Piera degli Esposti è "la voce" di Federigo Tozzi all’Accademia dei Rozzi, mercoledì 27 marzo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 marzo 2002 17:40
Piera degli Esposti è

Sarà una attrice del livello di Piera degli Esposti ad aprire le iniziative di "Siena per Tozzi", il programma di eventi che la città dedica quest’anno al suo grande scrittore.
Mercoledì 27 marzo (ore 21), la Sala degli Specchi dell’Accademia ospiterà, in prima nazionale, "Piera degli Esposti voce di Tozzi: Io non so quel che porto", un testo scenico tratto da "Adele" ed altri lavori di Tozzi, scritto da Marco Marchi proprio per questa performance.
Marchi è uno specialista tozziano, ha curato il "Meridiano-Mondadori" delle Opere ed è autore di un’originale Vita scritta di Federigo Tozzi.

In questo caso è riuscito a selezionare e montare perfettamente di materiali tratti dal romanzo Adele e da altri testi: dagli aforismi di Barche capovolte alle prose di Bestie, dal poco noto poema in prosa di gusto simbolista Paolo all’antologizzazione in chiave psicologica che Tozzi fece delle Lettere di Santa Caterina da Siena.
Disponendo di una artista straordinaria, di eccezionale intensità emozionale e comunicativa come Piera Degli Esposti, e valorizzando le risorse dell’autobiografismo en travesti offerte dalla scrittura di uno dei massimi narratori italiani del Novecento, l’ideazione e la realizzazione dello spettacolo (di cui Marchi ha curato anche la regia) hanno potuto così puntare su uno sperimentale "Tozzi del profondo", metamorfico e interrogativo, onirico e visionario, espressionistico e crudelmente "asentimentale".


E’ un Tozzi modernamente rivolto alla ricerca di quel che di non saputo l’io porta con sé, nel suo inquietante impasto di "buca di scorpioni" e "nido di usignoli", "bisbigli" e "code paurose". E’ lo scrittore che, nell’affacciarsi pionieristicamente sull’inconscio e nel fare dei "misteriosi atti nostri" la sua essenziale materia di racconto, subito si rivela autore geniale confortato da letture di carattere scientifico-psicologico oggi documentate: dai Principi di psicologia e Le varie forme della coscienza religiosa di William James a Les Névroses di Pierre Janet, dalle consultazioni della "Revue Philosophique" a una sintesi d’autore dei Tre saggi sulla sessualità di Sigmund Freud.


Al testo scenico Io non so quel che porto che sarà interpretato dalla Degli Esposti partecipano in senso funzionale e filologicamente motivato anche alcuni prelievi musicali dall’opera-capolavoro di Pietro Mascagni Iris: la tragica e losca storia, su libretto di Illica, di un’esotica fanciulla ossessionata e sognante, ineluttabilmente votata alla morte, cui certo l’ideazione del personaggio di Adele, fra tante suggestioni culturali tenute presenti dal suo autore, risulta debitrice.
Lo spettacolo, come gli altri eventi di "Siena per Tozzi", è stato realizzato grazie al contributo di Fondazione Monte dei Paschi di Siena e Banca Monte dei Paschi di Siena.

Le altre iniziative
L’appuntamento successivo è per il 19 aprile quando, ai Magazzini del Sale di Palazzo Pubblico verrà inaugurata la mostra "Scritture del profondo: Svevo e Tozzi" che resterà aperta fino al 10 giugno.

Nello stesso periodo verranno presentati, nel corso di particolari "pomeriggi letterari" in alcuni locali della città, nuove pubblicazioni su Tozzi o riedizioni di opere ormai esaurite: "Ricordi di un giovane impiegato" (a cura di Riccardo Castellana), la biografia "Tutti gli anni di Tozzi" (di Paolo Cesarini), il commento a "Bestie" di F. Marchiori ed il volume su "James e Tozzi" a cura di Martina Martini.
Accompagnerà la mostra un video-documentario sulla figura di Federigo Tozzi.
Il programma, curato dall’assessorato alla Cultura del Comune di Siena e dal Comitato promotore del Centro studi su Federigo Tozzi, si concluderà con due giornate sul tema "Tozzi: la scrittura crudele", a Siena il 25 e 26 ottobre 2002.


Al convegno hanno già dato la loro adesione alcuni dei più importanti studiosi italiani: Martina Martini, Giancarlo Bertoncini, Giusepe Nicoletti, Antonio Prete, Delia Garofano, Marco Marchi, Luigi Baldacci, Emilio Manzotti, Marina Fratnik, Benedetta Livi, Pier Vincenza Mengaldo, Massimo Raffaeli, Franco Petroni, Romano Luperini, Riccardo Castellana, Daniele Del Giudice, Gianni D’Elia, Sebastiano Vassalli, Massimo Lippi, Paolo Maccari, Francesca Sanvitale.

Federigo Tozzi (Siena 1883 – Roma 1920)
E’ oggi considerato tra i maggiori narratori italiani del primo Novecento, insieme a Svevo e Pirandello.

Nato a Siena nel 1883, si trasferì a Roma nel 1914, dove morì all'età di soli trentasette anni, dopo aver scritto capolavori assoluti come i romanzi autobiografici "Con gli occhi chiusi", "Il podere" e le straordinarie, ancora poco conosciute, novelle.
La sua narrativa, a partire dalle prose brevi di "Bestie" fino ai postumi "Ricordi di un giovane impiegato", è percorsa da una vena autenticamente espressionista che la accomuna alle più significative esperienze artistiche e letterarie degli anni Dieci.

Il ritmo della frase è rotto e spezzato, paratattico; la sintassi ha ormai abolito i nessi logici della tradizione naturalista. I suoi personaggi sono moderni perché sfugge loro il significato della vita: paralizzati dalla paura e dall'angoscia esistenziale, vivono in un mondo violento che li respinge, condannandoli alla sconfitta e allo scacco.

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