Prezzi al consumo, aumento mensile dello 0,7%

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 ottobre 2001 14:31
Prezzi al consumo, aumento mensile dello 0,7%

Aumento di uno 0,3 per cento rispetto al mese di settembre, conferma del dato annuale fermo allo 2,7 per cento: sono questi i dati dei prezzi al consumo relativi al mese di ottobre, rilevati a Firenze dall’ufficio comunale di Statistica. “Gli aumenti più rilevanti si sono registrati nel capitolo dei generi alimentari, nell’abbigliamento e nell’istruzione” spiega l’assessore Andrea Ceccarelli. Tra gli alimentari si segnalano gli aumenti del pane (1,5), della frutta (1,5) e degli ortaggi (0,8); diminuiscono invece le patate (-5,1).

Il settore dell’abbigliamento è caratterizzato dagli aumenti tipici dell’inizio della stagione invernale; per esempio le scarpe da donna (+4,9) e pullover da uomo (+3,4). Rilevante l’aumento delle voci dell’istruzione: in particolare per la scuola secondaria, +10,9 e universitaria +4,2. Continua invece la diminuzione del prezzo della benzina in particolare della super (-3,7) in vista dell’eliminazione dal mercato; complessivamente il capitolo segna una diminuzione di 0,4. “Appare significativa la diminuzione della camera di albergo, che scende del 2,5 – precisa Ceccarelli – infatti in questo periodo normalmente si segnalano degli aumenti.

Probabilmente la diminuzione è dovuta al calo degli arrivi e delle presenze, provocata dalla crisi internazionale”. L’ufficio comunale di Statistica, sempre nel quadro della rilevazione dei prezzi al consumo, ha anche verificato il livello di applicazione dei prezzi in euro. “L’indagine è stata svolta su un campione di 62 prodotti – spiega l’assessore – per 829 rilevazioni complessive in 370 punti vendita. I prezzi in euro sono stati esposti solo in 187 di questi punti, mentre in 183 tiene banco ancora solo la lira.

I prezzi esposti comunque sono quasi sempre il risultato della divisione tra il prezzo in lire e il cambio fisso con l’euro: per ora non si segnalano particolari differenze ne’ positive, ne’ negative. Fra le 499 quotazioni in euro rilevate, in 454 casi il cambio è risultato alla pari, in 29 sfavorevole al consumatore e in 16 favorevole. Altro dato significativo: i prezzi in euro sono esposti nella quasi totalità della grande distribuzione, mentre sono un po’ meno diffusi tra i cosiddetti negozi tradizionali”.

(ag)

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