AN: «Il bilancio rappresenta le contraddizioni e lo sconquasso di una coalizione che non ha davvero più i numeri per gestire le sorti della città»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 febbraio 2002 14:14
AN: «Il bilancio rappresenta le contraddizioni e lo sconquasso di una coalizione che non ha davvero più i numeri per gestire le sorti della città»

«Mai come quest'anno, il bilancio rappresenta ed identifica nei numeri le contraddizioni e lo sconquasso di una coalizione che non ha davvero più i numeri per gestire le sorti della città». E' quanto hanno dichiarato i consiglieri del gruppo di Alleanza Nazionale secondo i quali «il triste spettacolo a cui ha dato il governo cittadino nelle ultime due settimane oltre a lasciare Firenze attonita e confusa, all'inizio, delusa ed indignata, adesso, ha contribuito a far si che non si parlasse a sufficienza di quello che è l'atto politico-economico più importante dell'amministrazione comunale: il bilancio».

«Nella sua relazione - hanno aggiunto - il Sindaco ha sottolineato un unico concetto: questo bilancio a cui mancano 60 miliardi, è colpa solo ed esclusivamente della legge finanziaria dell'ostile governo del centro destra. Poco importa se poi si dimostra che, alla fine, i trasferimenti sono rimasti pressappoco quelli dello scorso anno, quando c'era un governo targato centro sinistra, e che il buco di bilancio - coperto con multe, ticket sui bus e aumento delle tasse cittadine - dipende dalla capacità di garantirsi nuove entrate e di razionalizzare nuove spese.

La verità è che la sinistra è federalista nelle spese, vorrebbe forse che non ci fosse il rigore economico a cui gli obblighi comunitari ci costringono, e molto centralista nelle entrate, secondo la vecchia logica per cui "paga pantalone"». «Forse - hanno concluso i consiglieri di Alleanza Nazionale - questo tanto decantato "decentramento", che costringe i governi cittadini a prelevare nelle tasche dei propri contribuenti per finanziarsi, senza più consentire loro di nascondere le proprie inefficienze dietro trasferimenti romani, alla fine pesa anche al Presidente dell'Anci che del federalismo si è fatto portavoce.

Il tetto di spesa del 6% è una raccomandazione sostanziale ai Comuni a stare più attenti a quanti soldi prelevano dalle tasse dei cittadini, a come li spendono e a che questo migliori l'efficienza del servizio. Ed è inevitabile che questo tetto crei disagio agli amministratori che, a fronte di aumenti di spese, non riescono a prevedere e monetizzare nuove entrate: i nodi sono venuti al pettine».

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