"Materiali Muller" degli allievi del III anno del Laboratorio Nove al Teatro della Limonaia dal 14 al 16 maggio (ore 21.00)

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 maggio 2002 18:18

La scelta di Müller come autore nasce sicuramente dal Convegno sull’autore che Intercity 2001 ha presentato in collaborazione con la Società Internazionale a lui intitolata: gli interventi di Quadri, Kammerer, Kounellis, Jourdheuil, Ruschkowski, Marmarinos, Terzopulos, Rüter, De Capitani, Manacorda hanno suscitato un interesse fortissimo verso la sua scrittura. E se è evidente che si tratta di un autore molto complesso, che domanda maturità e grande profondità agli interpreti, gli interventi hanno tutti sottolineato l’estrema apertura della sua scrittura, che chiede di essere sperimentata prima che messa in scena.

Per noi la scuola di teatro è un luogo di ricerca, in cui la proposizione di metodi non serve a chiudere un discorso artistico, ma al contrario a dargli impulso: da qui parte il percorso di Simona Arrighi e Renata Palminiello con i ragazzi, cui Barbara Nativi ha dato un supporto attraverso una serie di lezioni di analisi del testo. La scelta dei Materiali del saggio è stata fatta a partire dal desiderio di lavorare su aspetti diversi della produzione drammaturgia di Muller: le scene, i frammenti sono stilisticamente molto diversi tra loro, ma uniti dallo stesso grado di necessità, e vicini dal punto di vista tematico.

Ruotano attorno ad un tema caro all’autore, il tradimento, tema classico, eterno: tradimento d’amore, del fratello verso il fratello, della madre verso i figli, del marito per una donna più giovane, ma anche politico, della missione, della fede politica, del proprio credo… Un fiume di promesse mancate, di legami violati, che scorre, da un’opera all’altra, dalle scene di Vita di Gundling (Re di cuori Vedova nera, Vengo dall’inferno mio Dio e Fa che diventi pio) a quelle di Hamletmaschine (L’Europa delle donne e Nell’attesa selvaggia/dentro la orribile armatura/ Millenni), Materiale per Medea, o La battaglia (La notte dei lunghi coltelli e Avevo un camerata), fino ai bellissimi dialoghi e al monologo finale de La missione, anch’essa tradita.

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