Manifestazione di Alleanza Nazionale contro il Forum Sociale Europeo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 aprile 2002 08:48
Manifestazione di Alleanza Nazionale contro il Forum Sociale Europeo

Alleanza Nazionale organizzerà, a giugno, una grande manifestazione di piazza «aperta a tutti coloro che non condividono la scelta di Firenze come sede del Forum Sociale Europeo» e «a tutela e difesa di una città già gravemente compromessa da questa giunta di centrosinistra». Lo hanno annunciato questa mattina i consiglieri del gruppo di Palazzo Vecchio insieme al Presidente provinciale Simone Gnaga. «Con questa iniziativa - hanno spiegato gli esponenti di Alleanza Nazionale - vogliamo informare i fiorentini sui possibili problemi che potrà avere la nostra città ospitando una manifestazione del genere.

Fa parte della storia delle destra italiana il ragionamento serio sulla globalizzazione e sugli eventuali rischi che potrebbe comportare se non regolamentata. Ma quella del Forum Sociale Europeo è solo un'iniziativa che viene strumentalizzata da alcuni "capetti" come Casarini e Agnoletto. Questi ultimi, dietro il pretesto approfondire i temi della globalizzazione, mirano solo a organizzare l'opposizione al governo di centrodestra utilizzando Firenze come sede per un rilancio di un centrosinistra spostato su posizioni "movimentiste", "girotondiste" e di sinistra estrema».

«Ma questa non sarà l'unica iniziativa - hanno aggiunto - vogliamo un vero e proprio comitato di controllo composto da consiglieri comunali di maggioranza ed opposizione che verifichi se la città è in grado di ospitare un evento del genere, quali saranno le strutture che dovranno accogliere i partecipanti, come sarà organizzata l'ospitalità alle migliaia di persone che arriveranno a Firenze. E, soprattutto, quali saranno i costi che Firenze dovrà sopportare. Come Alleanza Nazionale sentiamo il dovere di ribadire un fermo no a questa iniziativa ma, contemporaneamente, dobbiamo adoperarci in nome e per conto di tutti i fiorentini che la pensano come noi per vigilare sugli accordi e le trattative che Sindaco e Presidente della Regione stanno per mettere a punto con i responsabili del Forum.

Non vorremmo che questa iniziative godesse di favori particolari, a differenza di altre».
“La globalizzazione tocca la vita quotidiana e il destino di miliardi di persone. Perciò i cittadini, tutti i cittadini, a partire dalle istituzioni che li rappresentano, devono poter dire la loro”. Con queste parole il presidente della Regione Toscana Claudio Martini ha iniziato ieri la sua comunicazione in Consiglio regionale sui temi legati alla globalizzazione e alla disponibilità ad accogliere a Firenze il Social Forum Europeo nel mese di novembre 2002.

Una dettagliata introduzione nella quale Martini ha sottolineato gli aspetti contraddittori del ‘villaggio globale’, che possono riassumersi nell’enorme squilibrio e nelle crescenti disuguaglianze tra Nord e Sud del mondo. Questa, secondo il presidente della Regione, è proprio la sfida del XXI secolo, “governare i processi globali – ha detto – con regole e meccanismi che estendano a tutti benefici e vantaggi e facciano crescere democrazia, diritti e giustizia sociale”. Un impegno a cui tutti siamo chiamati, dalle istituzioni sovranazionali agli Stati nazionali ai governi regionali e locali.

A questo proposito, Martini ha ricordato alcune esperienze realizzate dalla Toscana come contributo allo sviluppo di un nuovo processo di globalizzazione: dal principio di sviluppo sostenibile al marchio di responsabilità sociale, dal piano energetico al nuovo regolamento sull’inquinamento elletromagnetico, dai progetti di cooperazione internazionale e sanitaria alla cancellazione del debito dei Paesi poveri e alla difesa dei diritti umani.
Il presidente Martini ha poi affrontato il capitolo delle occasioni di incontro e dibattito tra le istituzioni e i movimenti che si battono per una globalizzazione migliore: Porto Alegre, San Rossore (il secondo meeting ‘From Global to Glocial’ si svolgerà il 16 e 17 luglio prossimi) e il Social Forum Europeo di novembre, a proposito del quale ha precisato che “la Toscana non può essere pregiudizialmente contraria ad ospitare un evento così rilevante, perché siamo terra di accoglienza e di dialogo.

Ciò non significa che per questo dobbiamo riconoscerci in tutte le singole prese di posizione che il movimento no-global esprime. Ma significa offrire un luogo in cui si possa discutere e confrontarsi, mi auguro, anche con noi, e in particolare con i giovani, che sono parte largamente maggioritaria dei movimenti, spinti dagli ideali di giustizia, di solidarietà, di difesa della natura”. Per questo motivo – ha aggiunto Martini - abbiamo offerto la nostra disponibilità ad ospitare l’evento.

“Mi auguro – ha proseguito - che su questo fatto non si debba vivere una contrapposizione politica in Consiglio regionale e nella Toscana per i prossimi sette mesi, anche perché si tratterebbe di una cosa del tutto incomprensibile a qualunque osservatore esterno alla nostra regione, in Italia o in Europa”. Insomma, ha detto Martini, non facciamo del Forum un motivo di scontro, ma trasformiamolo in un’opportunità per dimostrare che tutti - politici, amministratori, giornalisti - siamo davvero disponibili ad abbassare i toni, come abbiamo detto in consiglio dopo la morte di Marco Biagi.

Martini ha quindi riferito che insieme al comune e alla provincia di Firenze saranno affrontate le questioni logistiche ed organizzative per costruire un Forum sicuro e pacifico per la città. “Per la Regione – ha concluso Martini - c’è ovviamente un aspetto discriminante, quello della non violenza di cui ci siamo fatti interpreti nel convegno del 19 marzo dedicato proprio all’inconciliabilità tra la libertà e l’utilità della critica e l’uso di metodi violenti”.
Nel dibattito seguito alla relazione del presidente Claudio Martini, da parte degli esponenti del centrodestra - da Bianconi (An) a Zirri (Fi) - e' stata data la disponibilita' ad esaminare i riflessi della globalizzazione sul territorio ma, al tempo stesso, e' stata ribadita la contrarieta' all' assise della fine di novembre.

Tra gli interventi, e' emersa anche la proposta, avavanzata da Erasmo D' Angelis (Margherita), che il Consiglio regionale toscano si faccia ''garante'' istituzionale del Forum.
«Le dichiarazioni di alcuni rappresentanti dei sindacati di polizia sono del tutto inopportune e rispondono più a giochi politici che a reali esigenze di tutela dell'ordine pubblico». E' quanto ha dichiarato la capogruppo di Rifondazione Comunista Monica Sgherri a proposito delle dichiarazioni di alcuni rappresentanti dei sindacati di polizia secondo i quali «per il Social Forum Europeo a Firenze sarà difficile mantenere l'ordine pubblico».

«Queste dichiarazioni sono ancora più gravi - ha aggiunto la Sgherri - perché si inseriscono in una campagna denigratoria e dai caratteri reazionari che il centrodestra sta portando avanti». «Se quanto riportato sulla stampa non verrà smentito, e mi auguro vivamente che lo sia - ha commentato la capogruppo di Rifondazione Comunista - si confermerà che il tentativo in atto è quello di sostituirsi a chi ha il diritto ed il dovere di prendere una decisione invece di misurarsi sulle soluzioni adeguate ed idonee, qualora ve ne fosse la necessità, per garantire la sicurezza di tutti, manifestanti compresi».

«Nessun incidente - ha concluso la Sgherri - si è mai verificato durante gli appuntamenti seminariali ed organizzativi del Social Forum: forse a questi sindacalisti converrebbe ricordare che l'appuntamento nazionale del Social Forum dello scorso anno a Firenze non ha registrato alcun problema di ordine pubblico. Come mai non ne tengono conto nelle loro considerazioni? Infine giova ricordare che la Costituzione garantisce a tutti il diritto a manifestare pubblicamente le proprie opinioni: siamo ancora in uno Stato di diritto per cui non sono accettabili i divieti e le sospensioni, neppure temporanee, di questi diritti fondamentali.

Altrimenti si aprirebbero scenari veramente preoccupanti. Spero che proprio i sindacati, proprio quelli di polizia, si rendano conto di queste semplici verità».

In evidenza