Contestato in Consiglio regionale Marcello Pera, seconda carica dello Stato

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 ottobre 2001 10:11
Contestato in Consiglio regionale Marcello Pera, seconda carica dello Stato

Dopo la contestazione in Senato in occasione del voto sulle rogatorie, sei consiglieri regionali hanno scelto la strada dell'assenza, in segno di contestazione sul provvedimento firmato ieri dal presidente della Repubblica. Due consiglieri della Margherita, due di Rifondazione e due del Pdci non hanno partecipato ieri alla seduta solenne. Si sono alzati dal loro posto non appena entrato in Consiglio il Presidente del Senato.
Il presidente del consiglio regionale, Riccardo Nencini, ed il presidente della giunta, Claudio Martini, hanno dato il benvenuto al presidente del Senato, sia come alto rappresentante delle istituzioni sia come toscano illustre.

Presenti, oltre alle autorita' civili e militari, anche i parlamentari eletti toscani in rappresentanza sia dello schieramento di centro destra sia di quello di centro sinistra.
Un benvenuto cordiale ad un “toscano nella casa dei cittadini toscani”. Così Claudio Martini ha salutato il Presidente del Senato Marcello Pera nel corso dell’incontro con i rappresentanti del Consiglio e della Giunta regionale che si è svolto oggi pomeriggio nell’aula consiliare di Palazzo Panciatichi. “Questa è una terra di cultura, di dialogo, di solidarietà, di rispetto dei valori umani e civili – ha detto Martini - e siamo orgogliosi che sia il Presidente della Repubblica che quello del Senato vi mantengano un rapporto stretto, che va ben oltre il legame con i luoghi della propria formazione”.

Dopo aver sottolineato la necessità di un dialogo aperto e di un rapporto costruttivo tra le diverse istituzioni repubblicane, Martini, prendendo spunto dagli attentati dell’11 settembre scorso, ha affermato che oggi più che mai c’è bisogno di “più giustizia, più sicurezza e più impegno per le soluzioni dei grandi problemi del pianeta: su di essi abbiamo riflettuto durante il nostro incontro nel luglio scorso a San Rossore, quando abbiamo chiesto agli ‘otto grandi’ del mondo di correggere e governare davvero la globalizzazione, tenendo conto delle particolarità e delle ricchezze che le comunità locali esprimono in tutto il mondo.

Il terrorismo internazionale vuole globalizzare la guerra, noi vogliamo globalizzare la giustizia e la pace, i diritti e la solidarietà”. Temi che, ha precisato Martini, saranno ripresi anche il prossimo 28 novembre nell’incontro a Firenze con il Ministro Ruggiero, al quale proporremo un accordo di programma tra Regione e Governo sui temi della cooperazione decentrata e del partenariato euromediterraneo. “Siamo la prima Regione che propone questo obiettivo – ha detto il presidente della Regione - a dimostrazione del nostro senso di lealtà istituzionale”.
Martini ha poi introdotto il tema del federalismo definendosi un “federalista convinto”, ma al tempo stesso sicuro che anche un’Italia federalista debba restare unita.

“Per questo – ha aggiunto - credo in un federalismo solidale, cooperativo e non separatista, non antagonista allo Stato”. E’ con questo spirito che la giunta fin dall’insediamento dell’attuale governo ha insistito per avviare un confronto serio, nel rispetto dei ruoli, ma anche nell’interesse dei cittadini, che dalla collaborazione tra ministeri e Regione si attendono la soluzione di problemi concreti. “Da oltre quattro mesi – ha proseguito Martini - attendiamo dalla Presidenza del Consiglio una risposta positiva per avviare questo indispensabile lavoro comune.

Non comprendiamo le ragioni di questo silenzio, specie da parte di un governo che dichiara di voler scommettere molto sul ruolo delle Regioni”.
La Toscana ha infatti bisogno, per il suo sviluppo, di realizzare opere e interventi, in molti casi già individuati e decisi che si riferiscono ai temi delle infrastrutture, dell’ambiente, della sicurezza idraulica, della salute dei cittadini, dell’assistenza agli anziani, del lavoro, della salvaguardia dei beni culturali; a questo proposito Martini ha fatto cenno al referendum affermando che se la riforma verrà confermata la Toscana intende chiedere l’autonomia speciale sui beni culturali, in modo da partecipare attivamente alla gestione, anche con il concorso dei privati, di questo immenso patrimonio.

Martini ha quindi illustrato i dati che testimoniano lo stato di buona salute dell’economia e della elevata qualità della vita in Toscana, una regione che è anche un importante ponte fra l’Europa e il Mediterraneo. “Non è questo il tempo dei piccoli dispetti”, ha aggiunto Martini, facendo appello a istituzioni efficienti in grado di dialogare fra loro e di ascoltare i cittadini.
“A un’Italia che vuole accrescere il suo prestigio internazionale – ha concluso Martini rivolgendosi al Presidente del Senato - serve anche questa Toscana un po’ campanilista, indocile, orgogliosa delle sue tradizioni, poco incline a qualunque forma di omologazione; e però straordinariamente aperta, curiosa, creativa”.

In evidenza