Confronto tra l'assessore Lastri ed il ministro Castelli

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 novembre 2002 18:32
Confronto tra l'assessore Lastri ed il ministro Castelli

Vivace scambio di battute fra l'assessore alla pubblica istruzione Daniela Lastri e il ministro Roberto Castelli durante la Conferenza sull'infanzia e l'adolescenza in corso a Collodi, vicino Pistoia, avente per oggetto i problemi dei minori. L'assessore partecipava alla Conferenza in rappresentanza delle "15 città riservatarie dell'ANCI". Il ministro Castelli, riportando il caso di una minorenne che sosteneva che in base alle attuali leggi poteva anche uccidere la madre senza essere punibile, ha sostenuto la necessità di norme repressive e più punitive nei confronti dei giovani.

A questo punto molte persone in segno di protesta hanno abbandonato la sala e l'assessore Daniela Lastri ha replicato dicendo: "lei è un ministro che deve vergognarsi di essere il ministro di un Paese libero, civile e democratico come il nostro. Lei è ministro di questo Paese e deve essere più responsabile". Il ministro ha chiesto le generalità dell'assessore e le ha domandato se aveva o meno dei figli. L'assessore Lastri ha risposto dicendo che "se vuole, può leggere il nome sul mio cartellino e comunque - ha aggiunto - sono l'assessore di un Comune di questo Paese, sono responsabile di quel che dico.

Lei non si deve preoccupare se ho figli; lei sta sbagliando e sta dicendo cose vergognose contro i minori". La repressione non serve assolutamente a niente e il ministro ha offeso anche le migliaia di educatori e operatori che ogni giorno lavorano a fianco dei minori per vietare che questi finiscano in un tunnel senza fine. In seguito, durante la conferenza stampa che il ministro ha tenuto, alla domanda di un giornalista non ha più detto che per i minori era necessaria una "maggiore repressione", bensì una "maggiore prevenzione".

L'attacco dell'assessore è motivato dal disegno di legge del ministro Castelli che mette in discussione anche le cose positive che ci sono. È un disegno di legge che s'inserisce solo sul versante punitivo nei confronti dei minori e toglie ciò che esiste di positivo: la figura dei giudici onorari (psicologi, sociologi, assistenti sociali) che hanno sempre aiutato i giudici ad intervenire in modo positivo. In futuro si rischia di eliminare le specializzazioni della giustizia minorile, abbassando la punibilità a 13 anni e prevedendo il carcere al compimento del 18° anno e non del 21° come succede adesso.

"Il guardasigilli Roberto Castelli ed il ministro alle pari opportunità Stefania Prestigiacomo si sono ritirati in una stanza per ascoltare solo loro stessi estraneandosi dal resto dell'assemblea - ha osservato l'assessore Lastri -. Dietro la proposta del Governo c'è una paura dei giovani, che sono assimilati agli adulti. Le politiche repressive non hanno mai aiutato nessuno ma hanno creato solo una maggiore tensione. Il disegno di legge non fa altro che mettere in discussione quanto di buono è stato fatto finora, come la legge 285/97 dove il minore è soggetto di diritti di cittadinanza e non soggetto da reprimere.

Oggi questo Governo sta cercando di andare nella direzione completamente opposta, nonostante che i reati dei minori siano in diminuzione: il nostro Paese ha il minore tasso di criminalità minorile in Europa. C'è un calo di questo fenomeno ed è assurdo che si pensi ad una maggiore repressione". A Firenze esiste l'unica esperienza in Italia che tutela i minori in stato di abbandono. Si tratta del "Centro Sicuro" dai 3 ai 14 anni che raccoglie non solo i minori in città ma anche in tutta la Regione ed a livello interregionale.

Si cerca dove è possibile di reinserirli in famiglia quando non c'è sfruttamento.(mr)

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