Per la Toscana ci saranno 556 milioni di euro in meno
Ma la Regione non aumenterà le tasse
Dalle Regioni un documento comune

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 ottobre 2002 21:53
Per la Toscana ci saranno 556 milioni di euro in meno<BR>Ma la Regione non aumenterà le tasse<BR>Dalle Regioni un documento comune

FIRENZE- Diminuiranno le entrate e in qualche caso aumenteranno le spese: l’aggravio per le casse regionali sarà di oltre 412 milioni di euro, a cui si aggiungono minori risorse per gli enti locali per altri 125 milioni. In tutto fanno 537 milioni di euro in meno. Se a questi si sommano 5 milioni di euro di minori contributi per le imprese, altri 10 milioni di maggiori oneri per la sanità e 4,2 milioni di tagli sugli esercizi futuri, in Toscana arriveranno 556 milioni di euro in meno: qualcosa come 159 euro per ogni toscano (un taglio di 308 mila di vecchie lire a testa).

Sono, cifre alla mano, gli effetti della Finanziaria 2003 sul bilancio della Regione e degli enti locali in Toscana, almeno secondo la manovra che è stata congeniata dal Governo e che attende ora di passare al vaglio delle Camere.
q Contributi prima concessi ed ora tagliati. La Regione nel 2003 perderà 128 milioni e 400 mila euro per la mancata soluzione di alcune pendenze finanziarie: fuori dal gergo da addetti ai lavori si tratta di risorse che avrebbero dopvuto essere stanziate in base a precedenti finanziarie o apposite leggi, rimborsi e coperture che erano garantiti e che ora sono stati cassati o fortemente ridotti.

Questioni aperte, su cui manca una qualsiasi risposta. I tagli riguardano la viabilità, il recupero dell’Iva sui contratti di servizio del trasporto pubblico locale, la copertura degli oneri contrattuali per i dipendenti del trasporto pubblico su gomma, la restituzione del 50 per cento dell’imposta sostituitiva che grava sugli interessi percepiti di che ha sottoscritto prestiti obbligazionari emessi da Regioni ed enti locali, le risorse per far funzionare organismi come l’Artea che erogano contributi alle imprese agricole.

In tutto le minori entrate sono pari a 121,9 milioni di euro. Ecco il dettaglio:
Viabilità
(D.Lgs n. 112-98) 88,4 ml di euro in meno
Si tratta di riduzioni su stanziamenti ed assegnazioni di cassa disposti dalla Finanziaria 2001. Il taglio, in tutta la penisola, è di 670,3 ml di euro, che per il 13,19 per cento ricadrà sulla Toscana.
Iva recuperabile
7,5 ml di euro in meno
Il recupero dell’Iva pagata sui contratti di servizio del trasporto pubblico locale avrebbe significato, su scala nazionale, un risparmio di 100 ml di euro.


Oneri contrattuali
10 ml di euro in meno
Gli oneri contrattuali per i dipendenti del trasporto pubblico su gomma dovevano essere coperti con risorse statali. Si tratta complessivamente di 211 ml di euro.
Imposta prestiti
obbligazionari 10 ml di euro in meno
La Toscana ha fino ad oggi collocato sui mercati finanziari obbligazioni per 500 milioni di euro. Lo Stato avrebbe dovuto restituire il 50 per cento dell’imposta sostitutiva che grava sugli interessi percepiti dai sottoscrittori.
Erogazioni
Contributi agricoli 6 ml di euro in meno
Si tratta dell’assegnazione alle Regioni di risorse per il funzionamento degli organismi pagatori dei contributi ex-Aima per le imprese agricole.
Altri 6,5 milioni di euro sono invece maggiori spese che la Regione dovrà affrontare per la mancata riduzione del tasso di riferimento per la rinegoziazione dei mutui per l’edilizia residenziale pubblica, attualmente sottoposti ad un “tasso usuraio”.

In tutto fanno appunto 128,4 ml di euro.
q Tributi regionali più bassi. La Finanziaria 2003 interverrà anche sui tributi regionali, riducendone il gettito. Alcune disposizioni riguardano solo il prossimo anno (69,7 ml di euro in meno), altre avranno effetto sugli esercizi futuri (4,2 ml di euro). Le nuove deduzioni consentite nel calcolo della base imponibile – in particolare la possibilità di considerare le assicurazioni obbligatorie contro gli infortuni, le spese per gli apprendisti, disabili e personale con contratto di formazione, ma anche parte del costo del lavoro dei primi cinque dipendenti ed alcune tipologie di ricavi – determineranno infatti un minor gettito per l’Irap, l’imposta regionale sulle attività produttive, di 40 milioni di euro.

Altri 23 milioni di Irap saranno persi per la proroga di un anno del regime agevolato a favore del settore agricolo, con la conferma dell’aliquota ridotta all’1,9 per cento. 6,7 milioni di euro è invece la possibile contrazione di gettito dell’addizionale Irpef. Quanto agli esercizi futuri il mancato inserimento nel meccanismo di ‘fiscalizzazione’ delle minori entrate derivanti dalla riduzione dell’accisa sulle benzine (non compensate dal maggior gettito delle tasse auto) provocherà minori entrate per 900 mila euro, mentre il rinvio di un anno, rispetto all’originaria previsione, della fiscalizzazione dei trasferimenti “Bassanini” faranno perdere alla Toscana 3,3 milioni di euro.

Complessivamente il taglio stimato sui tributi regionali è di 73,9 ml di euro.
q 125 milioni in meno per gli enti locali. La scure della Finanziaria non colpirà solo la Regione. Anche gli enti locali subiranno pesanti conseguenze: si stima che in Toscana ci rimetteranno 125 milioni di euro. La Finanziaria conferma la riduzione del 2 per cento dei trasferimenti correnti, già disposta dalla Finanziaria 2002: la minore entrata sarà di 16 milioni. Altre voci negative sono la riduzione del gettito dell’addizionale e della compartecipazione Irpef per effetto della riforma fiscale, le economie per i mutui estinti negli anni 2002 e 2003, il mancato recupero dell’Iva per esternalizzazioni di servizi e per il trasporto locale, la riduzione di altri trasferimenti statali minori.


q Sanità: maggiori oneri, tagli sulla riqualificazione, un ticket sulle cure termali. Aumentano gli oneri a carico delle Regioni, peraltro non concordati ed imposti dall’alto. Un esempio su tutti: i contratti di formazione dei medici specializzandi, che costeranno alla Toscana circa 10 milioni di euro. La Finanziaria non reintegra neppure i 209,9 milioni di euro decurtati lo scorso marzo dal finanziamento del piano straordinario per la riqualificazione dell’assistenza sanitaria nei grandi centri urbani.

Gli euro a cui, in questo caso, la Toscana dovrà rinunciare ammontano a 14 milioni: un taglio pari al 17 per cento. Né sono previste risorse per finanziare gli investimenti per l’adeguamento strutturale e tecnologico dei presidi: 2.500-3.000 milioni di euro per tutta Italia (200 solo per la Toscana) che il tavolo Stato-Regioni aveva giudicato necessari ma di cui non c’è traccia. A tutto ciò si aggiunge il fatto che lo Stato intende sopravvalutare dell’11% (pari a 200 mil di euro per tutte le Regioni) le entrate proprie delle Asl per l’anno 2002 (proventi per prestazioni rese ai cittadini), decurtando di pari importo le assegnazioni di risorse alle Regioni per il finanziamento della spesa corrente.

La Finanziaria, infine, ha istituito un ticket di 70 euro sulle cure termali.
Finanziaria 2003: gli effetti sull’economia, le imprese e i servizi
500 milioni in meno per la aree depresse, 100 per le politiche sociali
La manovra del governo Berlusconi intacca il welfare ed accentra molte risorse
La Finanziaria del governo Berlusconi taglia le risorse per le imprese e per il sostegno allo sviluppo dell’economia. Ci sono meno soldi anche per le politiche sociali, per gli aiuti agli affitti e per la sanità, che già era stata colpita nel 2002.


Minori contributi per le imprese
Cambiano gli incentivi e gli aiuti alle imprese: il 50 per cento del contributo, prima erogato a fondo perduto, viene trasformato in prestito soggetto a rimborso (con un tasso minimo dello 0,5 per cento ed un tasso massimo legato all’andamento del mercato). Dalla norma sono esclusi solo i fondi comunitari e si applica pertanto, oltre ai fondi statali, anche a quelli regionali con una chiara invasione di campo rispetto alle competenze delle Regioni. In Finanziaria non è stato neppure previsto il rifinanziamento della Tremonti-bis e sono state decurtate di circa il 20 per cento le risorse per le aree depresse.

Sono incentivi agli investimenti, alla realizzazione di infrastrutture e per la programmazione negoziata che già nel 2002 erano stati drasticamente ridotti. Parte di queste risorse va ora a confluire in un fondo unico, ma complessivamente le risorse a disposizione sono scese da 1.700 milioni di euro stanziati l’anno scorso a 1.200: per il centro-nord significa 75 milioni in meno, 5 milioni per le imprese toscane.
Meno soldi per le politiche sociali
Il fondo per le politiche sociali viene tagliato di oltre 100 milioni di euro e la sua gestione si fa più centralizzata, in contraddizione con i principi del federalismo fiscale sanciti dal nuovo impianto costituzionale.

Le risorse a disposizione per tutta Italia passano da quasi 1.623 milioni di euro stanziati l’anno scorso a quasi 1.523, per scendere nel 2004 e 2005 ad appena 1.197 milioni.
Nuova stretta sugli aiuti per gli affitti
Diminuiscono anche gli stanziamenti per la casa, ripartiti tra le Regioni e da queste ai Comuni. Nel 2002 erano già stati ridotti del 26 per cento: le Regioni avevano chiesto un recupero sul 2003 ed invece c’è un ulteriore taglio dell’1,1 per cento. Nel 2002 la Toscana aveva tamponato la minore assegnazione statale con fondi propri per 2 milioni di euro.

Nel 2003 per confermare i contributi erogati nel 2001 mancheranno ancora 7,5 milioni di euro.
Infrastrutture
Per via dei tagli previsti dalla Finanziaria potrà essere finanziato solo l’80 per cento degli investimenti che il Cipe, il Comitato interministeriale per la programmazione economica, ha deciso nel 2001 per il biennio 2002-2003. L’anno prossimo il limite di impegno non potrà superare i 160,4 milioni di euro.
Finanziaria 2003: uno schiaffo alle nuove autonomie regionali
Federalismo negato
E la Toscana ricorre alla Corte Costituzionale
Tredici ricorsi pendenti e contenziosi sempre più frequenti un po’ su tutti i fronti
La Finanziaria 2003 non solo taglia ma invade anche il campo d’azione riservato alle Regioni, comprimendone spesso l’autonomia e sminuendone il ruolo attribuito dal nuovo titolo V della Costituzione.

La riforma non è partita. Anzi, ci si muove in una direzione completamente opposta e la Toscana, come parecchie altre Regioni, è costretta ad ingaggiare continui contenziosi con il Governo e i livelli centrali dello Stato.
Sette esempi di invasione di campo
Lo scarso rispetto per l’autonomia regionale da parte del governo si misura in numerosi atti della Finanziaria. Lo si nota nella sospensione degli aumenti dell’aliquota dell’addizionale Irpef. La norma creerà oltretutto non pochi problemi a quelle Regioni che, a differenza della Toscana, hanno problemi con la copertura sanitaria e non potendo usare la leva fiscale per ottenere nuove risorse saranno costrette, per far quadrare i conti, a ridurre il livello delle prestazioni.

Lo si vede nel blocco e nel contingentamento delle assunzioni di personale dipendente, nelle disposizioni in materia di acquisto di beni e servizi con cui si abbassa a 50.00 euro la soglia di applicazione della normativa comunitaria vincolando Regioni ed Autonomie locali al ricorso alle convenzioni Consip, nella razionalizzazione della spesa sanitaria (con un intervento che va di nuovo ben oltre la definizione di principi generali), nell’accentramento presso la Cassa depositi e prestiti delle attività di valutazione dei progetti, nella costituzione di un fondo unico per le aree depresse dove sarà il Cipe (presieduto dal presidente del Consiglio dei ministri) a decidere con totale discrezionalità della distribuzione delle risorse, nella mancata “regionalizzazione”dei finanziamenti destinati ai patti territoriali che più volte le Regioni avevano richiesto.
Regione contro Governo
Sono tredici i ricorsi contro altrettanti atti del Governo che la Regione dall’inizio dell’anno ha presentato o ha deciso di presentare davanti alla Corte costituzionale.

Altri contenziosi si sono risolti per la mancata conversione dei decreti a cui la Regione si era opposta. Il leit motiv è sempre lo stesso: la violazione di attribuzioni costituzionalmente garantite. Un ricorso, assai articolato, riguarda la legge Finanziaria 2002, tre interessano la legge obiettivo Lunardi, due la nomina dei vertici di parchi nazionali che sorgono all’interno della regione, un altro la normativa in materia di energia (il cosiddetto decreto ‘sblocca centrali’), altri due il fondo unico per lo spettacolo per le attività della danza e della musica, ancora due la valorizzazione dei beni culturali ed il sistema di qualificazione dei restauratori.

Gli ultimi due ricorsi decisi dalla giunta riguardano la nomina del commissario straordinario del Parco dell’Arcipelago ed il decreto Gasparri ‘sblocca antenne’.
Cinque sono i ricorsi promossi dalla Stato contro la Regione Toscana.
“Quella 2003 è una Finanziaria che per le Regioni e gli enti locali presenta numerose partite in rosso. Al sistema toscano verranno sottratti complessivamente 556 milioni di euro. Noi vogliamo però mantenere la parola data e per l’ottavo anno, il prossimo, intendiamo non aumentare le tasse”.

Il presidente della Toscana Claudio Martini sgombra subito il campo da ogni dubbio, in inizio di conferenza stampa. “Certo – commenta appena dopo - con i numeri di questa Finanziaria diventa tutto più difficile: siamo alle acrobazie e ai salti tripli e quadrupli con così tante risorse che iniziano a mancare”. “E ad essere pesantemente sacrificata – spiega Martini – è di nuovo la sanità”. “A rischio – gli fa eco l’assessore al bilancio e alla programmazione economica, Marco Montemagni – è la sostenibilità di tutto il welfare e dei servizi pubblici che hanno come destinatari i cittadini.

Basti un dato: oltre il 70 per cento delle spese dei Comuni relative ai servizi riguardano i servizi sociali. Tra tagli, minori entrate e vincoli sulle spese degli enti locali le conseguenze per i cittadini rischiano di essere pesanti, a cominciare dai cittadini più in difficoltà”. “Ma questa Finanziaria – aggiunge – contrasta fortemente anche con le esigenze espresse da Regioni ed autonomie locali ed è in netta contraddizione con la riforma costituzionale del titolo V, che è legge a tutti gli effetti ”.

“In queste settimane abbiamo operato una ricognizione analitica per capire l’impatto della Finanziaria sul sistema toscano - continua a spiegare Martini - Sinceramente mi auguro che il testo approvato dal Parlamento sia diverso da quello elaborato dal Governo. Le pressioni sono tante e tali e un po’ da tutti i fronti da renderci abbastanza fiduciosi in questo senso: critiche sono infatti arrivate da destra e da sinistra, dalla periferia e dal centro, da settori della politica e della società civile.

Quando la Finanziaria diventerà legge confronteremo poi i dati con il nostro bilancio di previsione, di cui è già pronta una bozza, e decideremo il da farsi. Invarianza fiscale e programma straordinario di investimenti rimangono comunque i nostri grandi obiettivi.
“Ieri tutte le Regioni hanno approvato, all’unanimità, un documento che critica la Finanziaria e ne chiede profonde modifiche. Mi sembra il sintomo di un disagio generale e non solo di una protesta per partito preso”. La notizia ed il commento arrivano dal presidente della Toscana Claudio Martini, che sfoglia il documento appena approvato dalla Conferenza dei presidenti delle Regioni e delle Province autonome in cui tutte “esprimono parere negativo alla proposta di legge Finanziaria 2003 e propongono un confronto serrato con Governo e Parlamento”.
Ci sono critiche e forti preoccupazioni sul fronte della sanità, con l’accordo dell’agosto 2001 che di fatto viene unilateralmente disatteso, ma ci sono anche risposte concrete e ben 14 emendamenti: riguardano la sanità ed il fondo delle politiche sociali, la riforma dell’Irpef e la sospensione degli aumenti sulle addizionali, la riforma dell’Irap, il concordato preventivo e sulle lite fiscali, le proroghe sui benefici al settore agricolo, la razionalizzazione delle spese e la flessibilità di bilancio, l’acquisto di beni e servizi, l’innovazione tecnologica della pubblica amministrazione, il patto di stabilità, il finanziamento degli investimenti, il fondo per le aree sottoutilizzate ed interventi sull’ambiente.

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