Innovare l'educazione perché le future generazioni possano apprendere creativamente l'uso degli strumenti di sviluppo dell'Economia della Conoscenza

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 dicembre 2001 16:44
Innovare l'educazione perché le future generazioni possano apprendere creativamente  l'uso degli strumenti di sviluppo dell'Economia della Conoscenza

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Paolo Manzelli, direttore del Centro di Ricerca educativa dell'Università di Firenze:

Le linee d'azione sono state definite nell'importante riunione della Commissione Europea di fine Millennio (LISBONA 1999).
In sintesi la commissione Europea sottolinea la necessita' di sviluppare una nuova modalità di organizzazione e stesura dei programmi finalizzati all'integrazione delle conoscenze disciplinari proprio per evitare la classica separazione tra sapere e sviluppo socio-economico.

Cio' significa attuare piani di formazione permanente che prevedano l'immissione in rete di moduli di editoria elettronica tramite l'utilizzazione creativa delle nuove tecnologie finalizzate all'acquisizione di nuove competenze e professionalita'.
La Commissione Europea precisa inoltre che tali nuove competenze dovranno situarsi preferenzialmente nell'area dei saperi commessi alle attivita' manageriali (organizzative e gestionali del sapere) finalizzate allo sviluppo della competitivita delle imprese (in particolare le PMI) e della loro capacita di prevedere ed effettuare investimenti in tecnologie innovative e risorse umane competenti, per lo sviluppo del lavoro qualificato nel quadro della ECONOMIA DELLA CONOSCENZA.
Questi sono i traguardi irrinunciabili da raggiungere: se ne puo' discutere....

ma certo non per perdere tempo.
Concludo dicendo che sono stato sempre convinto (convinzione che deriva in gran parte dagli insegnameti di Giorgio La Pira e Padre Balducci) che se ci culliamo nella memoria del passato e non non attiviamo la creativita' della nostra mente per il cambiamento l'esistenza stessa ci appare un fenomeno degradante che corre impetuosamente verso un eterno nonsenso della morte.

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