A Firenze sessione del Consiglio nazionale dei consumatori

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 ottobre 2001 16:17
A Firenze sessione del Consiglio nazionale  dei consumatori

FIRENZE- Due giorni di lavoro per dare voce ai diritti dei consumatori e degli utenti e, soprattutto, per aggiornare gli strumenti di cui le Regioni e lo Stato italiano dispongono a tutela delle loro esigenze. Questo, in estrema sintesi, il perché dell’incontro che si svolge oggi e domani a Firenze sul tema, appunto “Le politiche regionali di tutela e promozione dei diritti dei consumatori e degli utenti”.
E’ la Regione Toscana a organizzare ed ospitare la consueta sessione programmatica annuale del Consiglio nazionale consumatori e utenti, organismo che dal 1998 è istituito presso il ministero delle attività produttive sulla base della legge nazionale sulla “Disciplina dei diritti dei consumatori e utenti”.

L’incontro è finalizzato al raccordo delle politiche regionali con quelle nazionali e ad armonizzare i programmi del Consiglio nazionale con i comitati e le consulte regionali.
La discussione ruota attorno a tre principali filoni. A cominciare da una panoramica delle situazioni nelle varie Regioni, la maggior parte delle quali ha inviato un suo rappresentante al convegno. Non tutte si sono ancora dotate di una legislazione a tutela dei consumatori, anche se sono ormai due terzi (13, comprese le due Province autonome) ad avere varato delle norme ad hoc.

Molte di queste leggi sono nate a metà degli anni Ottanta, sull’onda del nascente movimento e di una presa di coscienza duffusa da parte dei cittadini. Solo dieci anni dopo si è finalmente messo mano a una normativa nazionale, varata nel 1998 con la legge 281, “Disciplina dei consumatori e degli utenti”. A questo punto è cominciato, in molte Regioni, il percorso di aggiornamento e adeguamento delle proprie leggi alle norme nazionali, con una più precisa definizione dei reciproci ruoli.

E’ in questo quadro che si svolge anche questa due giorni di lavori, facendo il punto sulle normative adottate e avanzando proposte concrete per estendere la legislazione a tutte le Regioni. Accanto a operatori delle associazioni, amministratori nazionali, regionali e provinciali, tecnici specializzati nelle politiche del consumo, vi partecipano anche amministratori e operatori provenienti da diversi paesi dell’Unione. Il confronto può così allargarsi all’ambito europeo, ormai imprescindibile per qualsiasi intervento nel campo delle politiche del consumo.

Non si deve infatti dimenticare che una legislazione in questo campo ha mosso i primi passi proprio a livello europeo. Di qui il confronto con quanto è stato fatto in alcuni paesi e, in particolare alcune regioni di Francia, Germania, Spagna. Al centro del dibattito anche i dei temi della sussidiarietà, delle politiche di coordinamento e del problema dei finanziamenti che la legge assegna alle associazioni nazionali. Alle Regioni si pone il problema di ridisegnare il proprio ruolo e di coordinarsi, nella programmazione delle proprie politiche, con il livello nazionale, senza dimenticare la prospettiva federalista e il lavoro che ogni Regione è chiamata a fare per rinnovare, in questa chiave, il proprio Statuto (questo non a caso il tema dell’intervento del presidente della Regione Toscana Claudio Martini).

Il terzo filone è quello della cooperazione fra le Regioni, reso più che mai attuale proprio dalla prospettiva federalista e del rapporto fra Regioni e Unione europea. E’ un terreno sul quale alcune regioni, fra cui la Toscana, si stanno già muovendo. “Su questo terreno - ricorda l’assessore al commercio, turismo e consumatori Susanna Cenni - la Toscana si è mossa con due protocolli d’intesa: il primo firmato a L’Aquila nel settembre 2000, dai cinque presidenti delle Regioni del Centro Italia per un accordo quadro nei vari settori d’intervento regionale; il secondo, sottoscritto a Bruxelles il 7 giugno scorso e finalizzato specificamente alla tutela dei consumatori-utenti firmati a Bruxelles nel 2000 e nel 2001, che impegnano le cinque Regioni del Centro-Italia (Toscana, Umbria, Marche, Lazio) a lavorare insieme per ottenere risultati tangibili e rendere più produttive le risorse a disposizione”.

Il primo risultato di questo lavoro è un progetto europeo per la creazione di una rete di educazione al consumo, con partner tedeschi, francesi e spagnoli. Il progetto, che sarà presentato all’Unione europea entro ottobre per un finanziamento di circa 500 milioni di lire, prevede la creazione di cinque laboratori on-line, attorno ai quali si formeranno cordate di scuole interessate a sviluppare iniziative su questi temi. Fra gli strumenti, anche un sito web specializzato nell’educazione al consumo, un Cd rom e un work-shop, che dovrebbe tenersi a Firenze, per dare l’avvio alle iniziative.
“Il nuovo Statuto della Regione Toscana, che vedrà la luce entro il 2002, raccoglierà le istanze dei consumatori e della tutela dei diritti dei cittadini.

Ma queste istanze non potranno essere un paragrafo, un capitolo fra i tanti che comporranno il nuovo testo, dovranno essere presenti come contributo alla qualità complessiva di una carta che non sarà un semplice regolamento, ma una carta di principi cui spetterà di rilanciare in termini moderni il tema della partecipazione dei cittadini”. Lo ha detto il presidente della Regione Claudio Martini, intervenuto oggi Firenze alla sessione programmatica del consiglio nazionale dei consumatori che la Regione Toscana organizza oggi e domani all’Hotel Demidoff.

Molto importante, ha sottolineato Martini, il metodo che verrà utilizzato per l’elaborazione dello Statuto, un metodo che dovrà basarsi sulla partecipazione e sul dialogo, senza tradursi in corporativizzazione delle singole istanze rappresentate.
Il presidente ha sottolineato inoltre l’importanza di un lavoro in grado di ricostruire la fiducia fra cittadini e istituzioni e la necessità che il tema della tutela non sia visto in un’ottica riduttiva,di tipo puramente sindacale, ma assuma pienamente il carattere che gli spetta di condizione essenziale dello sviluppo, i cui parametri non sono solo quantitativi ma anche qualitativi.

Non sono forse qualità della vita e parametro di sviluppo il problema dei pendolari, o della sicurezza alimentare?

Collegamenti
In evidenza