Molti imprenditori toscani non hanno registrato alcun effetto sul fatturato dopo la crisi di guerra

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 Novembre 2001 15:15
Molti imprenditori toscani non hanno registrato alcun effetto sul fatturato dopo la crisi di guerra

FIRENZE- Più di tre quarti degli imprenditori toscani del settore agroalimentare e agrituristico nonché della filiera del vino non ha dovuto registrare alcun effetto immediato sul fatturato dopo la crisi mondiale provocata dall’11 settembre e solo poco più di un quarto di essi nutre preoccupazioni più o meno forti per l’andamento futuro degli affari. Sono questi i dati che si ricavano da un’indagine campionaria realizzata nella prima settimana di novembre dall’Area statistica della Regione Toscana, su richiesta del Dipartimento dello sviluppo economico, per valutare l’atteggiamento degli imprenditori toscani nei nuovi drammatici scenari internazionali.

“Dati estremamente rassicuranti per quanto riguarda la tenuta dei prodotti toscani sui mercati mondiali – spiega l’assessore all’agricoltura, Tito Barbini – E’ significativo che gli imprenditori toscani nutrano maggiori preoccupazioni come cittadini, per la sicurezza personale e per la paura di viaggiare, piuttosto che per l’andamento delle loro aziende. Sono convinto che questo non sia un caso, la forza di un modello che negli ultimi anni si è imposto con un export imperniato sulla qualità emerge proprio nei momenti di difficoltà.

Questo ovviamente non significa che l’amministrazione regionale non stia seguendo con grande attenzione tutti gli sviluppi, in modo da individuare interventi adeguati in eventuali situazioni di difficoltà”. L’indagine è stata realizzata su 1.050 aziende, un campione pari a circa il 10 per cento delle 10.752 imprese toscane presenti nei settori agro-alimentare, con particolare attenzione alla filiera del vino, e dell’agriturismo. Il 77 per cento degli imprenditori intervistati non lamenta variazioni nel fatturato dopo gli attentati di New York: è una percentuale che scende al 73 per cento per le aziende agrituristiche, ma che sale all’83 per cento per le aziende vitivinicole.

Per quanto riguarda le aspettative, il 71 per cento non prevede effetti di rilievo, percentuale che scende al 65 per cento nel settore agrituristico, più esposto alle difficoltà condivise con l’intero comparto turistico.
Di poco sopra al 20 per cento sono gli imprenditori che prevedono una lieve riduzione degli ordini, mentre solo il 6 per cento prevede riduzioni rilevanti. La quasi totalità degli imprenditori – ovvero circa il 94 per cento – non prevede comunque modifiche nelle strategie aziendali entro la fine dell’anno.

Va rilevato che nonostante le contenute preoccupazioni ben il 50 per cento degli imprenditori del mondo agricolo si aspetta interventi a sostegno del settore: una richiesta più di aiuto diretto per le imprese agroalimentari e del vino e più orientata alla promozione per quanto riguarda le imprese agrituristiche. Va infine notato che rispetto agli interventi attesi emergono sostanzialmente due profili imprenditoriali: i giovani e gli istruiti sono più orientati alla promozione e al sostegno agli investimenti; gli anziani e i meno istruiti restano più ancorati all’aiuto economico generico.

Gode di buona salute l'economia senese che, nel terzo trimestre, registra un saldo attivo di 14O imprese.

I maggiori incrementi di iniziative imprenditoriali si registrano nel settore delle costruzioni, del turismo e dei servizi. In crescita il numero delle società di capitale rispetto alle ditte individuali.

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