Casa, protocollo d'intesa fra Anci e Ancab, Federabitazione e Agci per la realizzazione di alloggi in affitto

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 novembre 2002 16:32
Casa, protocollo d'intesa fra Anci e Ancab, Federabitazione e Agci per la realizzazione di alloggi in affitto

Favorire la realizzazione di alloggi da destinare all'affitto. E' quanto prevede il protocollo d'intesa siglato oggi a Napoli, nell'ambito dell'assemblea nazionale dei Comuni italiani, fra l'Anci e le centrali cooperative Ancab-Legacoop, Federabitazione-Confcooperative, Agci-Abitazione, rappresentate dai rispettivi presidenti Leonardo Domenici, Dante Emilitri, Angelo Grasso e Giuseppe Di Giugno. Alla base dell'accordo la progressiva riduzione dei finanziamenti statali per i programmi di Edilizia Residenziale Pubblica che va a scontrarsi con la crescente richiesta di abitazioni in locazione per nuclei familiari dalle fasce di reddito medio-basse e con la conseguente difficoltà di soddisfare la domanda di abitazioni in affitto.

Nel protocollo sottoscritto i comuni si impegnano a definire un osservatorio per monitorare la situazione del settore e proporre ipotesi di relazioni fra enti locali e cooperative, contribuendo a orientare le scelte in materia di politica edilizia; a definire programmi da realizzarsi soprattutto nei comuni a particolare tensione abitativa, individuando aree che possano soddisfare queste esigenze; a definire interventi di recupero e riqualificazione di immobili di proprietà comunale, nonché all'individuazione di forme di incentivazione, anche attraverso politiche di riduzione della fiscalità per la realizzazione di programmi e proposte di insediamenti abitativi a determinata valenza sociale.

Le cooperative, dal canto loro, si impegnano, fra l'altro, a integrare le proprie attività tradizionali, con l'obiettivo di concorrere alla soluzione di problemi sociali, con la realizzazione di alloggi da destinare a fasce di popolazione "socialmente debole" e di intervenire nei processi di riqualificazione urbana delle città. Questo protocollo verrà trasmesso a tutti i comuni e a tutte le aziende associate alle centrali cooperative e ne verrà periodicamente verificata l'attuazione.
Una "fotografia" delle politiche abitative nei comuni italiani, che ha messo in luce una serie di problematiche e, conseguentemente, modalità di intervento.

L'indagine "Le politiche abitative dei Comuni" effettuata da Cresme per conto della consulta nazionale Anci-casa, è stata presentata oggi a Napoli nel corso dell'assemblea nazionale dell'Anci. Le informazioni elaborate in questa indagine sono state raccolte dagli assessorati competenti di 117 comuni italiani, di cui 10 città metropolitane. Gli argomenti trattati sono stati: la consistenza del patrimonio pubblico esistente nel Comune, i contributi a relativi al fondo di sostegno alla locazione (Legge 431/98), i programmi di edilizia residenziale pubblica, gli sfratti.

"Da questa indagine - sottolinea l'assessore alle politiche per la casa del Comune di Firenze e coordinatrice nazionale Anci-Casa Tea Albini - emerge chiaramente la necessità di ricorrere all'edilizia residenziale pubblica come risposta forte per le categorie sociali più deboli. A prescindere da come questa possa essere attuata, anche con strumenti innovativi urbanistici, di finanza e di progetto. L'ultimo finanziamento statale sull'edilizia residenziale pubblica, per il quale sono state individuate le risorse, risale all'allora ministro Nesi che coniò lo sloga '20mila appartamenti in affitto'.

Oggi questo ci viene presentato come unica soluzione da parte dell'attuale governo per fronteggiare il bisogno abitativo. Accanto a questo le ultime leggi finanziarie, che hanno 'tagliato' in modo considerevole il fondo per il contributo a sostegno alla locazione, costringono i comuni a spostare risorse all'interno dei propri bilanci. L'esempio più evidente - prosegue l'assessore Albini - potrebbe riguardare il sociale con cifre sottratte a servizi per l'infanzia, per gli anziani, per l'assistenza, per surrogare un'assenza colpevole di finanziamento statale sulla legge 431, che di fatto è l'unica possibilità di risposta sull'emergenza".

"Città come Roma, Napoli, Palermo, Firenze, Venezia - aggiunge l'assessore alle politiche della casa del Comune di Napoli Ferdinando Balzamo - si vedono costrette a operare scelte difficili sui propri bilanci per rispettare i vincoli del patto di stabilità". Concetto ripreso dall'assessore al patrimonio del Comune di Roma Claudio Minelli: "Poco effetto hanno le scelte governative di sgravi fiscali, se poi i comuni sono costretti a 'tagliare' servizi o contributi a bisogni primari, come quello della casa.

La situazione di emergenza che stiamo vivendo rischia di essere aggravata dalla vendita del patrimonio abitativo degli enti previdenziali - aggiunge Minelli - che metterà in crisi le famiglie che non potranno acquistare il proprio alloggio, andando ad allungare le graduatorie comunali per gli aventi diritto a una casa pubblica". "Rimane comunque essenziale ed indispensabile - ha concluso l'assessore Albini - la concertazione anche a livello locale in quanto i problemi delle città, non possono essere risorti dal semplice confronto fra lo stato e le Regioni.

Un esempio per tutti: il recupero del centro storico di Palermo". Sul versante Legge Finanziaria, l'assessore Albini ha ribadito che è volontà dell'Anci portare avanti la rivendicazione nei confronti del governo.

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