Accademia delle Arti del Disegno: I tempi e i Luoghi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 dicembre 2001 08:17
Accademia delle Arti del Disegno: I tempi e i Luoghi

L'Accademia delle Arti del Disegno di Firenze ospita, dal 6 dicembre, una personale di Giovanni Paszkowski, dal titolo "I tempi e i luoghi", curata da Antonio Natali.
Nato a Firenze nel 1934, dove vive e lavora, Giovanni Paszkowski ha iniziato come grafico in campo editoriale e pubblicitario: un'attività cominciata quand'era ancora adolescente, disegnando, su richiesta di Enrico Vallecchi, le copertine dei libri di Giovanni Papini (che dell'artista era nonno materno). A partire dagli anni '70 si è dedicato alla pittura ed ha esposto in molte Gallerie italiane.

Il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi conserva otto suoi fogli.
La mostra di oggi, raccoglie 52 opere eseguite per la più parte negli ultimi due anni e realizzate su tela o carta con tecnica mista (carboncino, pastello a olio, tempera e acrilico). Sono pitture dove "l'occasione urbana diventa materia narrativa in uno spazio rarefatto -fra il virtuale e il reale- che tutti vorremmo sperimentare" - scrive nel catalogo Francesco Guerrieri -. "L'Artista intuisce uno spazio - esterno o interno/esterno - e lo propone con la freschezza grafica che fortunatamente possiede come talento di "tecnica artistica": qualcosa che vorremmo tutti possedere come architetti, esprimere come pittori, intuire come urbanisti, godere come cittadini del mondo".
Nei grandi fogli di Giovanni Paszkowski un'umanità assorta si muove solitaria nel verde di grandi parchi urbani o fra eleganti architetture contemporanee.
"Al cospetto delle tele di Giovanni Paszkowski - spiega Antonio Natali -, ai suoi spazi larghi e deserti, a quelle architetture incombenti sul verde rigoglioso di parchi cittadini, a quelle presenze umane in transito per piazze assolate o in risalita su scale di metropolitane, reputo convenga ridimensionarne la valenza filosofica per gustare appieno i sensi del poeta; che, in disparte, guarda il mondo, pascolianamente incantato dai suoi tempi; per solito lunghi: coi mari aperti e i cieli vasti, coi venti che frusciano sulle piante, coi palazzi alti sugli orizzonti di città senza folla".

"Le sue città hanno riferimenti precisi: sia europei che d'oltreoceano. Città desunte da modelli reali; e però immerse in un'aura sospesa come fossero, invece, ideali. Non troppo distanti, nello spirito, dalle metafisiche visioni delle celebri tavole umanistiche d'Urbino, Berlino e Baltimora".
La mostra resterà aperta fino al 13 gennaio 2002.

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