Pietro Mirabelli rieletto alla RSU dei cantiere TAV del Carlone

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 aprile 2002 09:30
Pietro Mirabelli rieletto alla RSU dei cantiere TAV del Carlone

"Pietro Mirabelli ha svolto e svolge un ruolo positivo sul posto di lavoro. Per questo non condividiamo la sua esclusione dalla lista dei candidati, presentata dalla Segreteria provinciale della FILLEA alla riunione del giorno 18 marzo 2002: tale riunione non ha avuto un andamento positivo e democratico, a nostro avviso; chiediamo quindi che la discussione sia ripresa al più presto, coinvolgendo tutti i compagni". Così scrivono, nel documento che ha fruttato la sua candidatura ‘dal basso’, 59 compagni di lavoro del minatore calabrese battutosi strenuamente per il rispetto dei diritti e della dignità nei cantieri TAV, contro il ciclo continuo, i rischi sul lavoro e la segregazione sociale.

Un documento grazie al quale Pietro Mirabelli ha potuto partecipare alle elezioni per la Rappresentanza Sindacale Unitaria (RSU) e vincerle con risultati clamorosi e ampi margini di vantaggio: a lui sono arrivati ben il 40% dei suffragi.
Ciò che più sorprende è che i dirigenti della FILLEA-CGIL di Firenze abbiano tentato di impedire, escludendo quella di Mirabelli dal novero delle candidature, la rielezione di un rappresentante dei minatori TAV che ha consentito all’opinione pubblica di conoscere i problemi e le sofferenze di quella categoria, altrimenti condannata all’oblio.

I particolari delle condizioni di impiego e di vita di questi lavoratori sono infatti inquietanti sul piano della civiltà e del diritto: il contratto che è stato somministrato alle maestranze, provenienti dal Sud e da altre lontane regioni d’Italia, costrette ad accettarlo o a subire le conseguenze della disoccupazione, spaventa in termini di orario, di salubrità, di sicurezza. Tutto ciò succede nella ‘Toscana democratica’.
Idra sottolinea anche un altro caso emblematico: quello di un rappresentante RSU nei cantieri TAV che, reduce da una missione sindacale, ha subìto un gravissimo incidente stradale durante il ritorno al cantiere.

Aldo Laino, che ha attuato a luglio dell’anno scorso uno sciopero della fame sotto la sede della Prefettura a Firenze, non ha ancora ottenuto il riconoscimento dell’infortunio. Come lui – si è appreso - tutti gli RSU d’Italia, quando si infortunano in missione sindacale, lo farebbero a proprio rischio e pericolo. Ma se il sindacato non è in grado di tutelare chi lo rappresenta nell’azienda, quanto è credibile allora il suo ruolo? Aldo Laino lamenta di non aver ricevuto aiuto dai sindacati neppure sul piano umanitario.

E non risulta a Idra che CGIL, CISL e UIL abbiano trasmesso al Prefetto di Firenze quella richiesta unitaria di intervento e di interessamento che avrebbe potuto contribuire a promuovere un’azione del Governo affinché sia colmata questa grave lacuna legislativa, che appare contraddire lo stesso art. 1 della Costituzione.

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