Nel corso del primo trimestre del 2002 il numero delle imprese toscane non agricole è aumentato di 687 unità, con un tasso di crescita del +0,20% che conferma sostanzialmente la buona prestazione fatta registrare nel primo trimestre dell’anno passato (+0,24%, tav.1) nonostante le difficoltà congiunturali di questo primo scorcio d’anno derivanti anche dalle incertezze sui mercati internazionali. Le nuove iscrizioni ai registri camerali sono state 8.483, per un tasso di natalità del 2,5%, mentre il tasso di mortalità (2,3%) è stato il più basso rispetto al primo trimestre degli ultimi sei anni.
Il tasso di crescita messo a segno dalle imprese toscane risulta leggermente inferiore rispetto a quello medio nazionale (+0,23%) e si piazza al settimo posto fra le regioni italiane.
Questa posizione è tuttavia la più alta con riferimento alle regioni maggiormente significative dal punto di vista del tessuto economico ed imprenditoriale (graf.1): il Veneto registra un incremento del numero delle imprese che comporta un tasso di crescita simile a quello della Toscana, mentre Piemonte, Emilia Romagna e Lombardia evidenziano un saldo negativo fra iscrizioni e cessazioni d’impresa.
Le dinamiche provinciali
I dati a livello sub regionale mettono in evidenza un andamento della zona costiera più dinamico rispetto a quella interna: le imprese delle province della costa crescono di +0,45 punti percentuali, mentre rimangono sostanzialmente stabili le imprese registrate presso le Camere di Commercio dell’interno.
Mettendo a confronto il peso degli stocks di imprese registrate all’inizio del periodo con il peso dei saldi fra iscrizioni e cessazioni nell’ultimo trimestre, possiamo notare che il 90% delle nuove imprese si addensa nelle aree costiere, mentre solo il 10% nelle aree interne; questo tuttavia non è in grado di ribaltare una struttura imprenditoriale che vede ancora il 60% delle imprese complessivamente iscritte alle Camere di commercio della Toscana localizzate nelle aree interne, con una concentrazione del 28% nell’area fiorentina.
La provincia che ha messo a segno il tasso di crescita più alto nel primo trimestre dell’anno in corso è stata Pisa (+1,3%), con il più alto tasso di natalità (2,9%, per 996 nuove imprese) ed un tasso di mortalità (1,7%) superiore soltanto a quello della provincia di Pistoia.
L’area pistoiese, tuttavia, costituisce una eccezione nel panorama regionale, rivelandosi quella con il turn-over più basso di imprese in conseguenza non soltanto dei bassi livelli di mortalità ma anche della scarsa dinamica sul fronte delle iscrizioni (appena 329, per un tasso di natalità dell’1,2%), segnando un tasso di crescita addirittura negativo (-0,2%).
Le altre province che hanno messo a segno tassi di crescita del numero delle imprese registrate presso le Camere di Commercio sono Grosseto (+0,5%), Livorno (+0,4%), Arezzo (+0,3%), Firenze (+0,2%), Siena (+0,1%) e Lucca (sole 5 imprese in più rispetto alla fine del 2001).
Fanno invece rilevare dinamiche involutive, oltre alla già vista Pistoia, anche Massa (-0,2 % per -34 imprese) e Prato, che vede invece una diminuzione di ben 780 imprese, corrispondenti ad un tasso di crescita di -0,7 punti percentuali.
Questo risultato negativo della provincia pratese è da mettere in collegamento sia con il basso tasso di natalità (2,0%, superiore solo a quello di Pistoia) sia con l’alto tasso di mortalità (2,7%, inferiore solo a quello fatto registrare nella provincia di Siena).
Le dinamiche per forma giuridica
Il principale contributo alla crescita del numero di imprese registrate presso le Camere di Commercio della Toscana nel corso del primo trimestre del 2002 è stato fornito dalle società di capitali (+943 imprese rispetto alla fine del 2001, tav.
2). Pur considerando il leggerissimo calo delle società di persone (-48 imprese per un tasso di crescita del -0,1%), le forme societarie nel loro complesso hanno fatto registrare un incremento di 895 imprese, per un tasso di crescita di 0,6 punti percentuali. Sono poi aumentate, seppur di sole 32 unità, anche le imprese costituite con altre forme giuridiche (rappresentate per la maggior parte da società cooperative e consortili), per un tasso di crescita del +0,4%.
Le ditte individuali sono invece diminuite di 240 unità nel corso dell’ultimo trimestre, per un tasso di crescita del -0,1%, derivato di un alto turn over: Sono state infatti 5.048 le imprese iscritte e 5.288 le cessate, ovvero rispettivamente il 60% del totale delle iscrizioni toscane e il 68% delle cessazioni.
Già da alcuni trimestri l’ampliamento dell’assetto produttivo regionale fa ricorso a modelli organizzativi sempre più strutturati.
Delle 26.765 imprese registrate in più rispetto al primo trimestre del 1997, il 75,2% è costituito infatti da imprese in forma societaria, mentre solo il 20,4% riguarda le ditte individuali ed il 4,4% le altre forme giuridiche. In virtù di questa evoluzione il peso delle società di capitali sul totale delle imprese toscane registrate presso le Camere di Commercio è aumentato di 3,1 punti percentuali in tale arco temporale, passando dal 15,7% del primo trimestre del 1997 al 18,8% del primo trimestre 2002 (graf.4); la quota delle ditte individuali si è invece ridotta di 2,6 punti percentuali, passando dal 53,4% al 50,8% del totale delle imprese toscane.
Il settore agricoltura
Le imprese del settore agricoltura, ad esclusione di quelle costituite in forma societaria, fino al 1997 non erano soggette ad iscrizione presso le Camere di Commercio; le elaborazioni relative a questo settore sono quindi tenute separate e vengono commentate a parte.
L’elemento di forte discontinuità introdotto negli anni 1996-’97 dall’introduzione dell’obbligo di registrazione al Registro delle Imprese da parte di tutte le imprese agricole non ci permette di osservare una serie storica molto lunga.
I dati su cui basiamo le nostre osservazioni sono quelli a partire dal 1999, per i quali appare ragionevole presupporre che gli effetti del cambiamento normativo siano pressoché estinti.
Solo nel primo trimestre del 1999 le iscrizioni hanno superato le cessazioni di impresa, dando così luogo ad un saldo positivo; per gli anni seguenti, invece, i saldi sono stati negativi.
Le nuove imprese agricole toscane iscritte al Registro delle Imprese nel primo trimestre 2002 sono state 728 (per un tasso di natalità del 1,4%), contro 1.250 imprese cessate (corrispondenti ad un tasso di mortalità del 2,4%), dando luogo ad un saldo di –522 imprese agricole, per un tasso di crescita del –1,0%.
Questo saldo è leggermente migliore di quello del primo trimestre dell’anno precedente (-679), grazie all’aumento delle iscrizioni (+29) e alla diminuzione delle cessazioni (-128).
L’artigianato
La diminuzione del numero delle imprese artigiane iscritte ai registri camerali è un fenomeno che, nel primo trimestre 2002, è stato comune a tutte le regioni del Centro Nord maggiormente significative per tessuto economico e imprenditoriale.
In particolare, se osserviamo le regioni con più di centomila imprese artigiane, che da sole costituiscono il 55% delle imprese artigiane nazionali, notiamo un tasso di crescita generalmente inferiore alla media nazionale (-0,7%), con la sola eccezione dell’Emilia Romagna.
La Toscana, con un tasso di crescita del -0,8%, fa registrare prestazioni migliori rispetto a Lombardia (-0,9%), Veneto (-1,1%) e Piemonte (-1,2%), e sostanzialmente analoghe a quelle dell’intero territorio nazionale.
Questa performance è da ricercare soprattutto nella buona tenuta del tasso di natalità (2,2%, secondo solo al 2,5% fatto registrare dall’Emilia Romagna), nonostante il tasso di mortalità ha sfiorato i 3 punti percentuali, risultando così di 0,3 punti superiore a quello medio nazionale.
Alla dinamica toscana hanno contribuito gli andamenti in linea con la media regionale delle province di Firenze, Massa, Pisa e Livorno (tutte queste province hanno fatto registrare tassi di crescita del -0,8%), e anche il tasso di crescita messo a segno da Prato (-0,9%) si discosta di poco dalla media toscana.
I risultati migliori sono stati quelli di Lucca, che con un saldo negativo di sole 4 imprese ha confermato il secondo posto fra le province toscane quanto a numero di imprese artigiane iscritte alla Camera di Commercio (dopo Firenze), e di Grosseto, che ha chiuso il trimestre con -17 imprese artigiane rispetto al trimestre precedente (per un tasso di crescita del -0,3%), dovuto in buona parte al contenuto tasso di mortalità (2,5%), il più basso dopo quello di Livorno (2,4%).
Migliore inoltre, rispetto alla media regionale, anche la dinamica registrata a Siena (-0,6%).
Meno buoni gli andamenti delle imprese artigiane registrate nelle province di Arezzo (con un tasso di crescita del -1,1%) e Pistoia (-1,6%), risultato determinato in quest’ultimo caso dal più basso tasso di natalità (1,7%) dopo quello di Livorno (1,6%) e da un elevato tasso di mortalità (3,3%), inferiore solo a quello registrato nelle province di Siena (3,4%) e Massa Carrara (3,3%).
Con riferimento alla forma giuridica, le ditte individuali hanno fatto registrare un saldo fra iscrizioni e cessazioni di -796 imprese, per un tasso di crescita del –1,0%.
Un supporto rilevante alla dinamica imprenditoriale artigiana è stato dato dalle imprese in forma societaria; all’interno delle forme societarie è da segnalare la prosecuzione del buon andamento delle società di capitali, che hanno messo a segno un tasso di crescita del +18,4% ed un tasso di natalità del 20,6%.
Tale evoluzione è in corso dall’introduzione della legge del 5 marzo 2001, che ha consentito la costituzione di imprese artigiane in società a responsabilità limitata pluripersonali.