La scomparsa di Caponnetto: il sindaco e il prefetto hanno accolto la salma in Palazzo Vecchio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 dicembre 2002 07:54
La scomparsa di Caponnetto: il sindaco e il prefetto hanno accolto la salma in Palazzo Vecchio

La salma di Antonino Caponnetto è arrivata in Palazzo Vecchio poco prima delle 18 di ieri, insieme ai parenti più stretti, tra cui i figli e i nipoti. Ad accoglierla, il sindaco Leonardo Domenici e il prefetto Achille Serra. Davanti all'ingresso del Palazzo era già radunata una piccola folla, in attesa di rendere l'ultimo saluto. La bara è stata portata a spalla fino al Salone dei Cinquecento dagli uomini dell'Ufficio scorte della Questura che in questi anni hanno lavorato con Caponnetto: Lucio Di Leonardo, Michele Chimenti, Fabio Armenante, Domenico Moccia, Antonio Lo Scalzo, insieme all'assistente del giudice Salvatore Calleri.
Anche l'assessore alla pubblica istruzione Daniela Lastri si unisce al dolore dei familiari per la perdita di Antonino Caponnetto e ne ricorda le numerose iniziative alle quali ha preso parte.

"La figura del giudice Caponnetto dovrebbe essere ricordata con una scuola da dedicare alla sua memoria, per indicare ai giovani un fulgido esempio da seguire, di perseveranza nella ricerca della giustizia. Personalmente lo ricordo per i tanti incontri avuti con gli studenti delle scuole fiorentine, per il suo impegno nelle numerose campagne a favore della legalità insieme ai giovani. La scomparsa di Caponnetto rappresenta una perdita per la società civile, una delle perdite più gravi per l'espressione civile del Paese.

È il simbolo della democrazia e della legalità e la sua memoria resterà inalterata nel tempo come una delle principali figure che hanno messo la propria vita al servizio della giustizia per combattere la mafia e la criminalità. Ha rappresentato sempre un importantissimo punto di riferimento per le attività volte a favore della legalità e ricorderemo il suo operato promuovendo fra i giovani, momenti di riflessione, perché proprio i giovani sono stati, accanto a lui, protagonisti della sua battaglia in nome della giustizia".
«Caponnetto era uno dei simboli della lotta alla mafia, la sua morte lascia un grande vuoto».

Lo ha dichiarato il vicepresidente del consiglio comunale Riccardo Basosi. «E' nostro compito proseguire sulla strada che lui ha tracciato - ha proseguito Basosi - sempre più determinati nella lotta contro il crimine organizzato, per la difesa della costituzione e della legalità. Tutta la vita del giudice Caponnetto è stata sempre contraddistinta dalla continuità nell'impegno, pur in mezzo alle mille difficoltà che si trovò ad affrontare in tanti anni di carriera e anche dopo aver lasciato la toga».

«Un grande maestro appare una volta ogni tanto, diceva un saggio, e possono passare secoli prima che se ne presenti uno - ha concluso il vicepresidente del consiglio comunale - Caponnetto era un grande maestro, uno dei protagonisti di una grande stagione di legalità e di difesa delle istituzioni democratiche».
Il sindaco di Campi Bisenzio a nome proprio e della giunta comunale ha inviato un telegramma di cordoglio alla famiglia di Antonino Caponnetto. Ecco il testo: "A nome mio personale e della giunta comunale esprimo il più profondo cordoglio per la morte di Antonino Caponnetto, uomo di impegno per la giustizia e la libertà, testimone appassionato della civiltà democratica servitore dello Stato al servizio degli ideali e dei valori della legalità e del diritto.

Ha saputo trasmettere a tutti noi i valori della cultura della legalità e della partecipazione contro le cosche, i poteri mafiosi, i loro legami con la società civile, economica, politica. Sono orgoglioso di averlo conosciuto e grato per aver potuto costruire insieme a lui l'ultima iniziativa. Vogliate accogliere l'espressione del più profondo dolore".
L'iniziativa a cui si riferisce il sindaco Chini si è svolta nella Limonaia di Villa Montalvo a Campi Bisenzio lo scorso 23 novembre dopo altre due precedenti esperienze pubbliche dedicate alla giustizia e alla lotta all'illegalità.
Il comune di Campi Bisenzio aveva recventemente approvato una delibera per richiedere al Presidente della Repubblica il conferimento dell'incarico di senatore a vita ad Antonio Caponnetto.

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