morelli questa «gestione ha prodotto, al di là della bontà delle scelte, un profondo ricambio nella alta dirigenza della banca e attribuisce le principali funzioni strategiche a pur validi managers del nord espressi dalla gestione San Paolo». Il documento presentato dal capogruppo dell'Udeur impegna l'amministrazione «ad aprire un tavolo di confronto con i rappresentanti dell'ente cassa di risparmio ipotizzando una rappresentanza del consiglio comunale per approfondire tutti questi aspetti e rappresentare gli interessi della città».