Ecco i vincitori della 43°edizione del Festival dei Popoli

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 novembre 2002 16:15
Ecco i vincitori della 43°edizione del Festival dei Popoli

Vince la cronaca ribollente dei nostri giorni alla 43° edizione del Festival dei Popoli che si chiude oggi a Firenze con un successo straordinario di pubblico e di stampa. Il Concorso Internazionale premia due documentari sull’universo post comunista, uno sulla questione palestinese, un quarto sull’Austria di Heider.
Questo il verdetto della giuria presieduta dal regista Franco Piavoli e composta dalla produttrice danese Vibeke Windeloev e da Luis Correia, direttore del Festival Documentario di Lisbona.

primo premio per il miglior documentario a ASTA-E del rumeno/tedesco Thomas Ciulei. Targa “Giampaolo Paoli” per il miglior film etnoantropologico a Brodway – Black Sea di Vitalij Manskij (Russia-Germania). Menzione speciale a Gaza Strip di James Longley (Usa), e Zur Lage di Barbara Albert, Michael Glawogger, Ulrich Seidl, Michael Sturminger (Austria)
Ciulei, ricorda la motivazione, è “un autore la cui personalissima scrittura cinematografica crea ritratti incisivi che si imprimono nella nostra memoria e che ci fornisce elementi per capire la realtà di un paese in termini socio-economici”.

ASTA-E racconta la Romania di oggi in lotta contro la povertà a dieci anni dalla caduta del comunismo, e segue, in particolare, la vita di quattro abitanti di Sulina, l’ultima città sulle rive del Danubio, un tempo opulenta. Brodway – Black Sea(Brodwai, Mar Nero) propone invece le vicende di una domenica d’agosto in un’improbabile località di villeggiatura russa dove si incrociano reduci di guerra, saltimbanchi alcolizzati, giostrai e massaggiatori, partorienti e cammelli, nudisti e semplici villeggianti.
Quanto a Gaza Strip (Striscia di Gaza) è il tentativo di raccontare, con l’immediatezza del cinema diretto, la vita degli abitanti di questo territorio occupato da Israele, al di là dell’analisi politica e della cronaca di guerra.

Una quotidianità segnata da una rabbia ormai difficile da sradicare, dalla stanchezza e dall’abitudine alla morte, alle mitragliatrici, al caos. Il documentario è stato subito acquistato dall’emittente Tele+ che lo ha scelto “per la drammatica efficacia, lontana da accenti retorici e moralistici”. Programmazione a gennaio. Zur Lage (Lo stato della nazione) è infine un’indagine tra il politico e il privato realizzata all’indomani delle elezioni che hanno sancito l’ascesa del leader populista austriaco Joerg Haider.
Nel Concorso Italiano la giuria, presieduta da Paolo Orvieto, docente di Storia della Critica all’Università di Firenze, ha premiato Alice in Paradiso di Guido Chiesa, storia dell’emittente bolognese chiusa nel marzo del 1977 dalle forze dell’ordine con l’accusa di aver diretto via etere gli scontri di piazza in cui perse la vita lo studente Francesco Lo Russo.

Per la giuria è un “interessante spaccato su di una vicenda emblematica di un preciso periodo storico-ideologico-culturale, esperienza di comunicazione brutalmente interrotta estremamente attuale. Uso accattivante e autoironico degli interventi dei protagonisti-attori nell’elaborazione delle immagini abilmente montate”.
Due le menzioni speciali: per Un’ora sola ti vorrei, di Alina Marazzi, vicenda intimista della regista alla ricerca di una madre morta troppo presto, e Chi non rischia non beve champagne.

In quest’ultimo documentario Enrica Colusso racconta le vicende di alcune giovanissime ucraine introdotte con l’inganno nel giro della prostituzione. Sogni di una vita migliore in Italia che si trasformano in incubo.

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