Saban Bajramovic e Esma Rezdepova in "Roma Balkan Reunion" a Piazzale Michelangelo giovedì 18 luglio alle ore 21.30

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 luglio 2002 07:44
Saban Bajramovic e Esma Rezdepova in

Nell'ambito dell'Estate Fiorentina 2002 l'evento che coinvolge i due miti delle musiche dei Romà balcanici obbedisce a una logica che va oltre l'evento stesso.
Il progetto nasce e cresce al crocevia delle attività di diversi soggetti istituzionali, di non poche associazioni operanti sul territorio, nel cuore di tematiche e identità che la stessa Estate Fiorentina ha messo al centro del proprio lavoro di programmazione.
La realizzazione del concerto, in uno dei luoghi simbolo per i fiorentini e di Firenze nel mondo, cade in un'attualità non priva di contraddizioni, e dentro una cronaca che rinnova per i Rom un'immagine come problema sociale, un'immagine di emergenza e di marginalità.
I due esponenti più prestigiosi della musica rom balcanica e forse del mondo arrivano a Firenze come ambasciatori ai massimi livelli di una cultura che ha illuminato e illumina vaste aree del mondo intero e dell'Europa, ma anche come chiavi viventi di lettura per una cultura complessa che investe non solo i rom ma tutte le genti balcaniche e la loro diaspora nel mondo.
L'evento è dunque complesso, ambizioso, perfino strategico, però anche molto concreto, e legato alla vita di non pochi cittadini italiani e stranieri: si tratta di alimentare il confronto vitale e pacifico tra le identità che sempre più vanno a comporre la "fiorentinità" di oggi e di domani.

Per una volta però si tratta di non limitarsi ai terreni dell'ordine pubblico, del lavoro, degli spazi abitativi, ma di dedicarsi a quelli delle culture profonde, della cooperazione possibile, delle differenze reali.

SABAN BAJRAMOVIC e ESMA REDZEPOVA saranno ricevuti in Palazzo Vecchio mercoledì 17 luglio alle ore 19.30 presso la Sala degli Otto. Gli assessori SIMONE SILIANI (Cultura e Cooperazione) e MARZIA MONCIATTI (Immigrazione) consegneranno loro il "Giglio d'Argento".

Saban Bajramovic è una leggenda della musica zigana al punto che Tito lo portò in India da Nehru come rappresentante del popolo rom.

Saban canta quasi esclusivamente in lingua romani ed è diventato un punto di riferimento per i gruppi presenti in Italia. Considerato uno fra i più grandi cantanti zigani serbi viventi, dalla vita avventurosa segnata dalla prigione, aveva disertato per amore di una ragazza, dicono le biografie ufficiali, e durante la detenzione aveva fatto parte della banda ed allargato i suoi orizzonti musicali. Il primo disco risale al 1964 e da allora ha registrato una ventina di dischi e oltre una cinquantina di singoli.

Per vent’anni ha avuto al suo seguito il gruppo Black Mamba, con cui ha girato mezzo mondo. La sua faccia, segnata dagli eccessi di una vita nomade, si può riconoscere in film come Sunday Lunch e Guardian Angel di Paskaljevic e in quelli di Kusturica. Il suo talento ha guidato molti musicisti che sono stati direttamente ispirati e hanno attinto dalle sue melodie: uno fra tutti Goran Bregovic. Il suo ultimo album è stato registrato nello studio di Pavarotti con i musicisti del Mostar Sevdah Reunion.

Bajramovic è senza dubbio uno dei più noti e amati interpreti vocali della nuova musica rom internazionale: pochi altri sono i nomi che possono vantare su un consenso così unanime e un pubblico tanto vasto e affezionato. 66 anni, nato e residente a Nish, una delle città più multiculturali della Serbia moderna, Saban ha saputo parlare come pochi al pubblico jugoslavo, emergendo come una novità nel quadro del folklore che caratterizzava le differenti repubbliche della Jugoslavia Federale. Quello che alcuni musicologi hanno significamente chiamato “folklore di stato” tendeva infatti a presentare un’immagine dell’arte musicale rom come un testo romanes musicato su schermi serbi o macedoni, o bosniaci.

La vera forza di Bajramovic, come quella di Esma Redzepova è stata quella di elaborare nuovi procedimenti di sintesi e, pur rimanendo entro una sorta di mainstream musicale serbo (la sua musica ha poco di medio orientale ed è basata sul sistema tonale e accordale occidentale), è riuscito a creare qualcosa che è stato immediatamente compreso dal pubblico, quello dei quartieri rom delle città e dei villaggi di tutta la Jugoslavia. Nel contempo si è guadagnato l’interesse e il rispetto del pubblico jugoslavo non-rom e successivamente del pubblico internazionale.

La sua musica è fortemente caratterizzata sul piano drammatico per l’aderenza alla vita e ai personaggi rom, pur consapevoli di tutta la vaghezza di simili paragoni, potrebbe essere descritta come una specie di “sceneggiata” romanes, nella quale il virtuosismo vocale e strumentale non è mai sacrificato a spese della narrazione e della performance del corpo.
Con Bajramovic i Romà si appropriano del palcoscenico jugoslavo e diventano uno dei punti di forza delle arti musicali della repubblica federale.

Altri nomi ed altre realtà locali verranno ad infoltire il numero degli esponenti della musica vocale d’autore della cosiddetta “estrada” (arti del palcoscenico), in contrapposizione alle arti folkloriche dei villaggi, considerate come fonti (izvor) nel linguaggio della musica serbo-croata in particolare. Anche Saban si è concesso delle pause, dei momenti di riflessione, per ritornare puntualmente a entusiasmare il suo pubblico. Ricomparso di recente in un CD prodotto dalla Sevdah Connection, insieme ai musicisti di Mostar, e dopo un’ennesima parte cinematografica in un film del regista macedone Goran Paskaljevic, Bajramovic ripropone i propri classici (Dade Dade, Boza-Limunada, ecc.) accanto a novità o comunque ad un suo modo di stare nel cuore della grande musica d’autore del mondo (Si la Kale Bal).

Nello stesso tempo nel Bajramovic di oggi entra finalmente anche un colore jazzistico che non sta certo a significare solo acculturazione musicale, ma anche, almeno per i musicisti, una fratellanza sincera.

Esma Redzepova è nata nell'area di Skopje, in Macedonia, in una delle zone più rilevanti per la residenza della comunità Rom. E lì risiede ancora, circondata da una sorta di "culto" non solo musicale, visto che oltre ad essere una diva della musica popolare, ha costruito intorno a sé una scuola di musica, un museo di arte e tradizioni locali, nonché vari centri di assistenza e animazione, soprattutto per bambini.

Esma ha cominciato a cantare in pubblico all'età di 12 anni e da quasi quarant'anni attiva sulle scene, riconosciuta star della musica dei Romà, della Macedonia e dei Balcani tutti, Esma ha inciso più di 500 lavori che la diaspora rom e l'emigrazione dai Balcani hanno portato in tutto il mondo: è stata in tour in tutta Europa, in Australia, in Cina, in Medio Oriente, in Africa, è presente in film e video famosissimi, è stata candidata da un lungo elenco di organizzazioni internazionali al premio Nobel per la Pace per il 2002.

Come Bajramovic Esma Redzepova è stata protagonista di una vicenda eroica, quella dell’accreditamento dei Romà come di un popolo capace di rappresentare le arti della Repubblica Jugoslava. Le vicende drammatiche di quella repubblica hanno lasciato intatto il carisma locale e internazionale di questi artisti.

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