Il presidente toscano alla conferenza dei Ds parla del corridoio tirrenico

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 novembre 2002 20:10
Il presidente toscano alla conferenza dei Ds parla del corridoio tirrenico

GENOVA- “Il dialogo deve prevalere sulla contrapposizione, così come il buon senso deve avere la meglio sul braccio di ferro”. E’ questo il senso del messaggio che Claudio Martini, presidente della Regione Toscana, ha inviato al ministro Lunardi dai microfoni della conferenza nazionale dei Ds sul tema “Trasporti, Città, Infrastrutture” in corso a Genova.
“C’è un quarto obiettivo che aggiungerei a quelli fin qui indicati – ha esordito Martini – oltre alla rapidità, allo snellimento delle procedure e alle risorse.

Io propongo di aggiungere quello della qualità delle opere. Le infrastrutture di cui abbiamo bisogno devono rispondere all’esigenza di modernizzazione ecologica e sostenibile dello sviluppo. Non solo strade, ma strade ben fatte e ben progettate sul piano del rispetto ambientale e della sicurezza”.
“Se vogliamo sbloccare la situazione di stallo in cui ci troviamo la strada c’è, è quella della collaborazione e del dialogo istituzionale, a partire dal rapporto governo-regioni. Il governo deve decidere se il contributo delle Regioni al superamento del deficit infrastrutturale di questo paese è utile, oppure no.

Io sono convinto che sia indispensabile lavorare in una logica di sistema, in cui ognuno faccia la sua parte, ma in sintonia con il lavoro di altri”.
Il presidente della Toscana ha ricordato l’impegno della Regione sul fronte delle infrastrutture stradali: 2.600 i chilometri di strade (sui 3.500 complessivi) trasferite dall’Anas alla diretta competenza di Regione e Province; nei prossimi tre anni spenderemo 750 milioni di euro per costruire 125 i chilometri di strade e per migliorare la sicurezza su altri 420 chilometri di strade già esistenti.

“Si tratta di una viabilità di servizio interno – ha precisato Martini - utile per migliorare i collegamenti tra le diverse aree della regione, per liberare i centri urbani dal traffico, per collegare i centri urbani, le realtà industriali e produttivi e le località turistiche alle grandi arterie di scorrimento, quindi alle autostrade, ai porti e agli aeroporti. Mi domando come si possa pensare di tenere fuori le Regioni, visto il ruolo che svolgono sul loro territorio, dalle decisioni sulla realizzazione delle nuove grandi infrastrutture”.
Nasce da qui la proposta che Martini ha rivolto da Genova al governo: “Il governo decida quali opere sono necessarie allo sviluppo del paese e quindi confermi che il completamento del tracciato Tirrenico deve essere realizzato (noi siamo pienamente d’accordo), definisca con noi le caratteristiche che l’opera deve avere, e lasci la scelta del tracciato alla Regione, che ha la competenza sull’assetto del territorio.

La responsabilità la esercitiamo già per la viabilità regionale, non vedo quindi come possa essere il governo nazionale a stabilire dove passa un autostrada!"
Martini ha poi indicato i tre obiettivi a cui deve rispondere il tracciato dell’autostrada Tirrenica: “Innanzitutto deve rispondere alle esigenze dei flussi di traffico; poi alle esigenze di rispetto ambientale, visto anche l’importanza e la delicatezza della Maremma; infine deve rispondere ad esigenze finanziarie. Su quest’ultimo punto rilevo serie difficoltà del governo nel far fronte alle emergenze della calamità naturali che hanno colpito il paese, penso al terremoto e alle alluvioni, non capisco perché si insiste tanto per realizzare un’opera che costerebbe 2.000 miliardi in più rispetto al tracciato costiero proposto dalla Regione”.

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