Geotermia in Toscana: varata piattaforma in 14 punti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 ottobre 2002 17:12
Geotermia in Toscana: varata piattaforma in 14 punti

FIRENZE- Entro questo mese il governo regionale intende aprire un tavolo di confronto con l'Enel con l'obiettivo di definire il futuro della geotermia in Toscana: un'iniziativa che, raccogliendo le preoccupazioni degli enti locali interessati a questa attività, si incardina su un piano di interventi che la Regione ritiene indispensabili per ricondurre la geotermia all'interno di un quadro di garanzie ambientali e di sicurezza. E' quanto rende noto l'assessore all'ambiente e all'energia Tommaso Franci, in una comunicazione discussa e approvata in giunta che domani, giovedì, sarà sottoposta anche all'esame della commisione consiliare.

"La geotermia toscana rappresenta una risorsa straordinaria, unica in Italia e in Europa, che garantisce circa il 23 per cento del nostro fabbisogno di energia elettrica - spiega Franci - Il governo regionale ne conferma l'importanza strategica, ma esige risposte adeguate agli specifici problemi ambientali e di sicurezza, particolarmente avvertiti sull'Amiata. Non possiamo dimenticare che in questo territorio, in particolare nel comune di Piancastagnaio, è venuto di fatto meno il rapporto di fiducia con la società che gestisce l'attività geotermica.

Per tutto questo già nelle prossime settimane intendiamo impegnarci in una vertenza con Enel Green Power, la società che gestisce l'attività geotermica. Dai suoi esiti dipenderà la posizione delle istituzioni, anche in ordine alla credibilità e all'adeguatezza della gestione degli impianti". Il piano degli interventi a cui la Regione ritiene sia necessario dare immediata attuazione è articolato in 14 punti.
La geotermia in Toscana, ricordiamo, significa oltre 5 milioni di KWh prodotti ogni anno, pari a circa il 23 per cento del fabbisogno regionale di energia elettrica.

Impiega oltre 1200 unità ed un indotto di alcune centinaia. La sua rilevanza economica è testimoniata da un fatturato di Enel Green Power - che ha sede in Toscana - che si aggira sui 370 milioni di Euro.

I 14 punti del piano di intervento elaborato dalla Regione Toscana
1. immediata dismissione della centrale di Piancastagnaio "PC2" e riordino complessivo degli impianti geotermici nel Comune di Piancastagnaio per garantire le massime condizioni di tutela ambientale e la fornitura di calore alle attività floro-vivaistiche;
2.

accertamenti tecnici sui pozzi del campo superficiale ed analisi sull’andamento delle manifestazioni naturali per indagare sulle possibili cause dei due incidenti avvenuti a Piancastagnaio. In base alle risultanze, individuazione delle eventuali iniziative di prevenzione degli incidenti;
3. installazione prioritaria dei nuovi impianti di abbattimento delle emissioni presso tutti gli impianti dell’Amiata e estensione graduale e generalizzata, a partire dai nuovi impianti, a tutte le centrali geotermiche;
4.

attuazione della campagna di controllo sul rispetto dei limiti delle emissioni degli impianti geotermici;
5. accelerazione del programma di chiusura mineraria dei pozzi non utilizzati e ripristino ambientale rispettivamente dei piazzali e degli altri siti geotermici in dismissione (vaporodotti, acquedotti, piazzali) assicurando precise scadenze in tutte le aree interessate;
6. Definizione del bilancio idrico degli acquiferi del’Amiata e individuazione dell’impatto connesso allo svolgimento dell’attività geotermica;
7.

Definizione dell’incarico all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia per la valutazione della sismicità dell’area amiatina in relazione alla presenza della geotermia;
8. Prosecuzione ed ampliamento delle campagne di monitoraggio ambientale già avviate dall’ARPAT;
9. Comunicazione sui risultati delle attività in stretto rapporto con le comunità locali, soggetti economici e sociali interessati anche attraverso il Forum dell’Agenda 21 locale dell’Amiata;
10. Attivazione di un comitato istituzionale composto da Regione, Provincie, Comunità Montane e Comuni per monitorare l’attuazione del piano di intervento e garantire il massimo raccordo tra le attività dei diversi livelli istituzionali;
11.

Acquisizione da parte di ENEL di un preciso piano industriale strategico, che indichi con esattezza gli obiettivi, i programmi, gli strumenti per realizzarli e che comprenda impegni certi verso le varie zone, soprattutto in termini di ricerca e coltivazione, ambiente e uso del calore, occupazione e rapporti col territorio;
12. Ripresa delle assunzioni (il decennale blocco del turn-over ha prodotto la riduzione di centinaia di posti di lavoro rispetto agli oltre 1500 addetti complessivi precedenti) e rilancio e potenziamento di alcune attività tra cui: perforazioni, officine, laboratori, esercizio e manutenzione centrali, Centro Dimostrativo di Castelnuovo, Posto di Teleconduzione di Larderello, etc..

Interrompere la tendenza a trasferire persone e attività dalle aree operative, dove possono invece meglio corrispondere agli interessi ed alle necessità della società e dei suoi programmi.
13. Assicurazione sulla massima disponibilità da parte di ENEL per la cessione del calore e per la valorizzazione del patrimonio ENEL nei vari territori, anche in relazione alle proprietà immobiliari e di terreni ed alla necessità di ottimizzarne l’uso e la conservazione;
14. Assicurazione sulle necessarie ricadute economiche ex legge 896/86 e successive modificazioni, partendo dall’erogazione certa dell’una tantum per gli impianti “di rinnovamento” e dal raddoppio della lira a comuni e regione fin dalla produzione 2002.

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