Pisa: al Teatro Verdi Aida

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 novembre 2001 08:08
Pisa: al Teatro Verdi Aida

L'opera in quattro atti di Verdi è di scena venerdì 9 e sabato 10 novembre, ore 20.30 • domenica 11 novembre, ore 16, nel nuovo allestimento del Teatro Sociale di Rovigo, in coproduzione con Teatro di Pisa, con Teatro Sociale di Trento - Centro Servizi Culturali Santa Chiara e Teatro Fraschini di Pavia. Orchestra Filarmonia Veneta “G.F. Malipiero”, Coro del Teatro Sociale di Rovigo, Compagnia di danza Fabula Saltica.
Non è casuale la scelta di proporre in cartellone sia Don Carlo che Aida.

Se Don Carlo appartiene a pieno titolo al Grand-Opéra, Aida rappresenta la sintesi fra quell’esperienza e il melodramma italiano: nello stretto intreccio fra dimensione personale, intima, e conflitto storico-politico; nell’impiego imponente di scene di massa. D’ispirazione storica, infatti, è lo scenario (l’antica valle del Nilo insanguinata dalla lotta fra Egiziani ed Etiopi); alla sfera dei sentimenti (l’amor patrio, l’onore, l’amore) è invece riconducibile la vicenda. Ne è pernio, anche qui, un triangolo (il giovane guerriero egizio, Radames; la bella schiava etiope, Aida; la figlia del Faraone, Amneris), fortemente segnato dallo scontro fra la ragion di stato, fra il padre-padrone (sia esso un Re come il faraone o Amonasro, o un Gran Sacerdote, come Ramfis), e un giovane eroe o una giovane eroina destinati a soccombere (in questo caso entrambi, giacchè Radames e Aida andranno insieme incontro alla morte).
Ma c’è anche un altro filo che collega le due opere.

Con Don Carlo il futuro bussa alla porta: è l’opera con la quale Verdi contribuisce al tentativo di rinnovamento del melodramma italiano, elevando la qualità orchestrale e corale e ponendo la messinscena al servizio del dramma musicale. Con Aida, e grazie al suo immediato successo, questo tentativo si afferma, tanto da far annoverare quest’opera come il più importante avvenimento artistico nell’Italia della seconda metà dell’Ottocento, ma nel contempo si conclude un’epoca. Andare oltre non sarebbe stato possibile se non alla condizione di rinnovarsi radicalmente.

Cosa che l’anziano Verdi saprà fare magistralmente: una quindicina d’anni più tardi nasceranno Otello e Falstaff.

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