Nuove osservazioni nella Riserva Naturale del Padule di Fucecchio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 maggio 2002 12:42
Nuove osservazioni nella Riserva Naturale del Padule di Fucecchio

Nuove eccezionali osservazioni nella Riserva Naturale del Padule di Fucecchio; dopo le Oche selvatiche di quest’inverno è ora la volta della Spatola (Platalea leucorodia), raro uccello appartenente all’ordine dei Ciconiformi, caratterizzato dal lungo becco appiattito.
Gli operatori del Centro di Ricerca, che operano un continuo monitoraggio della Riserva Naturale, hanno potuto constatare la sosta prolungata di almeno 4 individui di questa specie, che in Italia possiede un unico sito importante di riproduzione nelle Valli di Comacchio, per altro di recente insediamento.
Ma la vera particolarità dell’osservazione è data anche dal fatto che 2 dei soggetti osservati risultavano inanellati e, grazie ai potenti cannocchiali a disposizione del Centro, è stato possibile leggere la sigla riportata sull’anello, che nel caso di uccelli di grande taglia è scritta con caratteri che ne consentono la lettura a distanza.
La pratica dell’inanellamento a scopo scientifico è il principale mezzo di studio degli spostamenti migratori degli uccelli, e fornisce anche preziose informazioni sull’anatomia e la fisiologia di questi vertebrati; nel caso di uccelli di grossa taglia, come le Spatole, vengono inanellati i piccoli quando sono ancora al nido.
Una verifica presso la banca dati di tutti gli uccelli inanellati per scopi scientifici esistente presso l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica ha quindi consentito di risalire alla provenienza dei due animali osservati nel Padule di Fucecchio: si trattava di due individui della nuova colonia italiana di Comacchio, nati rispettivamente nel 2000 e nel 2001.

La presenza della Spatola in periodo primaverile ed estivo nel Padule di Fucecchio non è una novità: anche negli anni scorsi sono stati registrati sporadici avvistamenti di questa specie, che è stata vista anche frequentare la garzaia del Padule. Trattandosi di una specie coloniale, che frequentemente si associa ad altre specie per la nidificazione, non è da escludere per gli anni a venire che essa decida di insediarsi nella grande “città degli aironi” presente nell’area umida.
A favore di tale risultato giocano un ruolo importante gli interventi di miglioramento ambientale, che grazie a finanziamenti regionali erogati sul Progetto Lungo le Rotte Migratorie, coordinato dal Centro di Ricerca, hanno consentito di creare condizioni ambientali favorevoli all’insediamento di nuove importanti specie nidificanti, come l’Airone rosso, lo Svasso Maggiore, la Cutrettola e il Falco di palude.
A quest’ultimo riguardo un importante riconoscimento del lavoro svolto è giunto intanto dall’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, l’ente scientifico a cui il Centro di Ricerca fa riferimento nella progettazione degli interventi di gestione della riserva naturale.
Nella nota dell’I.N.F.S.

si legge che “sulla base della relazione tecnica trasmessa da codesto Centro, si evince chiaramente come gli obiettivi prioritari individuati per la realizzazione degli interventi di miglioramento ambientale rispondano alla logica di massimizzare le potenzialità dell’area quale luogo di sosta e nidificazione dell’avifauna.”
L’Istituto rileva che “Le opere attuate e quelle previste (...) appaiono pienamente coerenti con gli obiettivi che si vogliono perseguire e includono i diversi tipi di intervento che possono essere attuati in una zona umida d’acqua dolce: risistemazione idraulica degli invasi per permettere una regolazione dei livelli delle acque, rimodellamento delle sponde per favorire il maggior numero di specie acquatiche, creazione di isolotti per agevolarne la nidificazione, gestione del canneto, formazione di nuovi stagni e di nuovi chiari, predisposizione di strutture atte a favorire la fruizione dell’area umida da aparte del pubblico senza che venga arrecato disturbo agli animali.“
L’I.N.F.S., sulla base di queste considerazioni, esprime quindi un parere favorevole alla prosecuzione degli interventi nella Riserva Naturale secondo le modalità indicate dal Centro di Ricerca.

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