Pinocchio: l'11 alle 22.15 Antonio Faraò - Bob Bonisolo Quartet

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 gennaio 2003 06:49
Pinocchio: l'11 alle 22.15 Antonio Faraò - Bob Bonisolo Quartet

Dopo la pausa natalizia, il Pinocchio Jazz riapre con il ritorno di una giovane – ma già affermata - stella italiana, il pianista Antonio Faraò, che torna sul palco del Pinocchio in veste di co-leader di un affiatatissimo quartetto.
Il sodalizio tra il pianista milanese Antonio Faraò e il sassofonista canadese Robert Bonisolo, è nato più di sette anni fa ed è testimoniato anche da un incisione a nome di Faraò del 1995, Expose. La natura bop-post bop della musica del gruppo è evidenziata da un repertorio fatto di standards e qualche brano originale e manifesta l'intenzione dei leaders di restare in ambito rigorosamente jazzistico senza avventurarsi in tentativi di innovazione spesso velleitari.


Le grandi capacità improvvisative di Bonisolo e Faraò, già ampiamente riconosciute da molti critici, trovano ottimo supporto nella supercollaudata ritmica composta da Marc Abrams al contrabbasso ed Enzo Carpentieri alla batteria.
Antonio Faraò, considerato dalla critica europea uno dei più interessanti pianisti jazz dell'ultima generazione, è nato a Roma nel 1965.
Il padre lo introduce fin da giovane all'ascolto di Benny Goodman, Count Basie e Duke Ellington, trasmettendogli un gusto per lo swing che resterà intatto anche negli anni successivi, diventando elemento peculiare del suo modo di comporre.
I suoi primi modelli di riferimento sembrano essere due musicisti che, seppur diversi tra loro, sono legati da un'identica tensione al rinnovamento del linguaggio: da un lato, Mc Coy Tyner, storico protagonista dell'avanguardia modale e componente fondamentale del quartetto di John Coltrane; dall'altro Herbie Hancock.

Solo in seguito Faraò scopre Bill Evans, padre di un pianismo sottile e raffinato che coniuga l'improvvisazione afroamericana con la tradizione romantico europea.
L'influenza di Evans sull'estetica di Faraò (pur nella peculiarità dei rispettivi linguaggi), appare oggi più evidente rispetto al passato, soprattutto quando gli impeti più marcatamente percussivi lasciano spazio ad una maggiore consapevolezza melodica.
La carriera solistica di Antonio Faraò è ricca di successi e di prestigiose collaborazioni basti citare Franco Ambrosetti, Daniel Humai, Gary Bartz, Lee Konitz, Steve Grossman, Tony Scott, Chico Freeman, Miroslav Vitous, John Abercrombie, Richard Galliano e, tra i protagonisti della musica leggera, la grande Mina.

Nel 1988 arriva il più prestigioso dei riconoscimenti: il primo premio al "Concorso Internazionale Piano Jazz Martial Solal", indetto dalla Città di Parigi ogni 10 anni.

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