Critico sulla sanità il “referto” della Corte dei Conti in Consiglio regionale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 gennaio 2003 19:50
Critico sulla sanità il “referto” della Corte dei Conti in Consiglio regionale

Oggi a Palazzo Panciatichi, con l’apertura dell’incontro da parte del Presidente del Consiglio regionale Riccardo Nencini, la sezione regionale di controllo per la Toscana ha illustrato i principali risultati, partendo dagli equilibri di bilancio e dalle politiche del territorio (trattate dal consigliere Vincenzo Palumba) e passando dall’utilizzo dei fondi comunitari e delle attività produttive (consigliere Paolo Scaramucci), dalla sanità e dai servizi alla persona (consigliere M. Annunziata Rucireta), per concludere con l’esame sulla struttura regionale e sui costi di funzionamento (consigliere Gianfranco Bussetti).

Una panoramica completa che ha evidenziato, al di là di aspetti critici e sempre migliorabili, un giudizio nel complesso positivo. Non a caso, dai rappresentatnti sia della Corte che della Regione Toscana, è stato evidenziato lo stretto rapporto collaborativo tra le due Istituzioni. Enrico Cecchetti, Vicepresidente del Consiglio regionale, ha parlato dell’importanza del referto come strumento di controllo, in una fase di transizione per lo stesso Consiglio, impegnato nella stesura del nuovo Statuto.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’assessore al Bilancio Marco Montemagni: “Siamo giunti al quinto anno di attività della Sezione regionale di Controllo della Corte dei Conti. Cinque anni di reciproca e proficua collaborazione, tesa a rendere più efficace l’attività della pubblica amministrazione nel primario interesse della cittadinanza”. La gestione complessiva del bilancio regionale, sensibilmente cresciuto a seguito del trasferimento delle funzioni statali e dei rinnovati accordi tra Stato e Regioni, evidenzia una equilibrata politica sul versante della gestione di competenza e qualche criticità sul versante della cassa, imputabile ai ritardi del trasferimento delle risorse statali.

Il massimo contenimento nel ricorso al credito ha inoltre migliorato la situazione d’indebitamento della Regione. Sotto il profilo delle spese, malgrado il sostanziale rispetto del patto di stabilità interno, il fabbisogno complessivo, soprattutto sanitario, registra una nuova crescita. Il referto ha preso in considerazione tutte le politiche pubbliche regionali, soffermandosi in particolare sulla sanità. L’esercizio 2001 ha visto il bilancio “sanità” chiudere sostanzialmente in pareggio, come ormai avviene dal 1998.

Tale positiva situazione, condivisa in Italia solo dalle Regioni Liguria ed Umbria, ha evitato alla Toscana l’adozione delle misure di rientro e copertura (ricorso alla leva fiscale; reintroduzione dei ticket) previste dalla normativa nazionale e di fatto applicate con modalità differenziate nella maggioranza delle Regioni italiane. Va detto però che il raggiunto equilibrio finanziario è fortemente debitore degli interventi di integrazione del Fondo sanitario nazionale (FSN) assicurati a posteriori dallo Stato con le ultime finanziarie e con gli accordi Stato-Regioni delle estati 2000 e 2001, mentre le spese, lungi dall’assumere un andamento “virtuoso”, hanno mostrato una dinamica accrescitiva molto forte, concentrata particolarmente negli ultimi due anni, e dovuta nel 2001 principalmente al “balzo” della farmaceutica.

Sulla sanità è intervenuto il Presidente della Giunta Claudio Martini che, condividendo la necessità di ridurre il disavanzo strutturale, non ha mancato di parlare di “nuvole nere”. “Abbiamo all’orizzonte una nuvola nera - ha detto – 200 milioni di euro in meno per la sanità toscana, se andrà in porto il progetto Sirchia, che introduce novità nel riparto del Fondo sanitario nazionale”. Il Presidente ha chiuso comunque l’intervento sottolinenando come la relazione della Corte aiuti il lavoro dell’amministrazione regionale, valutandone gli sforzi e le politiche messe in atto.

L’ assessore Montemagni si è soffermato sul ruolo della Corte dei Conti, anche in base al disegno di legge in esame al Parlamento, come organo al “servizio dello stato-comunità, evidenziando il carattere di ‘controllo collaborativo’ con le Amministrazioni, per suscitare, ove necessario, processi di autocorrezione”.

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