Riccardo III di W. Shakespeare, della compagnia Elsinor, inaugura martedì 17 dicembre alle 21,30, la Stagione Teatrale al Teatro Solvay di Rosignano Solvay (LI)

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 dicembre 2002 19:45
Riccardo III di W. Shakespeare, della compagnia Elsinor, inaugura martedì 17 dicembre alle 21,30, la Stagione Teatrale al Teatro Solvay di Rosignano Solvay (LI)

Dramma storico scritto tra il 1591 e il 1594, Riccardo III appartiene alle opere giovanili di Shakespeare, ma rivela già la grandezza del suo genio soprattutto nella complessità e contraddittorietà della figura del protagonista. Nel testo di Shakespeare, Riccardo III, sovrano giunto al trono in seguito ad una seriale eliminazione di rivali ed alleati, sospettati di tradimento, è lui stesso il male dichiarato, dal suo primo apparire in scena, dalle sue prime parole. La sua deformità fisica, specchio sgradevole della crudeltà della sua anima, è giocata, non subita, e la sua malvagità è lo strumento per salire i gradini che lo portano al potere; non indietreggia di fronte a nessun crimine, si finge amico di quelli che farà poi assassinare, si presenta come timorato di Dio, proprio quando trama i delitti più atroci.

Nel lavoro operato dal giovane regista Antonio Latella,(già vincitore proprio per questa regia, del prestigioso premio UBU) Riccardo III non è più consapevole della sua mostruosità, ma è un uomo qualunque, che si è convinto della sua deformità solo perché tutti gliel’hanno fatto credere. La sua deformità è il desiderio di potere. Inevitabilmente dominatore della scena, personaggio indiscutibilmente affascinante e al tempo stesso inquietante, oggi più che mai ci risulta attuale. “La deformità fisica di un uomo per formalizzare il male è stata ed è un segno teatrale fortissimo.

Ancora oggi è la diversità che ci spaventa e ci rende incapaci di agire, ma credo-afferma il regista dello spettacolo- che ora il male ha imparato ad essere più affascinante del bene; il male sa sedurre, sa corteggiare, sa farsi amare, il male non teme rivali, il male corrode l’uomo e lo spinge verso il paradiso infernale promettendo benessere, serenità, amore, gioia e soprattutto potere. L’uomo semplice si lascia sedurre, lascia che le parole mielose lo incantino, dando al male tutto ciò che chiede, e nell’illusione di una vita migliore, consegna al male le poltrone più importanti, per essere governato dal male stesso, che con le sue parole saprà essere ingannevole guida.

E quando il male sarà re, presidente, capo- prosegue Antonio Latella- tutte le macchie che lo hanno infettato durante l’ascesa al potere saranno cancellate; poiché troppo cieco è l’uomo per ammettere a se stesso di aver amato il male e di aver ceduto alle sue lusinghe. Non si può giudicare Riccardo III, il suo essere male è dichiarato, è onesto, dal suo primo apparire in scena, dalle sue prime parole lui è il male ed è qui per portare disordine ed orrore, è qui per farci divertire, e noi tutti siamo con lui.

La domanda da farsi è: “Cos’è che è più malato, colui che dichiara il male fin dal suo nascere, o coloro che si ostinano ad essere portatori di bene in una finta vita onesta?”. Tutti i personaggi del “Riccardo III” sono saliti di rango facendo del male, tutti hanno ucciso per il proprio benessere e per il potere, tutti hanno goduto di ciò che hanno conquistato col sangue, tutti hanno visto morire ed hanno pianto i propri cari, poiché il male torna a colpire chi lo fa (ancor più chi si nasconde dietro il bene), tutti hanno maledetto per essere definitivamente distrutti da un’ancora più grande maledizione, quella uscita dall’urlo, dal vagito dei figli morti, dalle lacrime della strage degli innocenti.

A tutto questo male c’è una grande madre e un grande padre, un grande re e una grande regina, una torre di parole ingannevoli, un trono immenso per essere più vicini al cielo e sentirsi onnipotenti.”.
Biglietto primi posti 15,00 euro; secondi posti 10 euro. Prevendite e informazioni Armunia telef.0586 754202.

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