Il seminario sulla programmazione regionale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 ottobre 2001 00:56
Il seminario sulla programmazione regionale

Le idee, le riflessioni, le proposte del mondo delle imprese su federalismo e nuovi statuti regionali sono stati al centro di un incontro, promosso ieri da Confindustria, tra i massimi dirigenti dell' associazione imprenditoriale e le Regioni del centro Italia.
“Il nuovo assetto istituzionale, con l’entrata in vigore della riforma del titolo V della Costituzione, attribuisce alle Regioni e ai livelli di governo locale un ruolo più forte in termini di autonomia politica e rappresentatività dei propri territori che si riflettono significativamente nei modelli e negli strumenti della programmazione regionale”.

Con queste parole l’assessore regionale al bilancio e alla programmazione Marco Montemagni ha salutato gli esperti e i rappresentanti delle istituzioni, dell’economia e della società di varie regioni italiane intervenuti al seminario ‘I modelli e gli strumenti della programmazione regionale’, che si è tenuto oggi all’auditorium del Consiglio regionale. “Le Regioni – ha sottolineato Montemagni - hanno oggi la possibilità di assumere pienamente quel ruolo di governo che la Costituzione attribuiva loro fin dalla nascita.

Ruolo che si è progressivamente affermato soltanto negli ultimi anni, grazie al decentramento amministrativo previsto dalle leggi Bassanini e alla maggiore autonomia finanziaria, fino alla recente legge quadro in materia di bilancio e contabilità, a cui già molte regioni - tra cui la Toscana - hanno dato attuazione nei propri ordinamenti”. Per Montemagni i modelli di programmazione regionale che si sono affermati negli ultimi anni sono strettamente legati, in termini di principi e strumenti, all’impostazione della programmazione comunitaria, e si basano su alcuni ‘punti forti’: pluriennalità e carattere integrato dei piani e dei programmi; sussidiarietà e coesione; partenariato e compartecipazione; sostenibilità e pari opportunità; territorializzazione e concentrazione tematica e finanziaria. Montemagni ha aggiunto come la Toscana, già a partire dalla scorsa legislatura, abbia trasferito sui livelli istituzionali locali la gran parte delle funzioni di gestione amministrativa e aperto alla realtà istituzionale e sociale toscana la partecipazione ai processi di elaborazione e di attuazione delle proprie politiche.
In questo quadro, l’introduzione del Documento di programmazione economica e finanziaria, - il cui obiettivo principale è quello di collegare la ripartizione delle risorse al raggiungimento degli obiettivi - rappresenta una delle innovazioni strumentali più recenti delle esperienze regionali ed assume un ruolo di particolare rilevanza a fronte di una vera ed ampia autonomia finanziaria delle Regioni.

Un altro tema di grande interesse, ha sottolineato Montemagni, è quello del raccordo tra la programmazione regionale e la programmazione locale, che comprende un importante strumento di programmazione negoziata come i patti territoriali, dei quali la Toscana chiede la ‘regionalizzazione’. “Il nostro impegno – ha proseguito Montemagni - è teso a fare dei patti territoriali lo strumento base su cui fondare la programmazione locale attraverso l’integrazione delle diverse fonti normative e finanziarie per lo sviluppo locale.

L’assessore ha infine ricordato come il tema del rapporto fra programmazione regionale e programmazione locale troverà certamente uno spazio rilevante nella discussione che si è avviata in Toscana per l’aggiornamento del Piano regionale di sviluppo. “Su questo aggiornamento – ha concluso - inizieremo la concertazione con le forze sociali e le istituzioni entro la fine dell’anno in corso”.

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