Fondi strutturali: riforma in sintonia con la politica toscana per la montagna

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 ottobre 2002 16:17
Fondi strutturali: riforma in sintonia con la politica toscana per la montagna

BRUXELLES- La Toscana ha già imboccato con decisione la strada del sostegno alle aree montane, delineata a Bruxelles dal presidente della Commissione europea Romano Prodi e dai commissari per la politica regionale Michel Barnier e per l’agricoltura Franz Fischler: superare il sostegno indifferenziato a tutta la montagna, in favore di interventi mirati verso le aree identificate come più vulnerabili e a rischio, perseguendo uno sviluppo integrato del territorio montano, dove l’agricoltore, perseguendo la qualità dei prodotti, finisce per acquistare il ruolo di custode della qualità dei prodotti e del territorio.

Lo ha detto a Bruxelles l’assessore all’ambiente della Toscana, Tommaso Franci, intervenendo al seminario dedicato alle politiche dell’Unione europea e alla montagna. Un particolare apprezzamento Franci ha manifestato per l’intenzione, esposta da Barnier, di inserire nei futuri fondi strutturali tutte le aree gravate da handicap naturali permanenti (le isole e la montagna) e di obbligare tutti i diversi programmi regionali a considerare anche la prevenzione dei rischi naturali, secondo una visione integrata dello sviluppo.

“E’ così che potremo tutti contribuire – ha detto Franci – a qualificare la futura politica europea della montagna, integrando i diversi interventi in agricoltura, nella ricerca e nelle nuove tecnologie in una nuova politica unitaria”. Sarà questa l’impostazione, ha ricordato Franci, della Conferenza regionale sulla montagna, in programma in Toscana il 6 e il 7 dicembre prossimi.
“Ad oggi – ha osservato Franci, marcando un ritardo della politica europea – non esiste una base giuridica per definire il diverso grado di vulnerabilità delle zone montane.

Per questo in Toscana stiamo predisponendo un piano che mira proprio a definire i diversi livelli di problematicità, per poi tradurli in altrettanti livelli di attenzione.” Franci ha ricordato come le nuove politiche regionali per la montagna partano proprio dall’esigenza di superare le vecchie definizioni troppo generiche ed estensive, che finivano per ostacolare e pregiudicare l’efficacia degli interventi sulle aree realmente bisognose di sostegno. Nuovi e più rigorosi criteri d’identificazione delle zone montane dovranno essere quindi, secondo Franci, la condizione per una nuova stagione dei fondi strutturali, che consenta di qualificare e finalizzare gli interventi più di quanto non sia avvenuto fino ad oggi.
A patto però, ha concluso Franci, che la logica di sviluppo integrato illustrata da Barnier sia fatta propria anche dalla nuova politica agricola comunitaria: alla riforma della Pac Franci chiede di spostare decisamente il sostegno dal prodotto al produttore.

Solo così l’agricoltore montano potrà garantire davvero la qualità dei prodotti e del territorio.

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