Le conclusioni del convegno Fabricaethica

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 marzo 2002 18:52
Le conclusioni del convegno Fabricaethica

FIRENZE - ”Sviluppo sostenibile e inclusione sociale sono la bussola che orienta l’azione politica e culturale della Toscana, non sono una spruzzatina ideologica ma il programma concreto di governo della Regione”. E’ in questa cornice che si inserisce anche l’iniziativa sulla responsabilità sociale delle imprese che ha il merito di avere riportato al centro del dibattito i grandi temi sociali, dall’handicap al carcere, dagli immigrati ai minori, sui quali dovremo ritrovare una capacità di iniziativa forte, “perché non c’è settore che possa restare estraneo alla promozione di una cultura dell’inclusione”.

Con queste parole il presidente della regione Claudio Martini è entrato oggi nel vivo dei temi affrontati al Palacongressi nel corso della tre giorni di Fabricaethica, che ha visto una presenza costante di oltre 600 persone mentre almeno 1200 sono stati i contatti con il sito del convegno. Il presidente, dopo avere sottolineato l’importanza di questo momento di riflessione e di dibattito, ha indicato la necessità di difendere la specificità della Toscana nel modo con cui si affrontano i temi della responsabilità sociale delle imprese e della qualità dello sviluppo.

Tutto questo è particolarmente importante in un momento in cui ci si appresta a passare alla fase operativa, alla traduzione concreta delle idee e delle indicazioni emerse da un dibattito ad altissimo livello e di respiro europeo. Il modello di sviluppo toscano è caratterizzato da una forte adesione della comunità che in esso si riconosce e si identifica. “E’ un modello che dimostra come non ci sia una sola via allo sviluppo. Ma anche questo modello ha bisogno di essere alimentato, non è dato per sempre, deve essere conservato e migliorato.

Su questo la classe dirigente della nostra regione deve lavorare per dare ad esso credibilità, attraverso un dialogo fecondo con tutti i soggetti sociali ”.Ed è stata proprio dedicata ai molti soggetti a vario titolo coinvolti nel tema della eticità dell’impresa la mattinata di lavori che ha concluso l’appuntamento fiorentino con Fabricaethica. A chi come Valeria Fedeli della federazione europea dei tessili mette in luce il valore della certificazione che, attraverso la concertazione, può trasformarsi in un valore aggiunto anche rispetto a leggi, contratti, strumenti di tutela, hanno fatto da contraltare richieste di ampliamento dell’orizzonte dell’inclusione sociale.

Così Massimo De Pascalis Provveditore dell’ammnistrazione penitenziaria toscana ha messo in luce le opportunità che questa norma potrebbe offrire per attuare il diritto al lavoro dei detenuti, mentre altri, come Luciano Scagliotti, Rete europea contro il razzismo, Graziella Bertozzo, di Azione gay e lesbica, Don Franco Monterubbianesi della comunità di Capodarco, hanno chiesto un ruolo più incisivo dei movimenti e delle organizzazioni non governative che lavorano sui temi delle discriminazioni sociali, razziali, sessuali.

Silvia Costa, consigliere del Cnel, ha sottolineato la necessità di introdurre nel concetto di responsabilità sociale elementi di cui le donne sono portatrici. Parole di elogio e incoraggiamento sono venute infine dalla Commissione europea, per bocca di Joanna Tachmintzis che ha invitato a un lavoro comune in Europa proprio a partire dal monitoraggio, dalla verifica e dal confronto su esperienze come quella toscana. “Credo che l’importanza di questo lavoro – ha concluso l’assessore alle attività produttive Ambrogio Brenna, promotore del convegno - stia proprio nel fatto che ha permesso di andare oltre alla declamazione di principi e di trovare indicazioni utili per avviare la seconda fase, quella della traduzione in progetti pratici e operativi di queste indicazioni”.

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