L'apertura del Teatro Boito di Greve in Chianti con Ugo Chiti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 novembre 2001 17:29
L'apertura del Teatro Boito di Greve in Chianti con Ugo Chiti

Giovedì 22 novembre 2001, ore 21.15, al Teatro Boito Viale Rosa Libri, 2 di Greve in Chianti, Arca Azzurra Teatro presenta La cena delle beffe, libero adattamento di Ugo Chiti da La cena delle beffe di Sem Benelli regia di Ugo Chiti con Massimo Salvianti, Marco Natalucci, Lucia Socci, Dimitri Frosali, Andrea Costagli, Giuliana Colzi Maurizio Lombardi, Francesco Mancini - scene Daniele Spisa – costumi Giuliana Colzi – luci Marco Messeri - suono Roberto Nigro.
La storia della sanguinosa beffa ordita da Giannetto Malespini ai danni dei fratelli Chiaramantesi, suoi persecutori, è occasione per un confronto dell'Arca Azzurra con nuovi temi e personaggi che, al di là della loro notorietà, si misurano in un bellissimo gioco psicologico che ribalterà i ruoli della vittima e dei carnefici.

Si tratta ovviamente di una riscrittura quasi integrale del dramma di Sem Benelli, con un occhio più attento all’universalità del tema della vendetta, che allo stile della piece, e soprattutto al tanto di popolare che in essa è racchiuso e che ne ha fatto uno dei copioni italiani più famosi e soprattutto più rappresentati nel mondo. Senza dimenticare che il tema, anche se non lo stile, suggerisce un parallelo con quella “tragedia Elisabettiana” che è da sempre uno degli amori di Ugo Chiti, il quale iniziò il suo percorso di regista proprio con “Il malcontento” di John Marston.

Nella ricerca delle fonti letterarie e popolari del loro linguaggio teatrale, l’incursione che Ugo Chiti e la Compagnia Arca Azzurra fanno dalle parti di Sem Benelli e della sua Cena delle Beffe, è un capitolo che presenta aspetti di singolarità anche rispetto alle altre scelte d’ispirazione o almeno d’ambiente letterario fatte dall’autore e dalla sua Compagnia, come “Clizia” di Machiavelli o altre opere portate in scena in questi ultimi anni dove era abbastanza visibile l’influenza di certi racconti toscani dell’inizio del Novecento, da Cicognani a Tozzi.

E anche “La cena delle Beffe”, che il suo autore definisce “poema beffardo” fa parte di quest’ultimo periodo, essendo andata in scena per la prima volta nel 1909, ma stilisticamente non potrebbe esserne più lontana, cercando di riprodurre il linguaggio del tempo che rappresenta, quello che ancora Sem Benelli, all’inizio del dramma indica senza precisazione di data come quello di Lorenzo il Magnifico. È comunque curioso come l’interesse per i “foschi drammi” medievali e rinascimentali sia uno dei tratti predominanti di quella cultura popolare toscana, sempre al centro dell’interesse dell’Arca Azzurra e del suo autore e regista, soprattutto per quel che riguarda alcune delle forme più interessanti di teatro popolare fortemente presenti nel territorio toscano, pensiamo ai “Bruscelli” e ai “Maggi”, veri e propri poemi in ottava rima quasi sempre di ispirazione medievale, ancora oggi rappresentati.

Quindi, anche se a prima vista la scelta può apparire non perfettamente in linea con i precedenti percorsi, ci sono molti aspetti che ne fanno un passaggio quasi obbligato nel percorso ormai quasi ventennale della collaborazione tra Ugo Chiti e la Compagnia.

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