Livorno - misure di emergenza antismog: "giovedi' ecologici" senza auto
Una nota dell'assessore all'ambiente Bussotti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 novembre 2002 16:11
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“ La misura che l’Amministrazione comunale di Livorno ha annunciato di avere assunto qualche giorno fa, il “Giovedì ecologico”, va inquadrata all’interno del contesto ambientale e sanitario cittadino. Rilevamenti eseguito dall’Arpat, che danno un dato ormai abbastanza consolidato, indicano che la nostra città è una delle più colpite dal problema delle polveri fini (PM 10). Le ragioni sono duplici: una compresenza di inquinamento industriale diffuso, ma che vede come punto più critico la centrale ENEL – per la quale sono previsti interventi a breve per l’immissione di elettrofiltri e, successivamente, la riconversione a turbogas – ed un significativo contributo di emissioni da traffico.

Il tema delle polveri è particolarmente scottante, poiché un provvedimento regionale obbliga il Sindaco ad assumere misure di emergenza (di solito targhe alterne) ogni qual volta vi sia lo sforamento dei livelli di attenzione per 5 giorni consecutivi. Va anche precisato che la normativa nazionale – che recepisce una direttiva europea - consente il superamento di tali livelli per 35 volte in un anno: Livorno, ad oggi, ha oltrepassato tali limiti per 112 volte, ragion per cui si rende necessario adottare provvedimenti finalizzati alla limitazione del traffico.

Il senso di questo provvedimento è chiaro: le PM 10 raggiungono direttamente gli alveoli polmonari, provocando sempre un’azione meccanica e un danno all’apparato respiratorio e, in parte, circolatorio, a seconda della natura chimica della particella respirata. Per questo motivo si presenta un problema di tutela della salute dei cittadini, a cui le autorità – ed in particolare il Sindaco – devono dare risposte.
Va inoltre precisato che un altro inquinante tipicamente da traffico classificato come cancerogeno, il benzene, a Livorno è stato presente – nel corso dell’anno 2001 – in misura non irrilevante.

Se il limite consentito dalla normativa nazionale è di 5 microgrammi per metro cubo (più altri cinque di tolleranza), la nostra città ha avuto una media annuale di 9,4: entro i limiti di legge, ma comunque su livelli ancora piuttosto elevati.
L’altro motivo che deve spiegare la situazione di Livorno riguarda l’organizzazione del monitoraggio, specie per quel che riguarda le PM 10. Livorno – grazie alla collaborazione tra Comune e Provincia – ha una rete di rilevamento tra le migliori della regione.

Si pensi che alcune città anche capoluogo (Siena) non rilevano, ad oggi, questo particolare inquinante, mentre altre lo fanno ma prendendo scarsamente in considerazione le tipologie previste rispetto alle varie situazioni esistenti (situazione a traffico intenso, residenziale con traffico limitato, ecc.). Al fine di avere un quadro maggiormente credibile, e fermo restando una situazione che permane preoccupante, riteniamo che debba essere fatto uno sforzo, da parte della Regione Toscana e di Arpat per armonizzare la rete di rilevamento su tutto il territorio regionale, e della Provincia di Livorno per avere un quadro ancora più esauriente rispetto alla nostra città, allocando un’altra strumentazione per le PM 10 in una delle centraline già esistenti, nella parte sud del perimetro comunale. Il provvedimento, quindi, deve essere ritenuto – oltre che dovuto, da parte del Sindaco – di carattere sanitario, finalizzato alla tutela della salute pubblica, a benefico quindi della cittadinanza ed in particolar modo dei residenti nell’area interdetta al traffico veicolare.

L’ASL 6, tenuto conto di quanto detto, suggerisce infatti l’adozione di misure adeguate quale appunto il blocco totale del traffico ed esprime un parere favorevole all’ordinanza del Sindaco. L’Amministrazione comunale di Livorno aveva, quindi, due scelte: andare verso un provvedimento sicuramente “pesante”, ma che dà certezze ai cittadini, oppure rincorrere l’emergenza, magari ricorrendo a misure estemporanee, quali le targhe alterne, dai dubbi riscontri sul piano della ricaduta ambientale.

Si tratta di un esperimento, e come tale deve essere considerato: disponibili, quindi, ad apportarvi modifiche, integrazioni e suggerimenti che vadano nella direzione di tutelare la salute pubblica, alleviando i disagi per i cittadini. La Giunta stessa sta in questi giorni verificando quali miglioramenti sia possibile apportare. Da questo punto di vista, sia nella delimitazione del perimetro che nelle deroghe è stata posta particolare attenzione alle situazioni sanitariamente rilevanti: l’ospedale sarà accessibile sia da Via della Meridiana che da Viale Alfieri, mentre coloro che – residenti – vi dovranno andare per cure relative a patologie particolarmente gravi, lo potranno fare attraverso un’autocertificazione.

Anche i medici di famiglia potranno liberamente viaggiare nella zona interessata al provvedimento, così come gli invalidi muniti di contrassegno e gli accompagnatori di bambini che frequentano asili nido e scuole d’infanzia. Inoltre, sempre per venire incontro alle esigenze dei residenti, tutti i parcheggi compresi nell’area interdetta al traffico saranno gratuitamente a loro disposizione.
Cosa fanno le altre città Premesso che , almeno nei comuni toscani, le zone pedonali sono in media molto più estese rispetto a quanto accade a Livorno, occorre ricordare che misure del genere risultano adottate anche da altre realtà.

Il Comune di Cascina, ad esempio, che registra sul proprio territorio livelli di PM 10 analoghi a quelli di Livorno, ha chiuso il traffico a targhe alterne per circa due mesi nei giorni di giovedì e venerdì. Il Comune di Firenze ha adottato vari provvedimenti di limitazione del traffico: dal 25 marzo 2002 i ciclomotori a due ruote non rispondenti alle direttive europee – la grande maggioranza - non possono circolare nei giorni feriali.
Guardando poi al di fuori della Toscana, in Emilia-Romagna è stato stipulato un accordo tra Regione e Comuni con popolazione superiore ai 25.000 abitanti, finalizzato ad introdurre – come misura strutturale – targhe alterne il giovedì e la domenica, vietando ai motori alimentati a diesel di entrare nel centro della città nei giorni lavorativi.

In Lombardia, la Regione ha adottato un’ordinanza per il blocco totale della circolazione dei veicoli non catalizzati in caso di superamento per 5 giorni consecutivi dei livelli di attenzione. Provvedimento destinato ad estendersi a tutti i mezzi e ad oltranza, in caso il superamento si protragga per altri 4 giorni. Provvedimenti analoghi vengono presi un po’ in tutte le regioni e le grandi città, dalla Campania al Piemonte, passando per Roma, proprio per la diffusa consapevolezza della necessità, da un lato, di limitare l’uso dei mezzi privati alimentati con combustibili tradizionali, dall’altro di favorire – come sta avvenendo anche a Livorno – l’adozione di combustibili innovativi, quali GPL o metano".

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